Cap 7. Tra bolle protettive e procuratori distrettuali

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  Jared e le sue sorelle erano preoccupati, stavano seguendo il caso di un uomo accusato di omicidio, che pareva essere in combutta con un demone. L'uomo, infatti, incideva un segno demoniaco sulla fronte delle vittime. Un triangolo capovolto. E riusciva magicamente a evitare l'arresto.



"J, ho scoperto da quale demone è protetto! Il guardiano! È una specie di custode che possiede un corpo umano, questi custodi proteggono le persone in cambio dell'anima della vittima!" disse Pearl, scendendo dalle scale e portando il libro con sé.


Jared telefonò subito a Tati.

"Tati, sei ancora li a quella festa? Lui è ancora li?"

"Si, ma sta uscendo." Disse Tati, tenendolo d'occhio.

"Ok, ascolta, Tati, tu non fare niente, stagli lontano! Noi stiamo arrivando."

Jared mise giù il telefono e fece cenno alle sorelle di andare. Il locale della festa era distante solo tre minuti.



Tati mise giù il telefono, e senza ascoltare, insegui l'uomo sul retro del locale, che stava pedinando a sua volta una giovane donna.


Tati svoltò l'angolo, ma lui la prese alla sprovvista e la spinse per terra.

"Ah!" gridò Tati, riparandosi la testa.

"Nessuno può seguire il grande Jerkish e passarla liscia!" ringhiò l'uomo.

"Ehi, Jerkish" disse una voce dietro di lui, dandogli un colpetto alla spalla.

L'uomo si voltò e si beccò un pugno.

"Perché non ti fai una bibita gassata??" disse.


Jerkish reagi ringhiando a quel pugno e prese Misha con una forza sovrumana, facendolo volare letteralmente contro dei bidoni della spazzatura.

"No!!!" gridò Tati che l'aveva riconosciuto.

"Incenso!" gridò, avvolgendo Misha dentro una bolla protettiva, che impedi all'uomo di avvicinarsi a Misha.

"Una strega!!" sibilò gioioso l'uomo, avvicinandosi a Tati.

"No! Incenso!" disse ancora lei, proteggendo anche sé stessa.

"Molto furba...ma quell'effetto non durerà per sempre, e allora io..."

"Tu niente!!" gridò Pearl scaraventando con un gesto della mano, l'uomo, contro l'altro lato del cortile.



"Tati!" disse Pearl, accorrendo ad abbracciare la sorella che sentendosi fuori pericolo tolse la bolla da sé. Ora singhiozzava sulla spalla di Pearl.



"Niente più iniziative senza di noi, ok?" disse Marina, abbracciando Tati a sua volta.

"Ehm...sorelle...non è che non apprezzo gli abbracci fraterni, ma.....qui il suo gemello sta uscendo dal suo corpo!!" disse Jared sconvolto vedendo la proiezione astrale dell'uomo che era svenuto, uscire dal suo corpo e guardarli minacciosi. Era chiaramente il demone che c'era dentro di lui.

Pearl, Tati e Marina erano sbalordite.

"Il segno! Mira al segno!!" gridò Jared a Pearl, dopo che cercò di infilzarlo al petto, inutilmente, con il suo stesso pugnale.

Pearl ci riprovò, scaraventando il pugnale sulla fronte del demone, esattamente sul simbolo del triangolo.

Il demone fu come percorso da una scarica elettrica e si dissolse.




L'assassino era ancora svenuto, cosi come Misha. Tati gli andò subito incontro. La bolla protettiva oramai si era dissolta da sola.


Jared guardò le sorelle con uno sguardo di intesa. Tati sembrava particolarmente riguardevole nei confronti di quel giovanotto.


Quando Misha si fu ripreso e la polizia ebbe portato via l'assassino, Tati scopri che lo stesso Misha era un poliziotto e ne fu molto sorpresa.

"Ero sulle sue tracce...quando ho visto che stavi andando nella sua direzione e ho deciso di seguirti. Ero preoccupato per te." Disse Misha.

"Aspetta. Stavi seguendo me o...lui?" chiese dolce.

"Forse...entrambi? Anche se devo dire che tu sei una presenza più gradevole da ammirare e da seguire." Disse Misha seduttore.

Tati arrossi.

"Pensavo di non...rivederti..." disse Tati.

Jared, Pearl e Marina si scambiarono ancora uno sguardo complice. Tati aveva detto loro che il bel giovanotto era lo stesso ragazzo che aveva incontrato quella notte, e che l'aveva accompagnato alla festa.

"Se fosse stato per te, non ci saremmo rivisti di certo." Sorrise Misha, mostrandole il suo braccialetto con la scritta Amore.

Tati sgranò gli occhi. "Pensavo di averlo perso."

"Ed era cosi, ma sai, sono un asso nel recuperare gli oggetti persi, solo che finora" disse, mentre gli allacciava il braccialetto al polso "non mi era mai capitato che perdessero qualcosa nella mia macchina, sotto il mio naso."

Tati arrossi. "Beh, direi che è stata una fortunata coincidenza che fossi sulle tracce di questo assassino proprio qui, mia cara...non so se è stata una fortuna per te.."

"Devo ancora deciderlo." Disse Tati sorridendo, toccando il suo braccialetto con la scritta Amore.



Jared li guardava quasi con malinconia, e la parola Amore gli provocava fitte di desiderio struggente.

Arrivò un collega di Misha a distrarli. "Chiedo scusa, ma le ragazze dovrebbero testimoniare in quanto erano presenti a...ehm..tutto il caos.." disse il collega.

"Ehm..ah, si, certo. Dovete...testimoniare." Disse Misha, come se si fosse reso conto solo in quel momento che quello che era successo era molto confuso e come avvolto proprio in una bolla.


Pearl, Tati, Marina e Jared si voltarono a guardare l'assassino, che, ammanettato, veniva portato via, ridendo.

"Che ha da continuare a ridere? È in guai grossi, e deve rispondere di tentato omicidio, eppure...ride!" disse Jared irritato.




*



Si trovavano in tribunale e Jared si era allontanato un secondo per andare a prendere un caffè alla macchinetta.

Era molto pensieroso. Non gli piaceva quando la polizia li chiamava a testimoniare perché li beccava in qualche luogo sospetto. C'era sempre la paura che scoprissero chi erano e...

E lui non stava guardando dove stava andando!

Andò a sbattere dritto addosso ad un uomo, rovesciandogli il caffè addosso.

E ovviamente come se non bastasse quella figura, doveva anche cadere a terra come un sacco di patate.



L'uomo bofonchiò irritato, soprattutto quando il nero del caffè gli si rovesciò addosso, poi alzò lo sguardo per vedere il ragazzo.

Un ragazzo di sicuro più piccolo di lui di qualche anno. Sembrava un bambinetto. I folti capelli castani a caschetto che gli ricadevano sulla fronte. Jared alzò lo sguardo e bofonchiò un "Mi scusi" e Jensen si perse a guardarlo meglio.

Aveva un viso angelico e occhi di un verde smeraldo più intensi della stessa pietra. E sorrideva.

Non seppe perché lo stava facendo, ma lo aiutò a rialzarsi.



Jensen gli prese le braccia per farlo alzare mentre Jared si aggrappava contemporaneamente alle sue braccia con le mani.

Un gesto probabilmente dovuto a un riflesso istintivo, eppure Jensen senti qualcosa a livello primordiale, che non riusci a identificare.



"Stia più attento...la prossima volta." Gli disse, perplesso.

"Certo, certo! Mi scusi ancora, sono un idiota, stavo pensando.."

"E allora non pensi!" disse Jensen sorridendo, andandosene via.

Non sapeva perché, ma doveva allontanarsi subito da li. E aveva anche perso troppo tempo con quel ragazzino!

Jared lo guardò andare via con un sorriso ebete sulla faccia.

Certo, andare a sbattere con persone cosi importanti, come un procuratore distrettuale, era....

Aspetta un attimo...

Procuratore distrettuale??? Pensò Jared basito.










Note dell'autrice:  finalmente è arrivato Jensen <333 questo capitolo e forse anche altri, saranno ispirati dal telefilm Streghe, ma non tutto, voglio specificarlo ^^ anzi la trama sarà completamente diversa!

   Ps ho cercato di far capire bene l'azione di Jensen che tirava su Jared e Jared contemporaneamente si aggrappava a lui...spero abbiate chiara l'immagine perchè è molto dolce <33  


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