Cap 49. Jared e Jensen rivedono Sam e Dean

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 "Amore, che ne dici di fare colazione con me?" gli chiese Jensen, dandogli un bacio sulle labbra.


"Mmm..." mugugnò Jared con un sorriso, alzandosi. "Mi hai portato la colazione a letto." Disse contento.

"Sì e ho incontrato Marina e Luke di là. Non credo di piacere molto a loro." ridacchiò.

"Gli piacerai con il tempo. Beh, non tanto quanto piaci a me, voglio sperare." Disse Jared con un sorriso.

Jared cominciò a mangiare la sua brioche, ma vedeva che Jensen era assente, lontano.

"Jensen, c'è qualche problema?"

"No, no, continua a mangiare."

"No, adesso mi dici cos'hai."

Jensen ridacchiò. "Sei sempre così prepotente?"

"Quando le persone che amo stanno male, sì."

Jensen gli diede un bacio sulle labbra. "Stà tranquillo, non è niente."

"Se non è niente, non avrai problemi a dirmelo."

Jensen sospirò. "Mi mancano i miei fratellini. Li avevo lasciati da un mio amico, Ash, perché temevo che sarebbe potuto succedergli qualcosa, se la Triade avesse deciso di vendicarsi di me."

"Jensen, da quanto tempo non li vedi?"

"Da quando...c'è stato il pranzo qui da voi, quando voi..." la voce di Jensen si spense.

Ci fu qualche secondo di silenzio, poi Jared disse: "Vestiamoci, saremmo da loro appena possibile."

"Jared, ma..."

"Niente ma!"

"Abbiamo già tanti problemi da affrontare e poi...sono una specie di reietto, non capisci? Non ti lasceranno partire con me, lascia stare, li vedrò appena sarà possibile."

"No, Jensen, noi andremo dai tuoi fratellini, oggi. Non possiamo continuamente pensare al bene pubblico, sacrificando noi stessi. Non accetterò un no come risposta."

Jensen gli sorrise, immensamente grato.

"Va bene, però prima finiamo di fare colazione, amore." Gli disse allora, dandogli un bacio sulle labbra.



*

Uscirono senza avvisare le sorelle, Luke e Misha, della loro partenza, o meglio, lasciarono un bigliettino che li avrebbe informati che sarebbero ritornati nel pomeriggio e che non dovevano stare in ansia, ciònonostante, il telefonino di Jared trillò dopo una mezz'ora dal viaggio.

Jensen fece un sorriso a Jared della serie "Te l'avevo detto."

"Che c'è??" chiese Jared esasperato, aprendo la linea.

"Ma voi due siete completamente pazzi a uscire così senza avvisarci!!" tuonò Pearl.

"Pearl, non siamo usciti senza avvisarvi, abbiamo lasciato un biglietto!" disse Jared esasperato.

"Oh, ma certo! Il signorino ha lasciato un biglietto!" disse Pearl in tono canzonatorio. "Un biglietto che poteva essere benissimo scritto da chiunque! Non credevo che voi due foste così incoscienti da uscire dopo tutto quello che è successo! Non puoi capire che colpo è preso a tutti noi quando..."

"Pearl, ora stai esagerando!" disse Jared.

"Non si fida di me." replicò Jensen di rimando.

"Stammi a sentire, Jared, ora voi due tornate subito indietro..."

"NO, NON TORNIAMO INDIETRO, PERCHè SIAMO Già IN VIAGGIO E CI RESTEREMO. DOVETE LASCIARCI IN PACE!" gridò Jared.

"Jared, non gridare."

"Non avete il diritto di imprigionarmi a casa e Jensen ha il diritto di voler rivedere i suoi fratelli."

"Jared, non sei al sicuro."

Jensen prese il telefonino di mano da Jared. "Non è al sicuro con me, vero, Pearl? Beh, lascia che ti dica una cosa. Se volessi uccidere Jared, l'avrei fatto benissimo anche mentre dormivamo nel suo letto insieme, la notte scorsa. Non avrei bisogno di un viaggio per farlo, ma non voglio farlo!"

Pearl sospirò dall'altro capo del telefono. "Non intendevo quello."

Jared riprese il telefonino. "Allora è una punizione per aver preso i nostri poteri, vero?"

"Jared, NO!"

"Ci vediamo a casa, sorellina." Disse Jared, chiudendo la conversazione definitivamente.


Jared sospirò e Jensen si accorse dell'esasperazione del giovane.

"Mi dispiace, è tutta colpa mia."

"Non dirlo neanche. Non puoi continuare a pagare per quello che è successo. Loro non devono continuare a starti addosso per l'eternità. Non glielo permetterò."

"Jared...ti fidi davvero di me? Anche dopo tutto quello che ti ho fatto?"

Jared lo guardò e sorrise. "Certo e lo sai perché? Perché vedo dai tuoi occhi quanto mi ami. Per questo mi fido."

Jensen intrecciò la mano con la sua e sussurrò: "Non credevo di poter amare così."

Jared sentì il cuore battergli come un tamburo a quelle parole e strinse la mano di Jensen più forte.


*

Sam e Dean stavano giocando nel cortile della Roadhouse. Il più piccolo stava cercando di arrampicarsi su uno steccato e il più grande lo stava aiutando. Lo sollevò di poco, ma poi non riuscì a fare di più e finirono a terra tutti e due, tra l'erba, ridendo.

Sammy era finito addosso al più grande, ma non si spostava, anzi, sembrava gli piacesse appoggiarsi al fratello. Strofinò la testa contro la sua schiena, come un gattino che faceva le fusa. Dean lo guardava, era anche lui piccolo, anche se più grande del fratello minore, avvertiva di essere il fratello maggiore, ma era in un'età in cui mescolavi il senso di protezione e il bisogno a vicenda di coccole. Accarezzò la testolina di Sammy, intuendo inconsciamente la ricerca di affetto del fratellino e essendone contento, anzi, volendo quelle attenzioni dal minore. Dean era ancora grande e piccolo insieme.

"Che bel quadretto" commentò una voce.

Dean e Sam si alzarono, trovandosi davanti il fratello maggiore Jensen, in compagnia di Jared e di Ash, poco distante.

"Fanno così tutto il giorno. Si sporcano e poi a me tocca lavarli, come se non sgobbassi abbastanza tutto il pomeriggio." Disse Ash.

"Stà zitto Ash, vecchio fannullone. Tu non lavori. Tu fai sgobbare quelle poverette di Ellen e Jo al tuo posto." Disse Jensen con gli occhi lucidi, guardando i suoi fratellini.

Sam e Dean accorsero ad abbracciare Jensen e lo strinsero forte e Jensen ricambiò felice, poi i ragazzini fecero lo stesso con Jared.

"Ci sei mancato. Non andare più via." Disse il piccolo Sam, rivolto a Jensen.

"Anche tu." Disse Dean rivolto a Jared.

"Quindi sei venuto a riprenderli?" chiese Ash, mal celando una nota di malinconia.

"Sì, ma sono venuto a chiederti di venire anche te, Ash. Potrai stare nel mio appartamento per qualche giorno, io sarò ospite a casa di Jared."

"Che stai dicendo, Jensen? Perché?"

"Perché abbiamo ancora alcune cose da sbrigare e io devo sapere di poterli vedere quando voglio, altrimenti non sto bene." Disse sinceramente Jensen.

"Jensen, amico, io non posso lasciare la Roadhouse."

"Sarà solo per qualche giorno, Ash, ti preghiamo. È un momento delicato per noi, pensa che le mie sorelle non volevano neanche lasciarci partire per venire qui." disse Jared, posandogli una mano sulla spalla.

"E perché??" chiese Ash, basito.

"Come ti abbiamo detto, è un momento delicato e le mie sorelle preferiscono che non ci spostiamo molto, almeno per il momento. Siamo venuti qui per prendere i piccoli, ma Jensen deve occuparsi di alcune cose e a casa mia siamo già in tanti. Preferiremmo che non venissero lì. Insomma, devono avere qualcuno che badi a loro."

"Mmmm...non volete dirmi di che si tratta?"

"Per il momento no, Ash, fidati di noi, non è niente di illegale, ma sono questioni delicate." Disse Jensen.

"D'accordo, allora aspettate un momento, vado a dirlo a Ellen e preparo i bagagli e anche quelli dei bambini, ovviamente."

"Grazie, ma non disturbarti, Ash. Alle cose dei bambini possiamo pensarci noi." Disse Jensen.

"Ok, per le stanze interne potete passare dalla porta secondaria della Roadhouse. A dopo."

"A dopo Ash e grazie." Disse Jensen.


Appena Ash se ne andò, Jensen strinse ancora a sé i suoi fratellini e poi prese da parte Dean.

"Devo chiedervi un enorme favore."

"Cosa??" chiese il piccolo.

"Non parliamo di cose personali, di demoni o...altro, mentre c'è Ash con noi, ok? Potete farlo?"

"Ok, fratellone." Dissero in coro Sam e Dean.

"Un'altra cosa. Jared sa tutto...sa tutto di noi. Gli ho raccontato tutto."

Sam e Dean sgranarono gli occhi. "Non lo ucciderai, vero? È nostro fratello." Disse Dean.

Jared sorrise loro, teneramente. "No, non lo farò. Amo vostro fratello."

Dean e Sam sgranarono ancora di più gli occhi, ma si tranquillizzarono.

"Lo ami, come una mamma ama un papà?" chiese Sam.

Jared si voltò verso Jensen, titubante. Jensen gli fece un sorriso di incoraggiamento.

"Sì." Disse Jared, prendendo le loro mani.

"Allora ci sarà un matrimonio?" chiese Sammy.

Jared sorrise, imbarazzato.

"Chissà...forse un giorno..." sorrise Jensen.

"Siamo contenti. Noi ti vogliamo bene." Disse Dean timido.

Jared sentì il cuore battergli più velocemente. Quei bambini erano davvero adorabili.

Senza pensarci, abbracciò il piccolo Dean.

"Jared, tu proteggerai il nostro fratellone? Lo farai, vero?" gli chiese Dean.

"Lo proteggerò con tutte le mie forze. Ve lo prometto!" disse Jared. 



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