L'ascensore si aprì e Jared si ritrovò di nuovo nel passato. Era di nuovo nel 1670 e si trovava con Mika - Luke.
"Vuoi conoscere l'iniziale del nome del tuo amore?"
"Facciamolo!" disse Jared.
"No!"
Jared si voltò di stucco.
"Jensen?? Cosa ci fai qui in mezzo ai miei ricordi?"
"Jared, non devi guardare. È un inganno! Le immagini che vedi sono create ad arte per farti del male!"
"Per prima cosa devi riempire il tuo cuore con pensieri d'amore!"
"Jensen, voltati, sta per.." disse Jared, cercando di far spostare Jensen, ma Jensen non si spostò e nessuno dei due vide la J che si formò e neanche lo sguardo del Jensen del passato.
"Una J. Il nome del tuo amore inizia per la J!" disse l'uomo.
"Se ti fossi spostato, avresti visto..." disse Jared, con un sorriso amaro.
Jensen però sapeva già quello che era successo.
"Ascolta, Jared, io..."
Lo scenario cambiò di nuovo.
Jared stava incanalando l'energia delle piante e Mika era con lui. Mika che in realtà era l'angelo Luke.
All'improvviso un'onda di energia malevola li affiancò e scattò contro l'albero, ferendolo.
Il Jared del presente si voltò verso il Jensen del presente.
"Jensen! Perché sta succedendo tutto questo???"
"Jared, ascoltami, devi stare molto attento ai messaggi!" urlò Jensen. la sua voce suonò distorta, come una radio che trasmetteva frequenze disturbate.
Come se qualcuno l'avesse sentito, un messaggio scivolò sulla testa di Jared.
Le emozioni basse possono tradirti.
"Che cosa sono le emozioni basse? Vediamo...la collera, forse l'invidia...l'arroganza, forse?" si chiese Jared.
Lo scenario cambiò di nuovo e Jensen stava strangolando Jared. Era stato quando erano a casa di Charlotte e cercarono di rapire il suo bambino!
"AH – AH –AHHHHHHH!" gridò Jared.
"JARED! JARED! NO. NOOOOO."gridò Jensen.
Infatti era il Jared del presente ora, che pareva quasi soffocare, ma poi Jensen tenendolo, lo osservò meglio e si rese conto che non si teneva il collo, ma il cuore.
Jared ricadde pesantemente, mentre una voce ora maligna, diceva:
"Non esiste sofferenza più grande, di permettere a coloro che amiamo, di farci del male, spezzandoci il cuore!!!"
"Jensen, che voleva dire? Che diavolo VOLEVA DIRE?" si agitò Jared, scuotendolo.
Lo scenario cambiò nuovamente.
Jared stava guardando l'albero ora ed esultava vedendo che non c'era più nessuno sfregio.
Jensen, sotto forma di demone, lo guardava, nascosto. Sorrideva.
"è Belthazor! Ci dava la caccia fin dal passato...era lui. Perché non mi ha ucciso quando ne aveva l'occasione?? Perché mi ha lasciato vivere??" chiedeva Jared.
Lo scenario cambiò di nuovo e ora Jared e Jensen si stavano baciando.
Era un bacio passionale, caldo e travolgente.
Il loro primo bacio.
Jared sussultò e accarezzò il viso di Jensen.
"Jensen, io....io credo di am..."
"Jared, no, non..."
Un fulmine sferzò un cielo invisibile e divise i due.
Ora erano di nuovo divisi.
"NO! NO! VI PREGO. NON SEPARATEMI DA LUI. JENSEN, JENSEN, TORNA DA ME, TI PREGO!" gridò Jared, ora, intrappolato in quello che pareva un infinito labirinto di specchi.
Rivide proprio attraverso quegli specchi, l'ennesimo ricordo.
"Se qualche uomo cattivo vi avvicina e vi chiede di me, voi allontanatevi subito. capito?" stava dicendo Jensen ai suoi fratellini.
"Abbiamo capito, Jensen."
"Che...cosa ricordate? Ricordate....L'inferno?"
"Ricordo che Sammy piangeva continuamente perché lo buttavano nella lava bollente, continuamente...io picchiavo chi lo faceva piangere, poi dopo un po' non ha pianto più."
"Non so perché non sentivo più dolore. E poi siamo diventati diversi. Tipo... brutti?"
"Gli altri bambini ci picchiavano e anche noi li picchiavamo ed eravamo contenti, ma non ricordo perché. Perché ci comportavamo in quella maniera?"
"Che cos'altro ricordate? Ricordate come...vivevate?"
"Sembra tutto un sogno ora...mi sembra di non ricordare molto...eccetto te...venivi a trovarci?"
"Si..."
Jared si era portato una mano alla bocca.
"Non ricordo...cosa pensavamo...e cosa sentivamo..." rimuginò Sam.
"Non dovete più pensarci. Non dovete più farlo. Vi prego, non pensateci più." disse Jensen, tenendoli per le spalle.
"Anche tu sei umano ora, come noi? Possiamo tornare a essere una famiglia?" chiese Sam.
"No, non sono umano, ma questo deve restare il nostro piccolo segreto."
"Ma...se tu lo dici a quel ragazzo tanto carino che ci fa giocare sempre, lui ti aiuterà..." disse Dean.
"NO."
Jared ora stava piangendo.
"No." disse più dolcemente. "Jared non dovrà mai saperlo. Vi prego. non ditelo. Vi prego. la Triade lo scoprirà e vi porterà via da me. Vi prego, vi prego, promettetemi che non lo direte a nessuno!" supplicò Jensen prendendo le loro manine tra le sue.
No....Jensen....
"Vi prego, non dovete avere paura di me. È vero, sono ancora un demone, ma non vi farei mai del male. "
"Possono i demoni amare?" chiese Sam.
Demoni....amare...
"Io...io non lo so..." riflettè Jensen.
Non lo so....
Jared cadde in ginocchio.
"Non si fidano di me e hanno ragione. Sono inutile. Io non sono stato capace di proteggerli. Sono solo un fallito..." disse Jensen singhiozzando
"Jensen, Jensen, guardami! Tu non sei un fallito, ok??"
Jared gridò e prese a pugni lo specchio, facendosi sanguinare la mano, ma interrompendo la visione.
Gli specchi sparirono, ma un altro ascensore apparve.
Per i tradimenti bisogna tornare sotto. MOLTO sotto. Eccola. Era ritornata. La maledetta lavagnetta.
Hanno cambiato aspetto quando tu li hai toccati
I – io ti giuro che non ho fatto niente, Jensen. Dev'essere successo qualcos'altro..forse avevano toccato qualcosa prima.
Jensen gli prese la mano.
Non è che sei un angelo? Li hai guariti...
Jared rabbrividì, risentendo quelle ultime parole, chiudendosi di nuovo dentro l'ascensore.
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Voglio la tua magia
FanfictionQuesta storia è ispirata al telefilm Streghe, e racconterà di Jared con le sue sorelle. Ovviamente la storia sarà tutta diversa, ma se l'idea vi incuriosisce, vi aspetto :D