Cap 66. Le decisioni delle sorelle

27 3 0
                                    

Qualche ora prima....

Tati stava per uscire per andare da Jared, ma quando aprì la porta, si trovò davanti Misha.

"Misha. Cosa ci fai qui??" chiese.

"Dovevo vederti." Disse lui.

Tati si soffermò a guardare quanto fosse bello il suo Misha. Stava piovendo e lui indossava un giubbotto di pelle sul nero con riflessi celesti e i suoi capelli erano bagnati dalla pioggia.

"So cosa stai andando a fare. Sappi che sono orgoglioso di te." Gli disse Misha.

"Dove sei stato fino adesso?" gli chiese Tati.

"A casa...con Gabriel. Noi...stiamo recuperando il tempo perduto, sai..." disse.

Tati lo guardò, sorrise e gli diede un dolce bacio.

"Anch'io sono orgogliosa di te." Gli disse, prima di andare via.



*

"Luke, Luke!!" gridò Marina, mentre era in soffitta.

Luke arrivò subito.

"Se mi avessero detto quando ero bambina, che per portare un angelo da me, mi sarebbe servito chiamarlo per nome, non avrei aspettato molto tempo." Scherzò lei.

"Per carità, no. Se l'avessi fatto, qualcun altro si sarebbe innamorato di te e della tua bellezza." Disse.

Marina lo guardò felice e lo baciò.

Quando si staccò, gli accarezzò il mento con le dita.

"Ma tu mi ami davvero, Luke, o sono solo una seconda scelta per te?"

Luke sospirò. "Non mi perdonerai mai quella cotta per tuo fratello, vero?"

"Non era una cotta."

Luke sospirò di nuovo.

"Ok....ero innamorato, ma ora non lo sono più. Sono innamorato di te, ora."

"Quindi se dovessi lasciarti, ti innamoreresti di qualcun altro."

"No! Marina, io non voglio nessun altro...nessun'altra..." disse, cingendole la vita e baciandola.

"Perdonami se non sono stato molto bravo a farti capire...che mi piacevi..."

Marina sorrise. "Neanche io sono stata molto brava...allora...o forse avevo paura...perché tu...sei un angelo."

"Rendimi umano, allora."

Marina d'un tratto divenne triste.

" Se lo faccio, molte persone non potranno più essere salvate, non è vero?"

"Marina, io..."

"Rispondi."

Luke abbassò lo sguardo.

"Perderei l'incarico di angelo bianco, sì."

Marina lo guardò tristemente.

"Senza contare quello che farei a te! Essere un angelo bianco ti rende felice, lo so. Lo vedo dai tuoi occhi. Ti rende felice poter salvare la gente."

"Marina, tu mi rendi felice!"

"Non posso farti questo. Non posso fare questo a tutti." disse Marina, guardando il pavimento.




*

Pearl stava entrando nella casa di Misha.

"Misha? Gabriel? C'è qualcuno?"

"Come hai fatto ad entrare?" chiese una sagoma nell'ombra, seduta sul divano.

Pearl sussultò ed accese la luce.

"Mi hai spaventato."

"Tu invece no." disse Gabriel. C'era qualcosa di diverso in lui.

"Io...Il portone di sotto era aperto...e ho pensato..."

"Hai pensato di entrare come se fosse casa tua."

Pearl si morse il labbro e fece per andarsene. Gabriel fu davanti a lei bloccandole l'uscita.

"Ti arrendi così presto?"

"Ho percepito la tua frase come un ordinarmi di uscire immediatamente."

"Allora sei una stupida."

Pearl sembrò ferita in un primo momento, poi gli rifilò un sonoro schiaffone.

"Tratti in questo modo tutte le donne che sono interessate a te?"

"Sì, ma chissà, per quelle che mi amano, potrei fare un'eccezione." Disse.

Ora Pearl lo guardò di sottecchi. "Per quelle che ti...ma cosa..."

"Perché tu non mi ami, vero?"

Pearl restò zitta.

"Ma certo che no. Voglio dire, Jared sarebbe pronto a rinunciare alla sua carica di stregone chierichetto per stare con il grande lupo cattivo, ma lui è innamorato, no?"

Pearl ora lo guardò con uno sguardo di sfida.

"Se vuoi farmi una domanda, falla chiaramente."

"Va bene. Ti andrebbe di uscire da quella porta, tipo subito?" chiese, indicandogli la porta.

Pearl lo sorprese, dandogli un bacio mozzafiato.

Lui restò molto sorpreso e boccheggiò.

"S-sei una donna piena di sorprese, Pearl Padalecki." Disse.

"La risposta è sì. Ti amo e voglio rinunciare a essere una strega, per te!" disse, tenendogli il viso, raggiante.

"Ehi, ehi, ehi, io non ti ho chiesto queste cose!" disse.

"Non ce n'era bisogno." Disse Pearl con uno sguardo furbetto.

"E comunque, chi ti dice che io rinuncerei a tutto questo per tornare a essere un mortale?" chiese.

"Mi avresti accolto in questa maniera, se così non fosse?"

Gabriel tornò a guardarla astioso. "Continui a non capire."

"Sì, ok, ok, volevi che fossi io a chiedertelo e pensavi che non volessi farlo."

"E non era così?"

"Posso avere anche io i miei dubbi? Voglio dire, rinuncio a tutto per un uomo che non ha neanche detto di amarmi."

"Ma tu lo ami quest'uomo?" gli chiese Gabriel, vicinissimo al suo viso.

"Tu la ami, questa donna?" lo provocò lei.

"No, guarda, in realtà, vado a curare tutte le donne con malattie gravi che trovo nelle stanze da letto." Disse.

"Uhhh. E ti innamori di tutte quante?" chiese ancora lei, sensuale.

E poi basta. Basta provocazioni, basta parole, per lasciare spazio solo a un bacio infuocato.

Voglio la tua magiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora