Cap 15. In qualunque tempo arrivi, arrivi troppo tardi

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  Jared era tornato a casa da Charlotte e Mika e teneva in braccio il piccolo Stefan tra le sue braccia, quando all'improvviso cominciò ad avere un giramento di testa.


"Jared, cos'hai??" chiese Mika spaventato.

"Tieni...il bambino...non mi sento tanto bene..."

Mika prese il bambino e all'istante un portale identico a quello che aveva portato Jared in quel tempo, si materializzò.


"Mi sa che...è ora per me di tornare nel mio tempo.." disse Jared, sorridendo a Mika e Charlotte.

"Jared..." dissero in coro i due fratelli.

Jared diede un ultimo bacio sulla fronte del piccolo che rise beato quando Jared gli schioccò il bacio, e poi si rivolse ai due fratelli: "Addio."

"Grazie di tutto, Jared. Non lo dimenticheremo mai." Disse Charlotte.

Jared sorrise ancora ed entrò dentro il portale, prima che il vortice lo risucchiasse come aveva fatto all'inizio.


Di nuovo quella cascata di colori e quella sensazione di vertigini che tanto gli aveva fatto girare la testa quando era successo la prima volta.

Jared ritornò a sentirsi male. Gli sembrava di precipitare da milioni e milioni di scale e gli sembrava che non finisse mai....

E poi fini. Crollò addosso alle sorelle. Tutte e tre.

"AHHHHH!" gridarono loro quando Jared gli crollò addosso. Loro erano sedute sul pavimento della soffitta a sfogliare il libro, cercando un modo per riportare indietro Jared.


"Fratellino!!" dissero tutte e tre, e poi Tati gli buttò letteralmente le braccia al collo.

"Piano, sorellina. Lascialo respirare" le disse Pearl, dolcemente. Jared non rispondeva, lasciandosi andare contro Tati, chiudendo gli occhi, e per qualche secondo le sorelle si preoccuparono.

"Jared, rispondi!!" lo scosse Marina.

"No! Lasciatelo stare, lasciatelo riposare. Deve essere sfinito." Disse Pearl, aiutando Tati a portarlo di sotto e ad accompagnarlo in camera sul letto.

"Ma dobbiamo sapere cosa gli è accaduto!" insistè Marina.

"Dopo! Adesso lasciamo che dorma." Disse Pearl.







*

Jensen aveva saputo che Jared era tornato nel suo mondo e non sapendo che fare, aveva deciso di tornare indietro pure lui, tanto ormai la missione era fallita. Chissà cos'avrebbero detto i suoi capi, la triade....

Naturalmente non doveva far altro che utilizzare ancora quella polverina d'angelo che i suoi capi avevano rubato e che gli avevano concesso per quel viaggetto nel passato.

Era quasi finita, sarebbe bastata giusto per il ritorno...

Quando ritornò nell'appartamento che aveva preso in affitto per il suo soggiorno da umano, si materializzò in soggiorno e prese a pugni la porta d'ingresso, lasciandosi scivolare dietro di essa come un animale ferito.

Le emozioni che aveva provato erano numerose e intense. Lo sovrastavano e minacciavano di soppraffarlo.

Aveva provato pietà per la donna incinta, per il bambino, pietà per Jared e le sue lacrime, e gelosia quando lui parlava con il giovane stregone.

Perché??? Si chiese, dando nuovamente altri pugni alla porta.

Lui non voleva cedere alle emozioni umane, non voleva assolutamente lasciarsene sopraffarre. Lui aveva una missione!!

E poi il bambino...diosanto...davvero voleva fare del male a una donna incinta e al suo bambino?

Perché lo voleva poi?

I suoi pensieri andarono cosi ai suoi fratellini, tornati umani e bisognosi d'amore e d'affetto, senza una famiglia!

Pianse calde lacrime in ginocchio, contro la porta.






*

Jared si era riposato e aveva raccontato alle sorelle ogni cosa. Ancora non era chiaro chi lo aveva portato nel passato e perché lo aveva fatto, ma doveva essere una persona buona, convennero le sorelle, visto che il motivo sembrava essere la salvezza del bambino e la preservazione della loro specie.

A proposito, come faceva Mika a sapere questo? Davvero aveva avuto solo una visione? Strano, ma si ripromisero di indagare in seguito.

Ora era già passato un giorno ed era mattina. Una calda mattinata, anzi.

Le sue sorelle ancora dormivano, ma Jared si era svegliato bene e stava dando l'acqua alle piantine sui davanzali delle finestre, quando suonò il campanello.

"Chi può essere a quest'ora?" si chiese Jared. Erano solo le otto di mattina.

Andò ad aprire la porta e si trovò davanti Jensen!

No, non lui....dopo quel viaggio nel tempo in cui aveva visto l'iniziale del suo nome nella buccia di mela, non se la sentiva ancora pronto ad affrontarlo!


Jensen però lo guardava turbato.

"Jensen. Come mai qui a quest'ora? Ma...cos'hai? Stai bene?"

Jensen si fece coraggio e gli disse straziato:

"I miei fratelli, Jared! I miei fratellini. Ho bisogno di loro. Ho bisogno dei miei fratellini. Li rivoglio!"


Jared lo guardò a bocca aperta.

Era cosi struggente in quella sua confessione.

Jared aveva sperato cosi tanto che cambiasse idea, e ora era quello che stava avvenendo.

"Ho capito che non posso fare a meno di loro....non..."

Non riusci a dire più niente, però, perché Jared gli prese il viso tra le mani di slancio e lo baciò.

Jensen era sorpreso, ma non si tirò indietro.

Si baciarono a fior di labbra, piano, tre o quattro volte, e poi Jared si staccò.


Jensen senti subito la mancanza di quel calore e del profumo di Jared.

"Mi dispiace Jensen, non avrei dovuto farlo, perdonami." Gli disse Jared, mortificato.

"No, non avresti dovuto." Gli rispose lui, spiazzandolo.

"Avrei dovuto farlo io." Disse Jensen, azzerando la distanza tra lui e Jared, con un veloce movimento e riappropriandosi delle sue labbra.

Quello fu un bacio diverso. Più passionale. Le loro labbra erano incollate e presto scomparirono nelle loro bocche, mentre Jensen lo imprigionava con il suo corpo, contro il muro della casa, per baciarlo meglio.


Jared gemeva nel bacio, e lo accarezzava sul viso, cosa che riscaldava ed eccitava ancora di più Jensen.

"Ehm- ehm – ehm." Disse una voce alle loro spalle.

Jared e Jensen si staccarono subito, terrorizzati e imbarazzati.



Si voltarono e videro uno sconosciuto, biondo, con occhi azzurri e una tuta da idraulico.



"Chiedo scusa, ma sono venuto a controllare le tubature. Sappiamo che da diversi giorni l'acqua ha qualche problema." Disse, tenendo in mano una cassetta degli attrezzi.

"Oddio...è vero...dovevate arrivare oggi...ehm...mi dispiace...scusate...entrate pure...le mie sorelle vi...diranno meglio..." farfugliò Jared imbarazzato.



Jared apri la porta e Tati e Marina quasi caddero dalla cassapanca davanti la finestra, cui erano sedute, per non farsi scoprire che stavano sbirciando dalla finestra, e molto probabilmente avevano anche visto il bacio.

"Bene....queste sono le mie sorelle." Disse Jared a denti stretti aveva ovviamente capito tutto, e molto probabilmente anche Jensen e l'idraulico.

"Ciao Jensen, ciao signore idraulico!" dissero in coro Marina e Tati, sorridendo allegre, un po' imbarazzate.

"Mi chiamo Luke" disse l'idraulico. "Voi siete molto carine."

Tati e Marina arrossirono.

"Vado a ....ehm...guardare i rubinetti!" disse ancora Luke.

"Oh si, bravo!" dissero sempre imbarazzate Tati e Marina, ridendo.

"Ehi, l'ho visto prima io, e poi tu sei già impegnata!" disse Marina a Tati.

"Con chi? Il poliziotto? Non sa neanche che esisto."

"Si, come no!" rispose Marina.

"Ehm...io adesso devo proprio andare..un mucchio di lavoro da fare...e poi non voglio essere d'intralcio." Disse Jensen.

"Ma..." cominciò Jared.

Jensen si avvicinò ancora un po' a Jared, dandogli un dolce bacio sulle labbra. "Ti chiamo dopo." Gli disse sempre dolcemente e Jared annui con occhi sognanti.

Jared dovette subirsi il terzo grado amorevole e divertito delle sorelle, mentre un'assonnata Pearl con i capelli arruffati, scendeva dalle scale, lamentando che voleva un'abbondante colazione e sgranando gli occhi, mentre vedeva Luke in cucina e Jensen attraverso le tende, andare via a passo spedito.


"Oh, beh...tanto qui ormai non è più casa nostra..entra chi vuole...ragazzi...demoni....ancora ragazzi...idraulici..."

"Mh? Hai detto qualcosa?" chiese Luke.

"Niente! Buongiorno!" disse lei sorridendo.

"Buongiorno!" sorrise Luke.

"Sorelline, potevate prepararla la colazione, però!" si lamentò Pearl, andando da loro.



Mentre era alle prese con i tubi, Luke si voltò verso Jared, quando fu sicuro che non lo stava guardando.

Un po' di trucco, cerone, una parrucca, e non riconosci neanche il tuo vecchio spasimante del 1670 pensò Luke sorridendo, che altri non era che il Mika del passato da cui Jared era appena ritornato.

Non era vero affatto che era il fratello di Charlotte. Charlotte non aveva fratelli.

"Scusa...permesso. Mia sorella lamenta un certo appetito e quindi tocca a me fare il caffè, perché Tati e Jared sono troppo pigri." Disse Marina, andando a prendere il caffè.

"Figurati." Disse Luke sorridendo.

"Se vuoi, puoi unirti a noi. Anzi, devi." Disse Marina, che aveva già perso la testa per il bel biondo.

Torno dal passato, di cui non ho mai fatto veramente parte, contento di quest'incarico, perché cosi posso stare vicino a Jared, e la prima cosa che vedo è lui che si slinguazza con uno, forse lo stesso a cui pensava durante il gioco della mela. Ho davvero bisogno di un caffè forte, e forse anche di biscotti! Pensò Luke.

"Accetto!" disse.














Note dell'autrice: 

Scommetto che pensavate che il titolo presagisse qualcosa di molto drammatico in arrivo e ora forse avete capito che è riferito a Mika/Luke e state ridendo ahhah sono sadica, lo so!

Sono abbastanza soddisfatta di questo capitolo, devo dire. Sono soddisfatta e mi piace molto quando riesco a scrivere capitoli dove ci sono svolte e colpi di scena! Le lacune ci sono sempre, ma sto entrando di più nella storia e spero quindi che vi stia facendo appassionare di più ^^
Avevo bisogno dell'arrivo di un angelo e mi è venuta l'idea di sfruttare il capitolo del viaggio nel tempo, per questo. Mi sembra inoltre carino e stuzzicante il fatto che sia anche infatuato di Jared xd

ps per chiarimenti: Luke è il Luke che abbiamo visto a fine capitolo 12 xd 

Spero che anche il bacio tra i J2 non vi abbia deluso. Volevo che fosse stratosferico, ma non so bene com'è venuto, ma tanto ci saranno altri baci...quindi...xd

ciaoooo     

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