Cap 11. Jensen e i baby demoni - seconda parte

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 Jensen non voleva fare del male a Jared. Voleva solo un pizzico della sua magia. Solo un po'.


"Mmm...com'è rilassante." Disse Jared, mentre a casa sua, Jensen gli stava facendo un massaggio alle tempie.



Jensen sapeva che se Jared – uno stregone – riponeva una grande fiducia in un demone, esso, in un momento di debolezza, sarebbe potuto riuscire a rubare un po della sua magia. Solo un pizzico. Lo stregone non se ne sarebbe neanche accorto.


E fu cosi in effetti. Un pizzico della magia di Jared usci dalle sue tempie ed entrò nelle mani di Jensen.

"Ti senti bene?" gli chiese Jensen, sentendo le viscere contrarsi e facendolo sentire male, ma non riusciva a spiegarsene il motivo.

"Mi è passato il mal di testa." Disse Jared sorridendo, e Jensen si senti davvero male.







La magia che poteva rubare in quel modo, era minima, e Jensen pensò che forse anche se avesse potuto rubarne di più, non avrebbe voluto. Quel pensiero lo atterri più di ogni altra cosa.


"Siete liberi." Disse Jensen donando un po' di quella magia ai baby demoni, che conferi a loro un aspetto quasi umano.

"Questa magia vi permetterà anche di uscire dall'inferno sani e salvi senza essere visti." Disse, a occhi chiusi, triste.

Ma perché diavolo doveva essere triste? Da quando si era riappropriato del suo vecchio corpo lo era sempre, e lo odiava. Odiava tutto questo e anche il suo involucro.






"Proseguono i numerosi avvistamenti di persone che dicono di essere state aggredite da demoni- bambini. le autorità credono che si tratti di qualche fenomeno di allucinazioni collettive...forse qualcosa nell'acqua..."

Tati spense la tivu.

"Misha non fa che chiedermi di questi baby demoni. Lo sapevo io che non potevo piacergli davvero. " si lamentò Tati.


"Abbiamo problemi più grossi a cui pensare, Tati. " disse Pearl. "Jared, stai ancora male?" chiese.

"è solo un giramento di testa. Sto bene." Disse Jared, barcollando.

"Col cavolo. Ora tu ti riposi! E meno male che il tuo amichetto avvocato doveva avertelo fatto passare." Disse Pearl.

"Infatti era cosi."

"Non è che te l'ha fatto venire lui??"

"Che cosa vorresti dire?"

"è solo che non mi fido di lui, Jared. Questo sconosciuto sbuca fuori dal nulla, e all'improvviso si interessa a te, mi sembra strano."

"Già, è stranissimo che un ragazzo possa interessarsi a me, ho capito!" sbottò Jared.

"Jared...io non..." balbettò Pearl.

"Già...già...non volevi dirlo." Disse Jared amareggiato, salendo sulla sua stanza.






Era pieno pomeriggio e Jensen bruciava ancora dai sensi di colpa nei confronti di Jared. Voleva accertarsi che stesse bene.

No, voleva accertarsi che non avesse scoperto che gli aveva rubato i poteri, pensò.

"Jared, dove sei?" gli chiese al telefono.

"Sono di fronte alla pasticceria Roswell." Disse lui.

Era li che i baby demoncelli erano diretti.




Jensen arrivò appena in tempo con la macchina, per scorgere Jared che si avvicinava a un gruppetto di baby demoni.

"JAREEEEED, ALLONTANATI DA LI!"

Jared lo guardò, gli sorrise, ma non gli diede retta.


"Jared, no, non farlo."

Toccò le spalle di due baby demoni, che lo guardarono maligni.

Poi arrivò Jensen, e lo afferrò da dietro, cadendo con lui, prima che i demoni lo attaccassero.

"Jensen!!"

"Che cavolo volevi fare?"

"Sto cercando di aiutarli!"

"Non puoi, dobbiamo allontanarci subito, prima che ci mangino."

Ma i baby demoni toccati da Jared si erano accasciati al suolo.

"Che diavolo sta succedendo??? Bloody Hill." Disse Misha, vedendo i demoni.

"Aiutalo...aiuta Misha...aiuta i bambini...loro..." disse Jared, prima di cadere a terra.

"JARED! JARED! Maledizione, aiutami, chiama un'ambulanza, lascia perdere quei disgraziati." Disse, rivolgendosi a Misha, che guardava i baby demoni scappare.

"Sisi, scusa!" disse Misha.

Nel frattempo i baby demoni toccati da Jared che si erano accasciati al suolo, avevano ora un aspetto quasi umano. Sembravano quasi normali bambini.




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