Cap 17. Dubbi

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Misha era a pranzo con Tati in un angolino un po' appartato.

Le cose tra di loro erano tese, anche se i due cercavano di mostrarsi indifferenti.


"Sai..potresti anche sorridere..ti ho portato in un posto carino.." disse Misha, indicando i tanti fiori che costeggiavano il ristorante.

"Se ti dà fastidio la mia faccia, puoi sempre uscire con altre." Disse Tati, facendo spallucce.

Misha la fissò sorpreso. Non era da Tati reagire cosi acidamente. Era una ragazza cosi dolce.

"Se sono qui, è perché mi interessi tu." Disse, pensando che dire "Voglio stare con te." Fosse troppo affrettato.

"Davvero? Non sembrava la settimana scorsa e neanche quella prima." Disse lei.

"Se non ci siamo visti è solo perché TU scomparivi ogni volta che ti chiedevo un appuntamento!" disse Misha battendo la mano sul tavolo.

Tati sussultò e Misha si penti all'istante di quello scatto di rabbia.

"Scusami, non volevo gridare." Disse.

"La sai una cosa? Vuoi proprio saperla tutta? Io..."

"Si, lo so già...tu e le tue sorelle avete avuto problemi di famiglia..."

"NO. Stavo per dire che quando sono venuta a trovarti all'ufficio, ho visto quei fogli...ho visto le nostre schede, Misha! La scheda mia e dei miei fratelli. Ti hanno chiesto di uscire con me per spiarci!" disse Tati sbottando.

"Cosa?? No, non è come credi!"

"Pensi che io sia una sciocca? O forse vuoi difenderti? Non ti credo!" disse Tati, alzandosi.

"Tati. Siediti. Lascia che ti spieghi. È vero, tu, tuo fratello, e le tue sorelle, siete sempre in mezzo quando c'è qualche omicidio insolito e la polizia vi ha schedate come sospette, è vero, ma..."

"Cosa?? Non è forse vero che sei stato mandato qui per spiarci??"

"Io non sapevo fosse per quello che sono stato mandato qui!! Ti ho conosciuta per caso e altrettanto per caso mi interessi!"


"Oh...certo...molto comodo!"

" E comunque non hai risposto sul perché in un modo o nell'altro, c'entrate sempre voi quattro!"

"Mi stai accusando di qualcosa??? Chi è adesso a parlare, è lo sbirro o Misha?"

"Dal momento che Misha non ti interessa, è lo sbirro che ti sta parlando ora!"

"Si dà il caso che tu mi interessavi!!"

"E si dà il caso che tu mi interessi ancora!"

"Basta!"

Tati fece per andare via, ma Misha la trattenne per un braccio.

"Tati, aspetta. Perché ti viene cosi difficile credere di poter interessare a qualcuno?"

"Io...io non...non ho mai detto..."

"Ci conosciamo da poco, ma ho pensato da subito...che tra noi ci potesse essere qualcosa. dei sentimenti, magari...mi sbaglio?"

"Si, ti sei sbagliato, Misha. Ti sei sbagliato per la semplice ragione che io non posso amare ed essere amata da nessuno."

E ora Tati sembrava cosi triste. Misha cercò di dire qualcosa, qualsiasi cosa, anche consolarla, magari, chiederle perché, impedirle di piangere, ma furono interrotti da una finestra che scoppiò in mille pezzi.


Entrò dentro un essere orribile, con la pelle rossa, che scagliò una sfera di fuoco addosso a Tati.

Prima che potesse raggiungerla, però, Misha capi che stava mirando alla ragazza, e senza pensarci troppo, si parò contro di lei e la sfera lo colpi dritto alla schiena.

"Tati, SCAPPA! AHHHHHH!"

Tati si prese la testa tra le mani e poi guardò Misha accasciarsi al suolo con sguardo esterrefatto.

"NOOOO!"

Mosse le mani come a voler far esplodere il demone, ma centrò invece un vaso di fiori, che si infranse e spruzzò acqua dappertutto.

Tutti videro la scena, compreso Misha, che sorrideva, anche se un rivolo di sangue gli usciva dalla bocca.

"Lo sapevo che mi nascondevi qualcosa." disse sorridendo e poi chiuse gli occhi.

"NO! MISHA! NOOO. QUALCUNO MI AIUTI, VI PREGO!" urlò Tati





*

Jared si stava ancora baciando con Jensen, quando arrivò la telefonata di Tati, in lacrime.
"Pronto? Tati, che c'è? Ma stai...piangendo?" chiese Jared, sul divano di Jensen. "Come? Misha? Che gli è successo? Oddio, arrivo subito!"

Jensen lo fissò stralunato. "Che è successo?"

"è Misha. È stato attaccato da un demone." Disse Jared pallido come un lenzuolo.

Jensen lo fissò ancor più stralunato. Misha? Perché lui?






*

Jensen riconobbe subito il demone con cui era stato sostituito. Si trovava fuori dall'ospedale.

"Baz. Sei stato tu a colpire Misha?"

"Certo che sono stato io. " rise l'altro.

"L'hai ferito mortalmente?"

"Ehi, lo sai anche te che le nostre magiche sfere di fuoco non lasciano scampo!"

"Ma la missione non era di colpire i gemelli??"

"Beh, l'obiettivo era di colpire la strega, ma quell'idiota si è messo in mezzo. Al prossimo tentativo non scamperanno, però. Sono molto meglio di te, Ratish. È per questo che la Triade ti ha sostituito." Disse lui ridendo.

"Bastardo." Disse Jensen, cercando di colpirlo, proprio mentre il demone scompariva.

"Con chi stai parlando?" chiese Jared, arrivando in quel momento.

"Con...con il bastardo che ha fatto questo a Misha, intendo. Stavo dicendogli che lo troverò e....lo consegnerò alla giustizia!"

"I demoni non vanno in carcere." Disse Jared con un'espressione funerea.

"Già...già...lo so...vengono uccisi. Dagli stregoni." Disse Jensen, cercando di non far trasparire il suo risentimento.

Jared lo fissò.

"Se fossero...tanto buoni come si dice, si mostrerebbero alla luce del sole e collaborerebbero con le forze dell'ordine contro i criminali e i demoni. Secondo me si fanno gli affari loro e se ne fregano del male che c'è in giro. Sono egoisti." Disse Jensen.

"Cosa? No...non è come pensi...gli stregoni sono buoni...e lottano veramente contro i demoni...è solo che...agiscono nell'ombra perché...perché altrimenti se si sapesse chi sono, non avrebbero più pace. Avrebbero i criminali e i demoni sotto casa, pronti a volerli uccidere, se sapessero dove abitano e...."

"Beh, ma se hanno i poteri..."

"Se una casa venisse assalita dai demoni, non basterebbero tutti i poteri del mondo a respingere tanta furia. Io li capisco."


Jensen ci riflettè su. In fin dei conti era quello che diceva sempre la Triade ai demoni superiori. Non parlavano con i demoni di rango inferiore, sulla missione, altrimenti se avessero saputo dove abitavano i gemelli e chi erano in realtà, sarebbero volati subito per eliminarli, forse qualcuno sarebbe riuscito a ucciderli e addio poteri.

Ma era davvero necessario ucciderli? Jensen si toccò le labbra e senti ancora il sapore delle labbra di Jared sulle sue. La cosa lo sconvolgeva. Il pensiero di Jared morto, lo sconvolgeva. Lo sconvolgeva pensare che quelle labbra calde sarebbero diventate fredde. Non avrebbero più baciato, né parlato, né detto frasi dolci.

Era davvero necessario, ucciderli? 

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