Blake Oliver Carter.
Bronx, New York."Seth, S.O.S... a casa mia, subito"
Non ho un vero e proprio appuntamento con una ragazza da almeno cinque anni e sono nel panico più totale.
"In quale altro casino ti sei cacciato e soprattutto, con chi questa volta?"
Lei si chiamava Lili ed era bellissima, era stupenda: occhi color nocciola, sorriso perfetto e lunghi capelli biondi.
Era in tutto e per tutto la classica ragazza americana.
Quando la vidi per la prima volta non persi tempo, le chiesi immediatamente di uscire e lei, stranamente accettò.
Accettò felice, senza esitare un attimo, a differenza di Connor.
Lui era contrario, aveva paura.
Aveva paura che uno stronzo come me potesse ferire una perfetta ragazza come Lili, ma lei non diede retta a niente e nessuno e iniziò a frequentarmi."... aprimi la porta, sto per attraversare la strada"
I mesi passarono e noi eravamo felici.
Felici di stare insieme, felici perché era tutto così dannatamente perfetto.
Tutto così dannatamente perfetto finché un giorno lei, mi confessò di amare un'altra persona, di amare un altro ragazzo.
E sapete chi era quel ragazzo? Niente meno di idiota Scott.
E sapete chi ha fatto incontrare i due? Niente meno di idiota Connor."... se non è una vera e propria emergenza giuro che ti strozzo e no, stavolta non scherzo..."
Sobbalzo, appoggiando una mano al petto.
"... hai a disposizione al massimo venti minuti, di più non posso... avanti, sputa il rospo"
"A dire il vero, le emergenze sono due" senza perder tempo, faccio strada fino la camera da letto. "La prima emergenza, probabilmente la più importante: camicia bianca, camicia nera o camicia azzurra? Non so... decidere"
"Non... mi dire che ho chiuso il negozio di fretta e furia per scegliere delle stupidissime camicie eleganti, Blake..."
Annuisco. "Io personalmente pensavo a quella bianca, ma forse potrebbe sembrare troppo elegante"
"... credevo fosse un'urgenza vera e propria e non una..."
Lo interrompo. "Questa è un'urgenza, Seth. Ho un appuntamento con Mia tra meno di due ore e mi sento... confuso"
"Per un appuntamento di lavoro non è necessario indossare una camicia, credimi"
"Non... è un appuntamento di lavoro... ma è un... appuntamento, penso un appuntamento vero e proprio" accenno un sorriso, guardando prima Seth e poi le tre camicie appoggiate sul letto. "Sai, la porterò fuori a cena e vorrei fare bella figura, per una volta"
"Una cena che molto probabilmente offrirà lei"
"Questa volta no" lancio, la camicia nera sulla poltrona. "Offrirò io, certo non potrò permettermi un ristorante lussuoso, stellato, ma sarà comunque una buona cena"
"E fammi indovinare, hai una tremenda paura di sbagliare qualcosa"
"Io sono il re degli sbagli, Seth"
"Non posso certamente darti torto, ma stiamo parlando di Mia e con lei non dovresti avere questo genere di paura" fruga, tra i ripiani dell'armadio a muro. "Lei conosce già il peggio di te, conosce i tuoi errori, conosce il tuo complicato e incomprensibile carattere e soprattutto, conosce già gran parte del tuo passato" prende fiato, lanciandomi una t-shirt nera. "Lascia stare camicie eleganti e robe simili, sii te stesso e indossa una semplice t-shirt... e sentiamo, dove andrete a cena?"
Sollevo le spalle. "Non lo so, non ho pensato a questo"
"L'hai invitata fuori a cena ma non hai pensato al ristorante? Mi stai prendendo in giro, vero?"
"Pensavo a qualcosa di carino ed economico in città"
"Economico, carino e New York non possono stare nella stessa frase" sospira lui, sedendosi a peso morto sul bordo del letto. "Potresti, forse, prenotare in quel ristorantino tra New York e il Bronx... non sarà in pieno centro ma è comunque un bellissimo posto... adesso posso andare? Ho del lavoro che mi aspetta"
"A dire il vero ci sarebbe un'altra cosa"
"Se si tratta dell'appuntamento ti ho già detto tutto, perciò adesso fai un sospiro profondo e rilassati che filerà tutto liscio, come l'olio"
"No, si tratta di questa casa e di me" appoggio, le mani sui fianchi. "Poco fa è venuto il proprietario dell'appartamento con alcuni muratori e... ti ricordi della grossa crepa sul soffitto del salotto?"
Annuisce.
"E ti ricordi anche della parete del corridoio che giorno dopo giorno cade a pezzi?"
Di nuovo, annuisce.
"Ok, queste due pareti sono completamente da rifare, altrimenti cadranno, prima o poi"
"Non capisco... devo darti una mano a rifarle?"
"Certo che no" rido. "Ma dovresti ospitarmi, per qualche giorno, se puoi"
"Vivo in un piccolissimo monolocale Blake e sai che pur volendo non posso... perché non chiedi ospitalità a Connor? Lui vive in quell'enorme appartamento in città"
"Piuttosto che vivere momentaneamente con lui, vado a vivere sulle panchine della stazione" confesso, prendendo dalla pigna di vestiti da stirare dei jeans neri.
"Potresti se no, chiedere a quella signora tanto gentile del terzo piano... come si chiama? Mills, signora Mills?"
"No, si è trasferita in Tennessee dalla figlia"
"Ho capito... sono l'unica persona che potrebbe aiutarti..."
"In un certo senso, sì"
"... fammi fare un paio di chiamate, vedrò quello che riesco a mettere insieme, ma te lo dico già: non ti posso garantire nulla"
______
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Unforgettable ~
Romansa- Lui grazie a lei aveva imparato ad amare, aveva imparato il significato della parola amore, mentre lei, grazie a lui aveva imparato cos'era la follia - ▫️UNFORGETTABLE: PRIMO LIBRO DI TRE.