Cap 4. Misha

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Misha Collins non voleva trasferirsi a Posidonia. Giravano voci inquietanti su quella città. Si diceva che sparivano persone, accadevano cose brutte...

Si diceva che quel posto brulicasse di magia e stregoni!

Certo, era per quello che era stato chiamato a trasferirsi in quel dipartimento di polizia. Per indagare su alcuni strani casi avvenuti in quella città.

Omicidi sospetti. Omicidi irrisolti. Non avrebbe dovuto fare il poliziotto.

Il sangue e la morte non erano cose con cui andava d'accordo. Se poi c'erano entrambe....


SCREEEEECH


Misha dovette frenare bruscamente, perché una ragazza vestita di bianco gli comparve in mezzo alla strada e quasi lo fece uscire fuori strada.


Diosanto pensò tutto intontito.

"Mi scusi." Disse l'angelo vestito di bianco.

"Chi sei tu? Che cosa ci fai in mezzo alla strada e vestita in quel modo???" le chiese.

"Dovevo andare a una festa, ma la macchina è in panne." Spiegò lei.

In realtà Tati avrebbe potuto cercare di sistemare il problema da sola, ma aveva paura ad usare la magia in pubblico, per timore di essere scoperta.

"Beh, di sicuro non sei una strega." Disse, e Tati rise nervosamente.

Misha guardò la macchina e poi esordi: "Mmm mi dispiace, ma c'è un motore, e io di motori non capisco niente." Disse.

"Capisco. Beh, voglio dire...neanche io capisco."

"Non hai qualcuno da chiamare?"

"Le mie sorelle...ma il mio cellulare è scarico."

"Puoi usare il mio...o posso accompagnarti io. Ma non hai proprio idea del perché si sia fermata?"

"Beh..la lancetta della benzina era molto in basso."
"Mmm...allora ho un'illuminazione da genio della meccanica. Credo che sia per questo che la tua macchina si sia fermata."

"Credo anch'io. Comunque la macchina è di mia sorella Pearl, e tra le sue varie raccomandazioni non mi aveva detto che dovevo metterci la benzina."

"Ma l'esame per la patente l'hai fatto?" chiese stupefatto Misha.

"Si, e sono stata promossa. Nella teoria. ..è nella pratica che mi hanno bocciato."

"Vabbè....Misha." disse lui, porgendogli la mano.

"No, mi chiamo Tati." Rispose lei, stringendogliela.

"No, intendevo che io mi chiamo Misha" sorrise lui.

"Ah."

"Senti, se vuoi ti accompagno io alla festa."

"Ok. Grazie. Molto gentile." Sorrise Tati.





Quando furono in macchina, Misha non potè fare a meno di sorridere.

"Noto che il tuo...vestito...è molto particolare." Disse lui.

"Tu dici?" chiese lei. Indossava un vestito corto bianco, pieno di pon pon. Sembrava Marylin Monroe.

"Ma davvero sei cosi tranquilla? Voglio dire..sei straordinaria ad accettare il passaggio di uno sconosciuto, a quest'ora, vestita in quel modo." Rise MIsha, indicando fuori. Era buio.

"è un complimento o un insulto?"

"Un complimento." Le sorrise.



"In realtà io non volevo andare a questa festa. Sono state le mie sorelle che mi hanno quasi obbligato. È come se volessero a tutti i costi che mi fidanzassi...mi dicono di cercare un buon partito... peccato che io detesti i partiti. Non mi intendo di politica." Disse lei con aria un po' perplessa.

Questa è la più svampita che mi sia capitata. Carina però. Pensò Misha sorridendo.



Quando Misha arrivò alla festa, che era poco distante, prima di salutare Tati, le disse:
"Ascolta, mi dai il tuo numero? Cosi magari potremmo rivederci..."

"Mi spiace, non lo ricordo!" disse Tati impaurita.

"Aspetta, ti scrivo il mio allora" disse Misha apprestandosi a prendere la penna, ma Tati stava già scappando via tra i cespugli.


Diosanto, è mai possibile che vada sempre a finire cosi? All'inizio sembra che ci stiano, poi se ne vanno via senza una ragione pensò Misha.




Tati corse contro le sorelle che avevano lunghi vestiti giallo e viola molto lunghi, e quasi andò a sbattere loro addosso.

"Tati, che hai?? Eravamo preoccupate per te!" le dissero.

"Sono un'idiota." Disse lei triste.

Voglio la tua magiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora