Capitolo 2.

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Le temperature, nella città, non erano affatto le migliori; non poche erano le persone chiuse dentro i bar o semplicemente nelle loro case per poter usufruire del loro termosifone.
Nelle strade tirava un forte vento, il cielo era chiuso da nuvole grige e ogni tanto il sole usciva dal nascondiglio.
I giovani erano usciti dalle loro scuole, recandosi successivamente nelle proprie case per pranzare.
Federico, invece, era sdraiato sul divano della sua dimora, fredda, priva di sentimenti, esattamente come lui.
Quel ragazzo aveva tante cose da nascondere, dietro di lui si celava un grande passato ma anche un cuore enorme.
Guardava il suo cellulare, guardava una foto.
Una foto che, agli occhi della gente, poteva essere banale, una semplice foto senza alcun senso.
Era lui, in piedi, nel bel mezzo della sabbia a fissare il tramonto; quel giorno, il cielo era di tutte le tonalità di rosa possibili, il sole era bagnato dall'acqua cristallina e la leggera brezza marina scompigliava i suoi capelli bianchi.
Quella foto era stata scattata da una persona a lui importante, che voleva solo dimenticare.
Federico voleva cambiare.

Il campanello di casa Rossi prese a trillare, attirando l'attenzione del ragazzo: questo si alzò di controvoglia, raggiungendo la porta ed aprendola successivamente.
"Fè, sei pronto?" Chiese la persona che aveva raggiunto la sua casa.
"Yuri, per cosa?" Domandò Federico.
Solo dopo pochi secondi, quest'ultimo si diede mentalmente dello stupido ricordando la prova della palestra che avevano in programma per oggi.
"Cazzo, la prova!" Gridò, correndo al bagno per darsi una sistemata al volo.
Yuri, nel frattempo, chiuse la porta prima di scoppiare a ridere: di tempo ne era passato, ma Federico era rimasto sempre lo stesso ragazzo ingenuo.
Dopo poco, il bianco fece la sua comparsa nel salone ed aveva dei semplici jeans bianchi e un maglione nero, con sé anche una borsa grande del medesimo colore.
Dopodiché, entrambi uscirono dalla casa e partirono per la palestra.

Il cielo, per la loro enorme fortuna, si era aperto ed il sole regnava ancora sereno.
Il vento fresco della seconda settimana di dicembre non era del tutto cessato, dando però modo alla maggior parte dei giovani di raggiungere il parco con i loro amici.
I due ragazzi stavano camminando nel centro della città, raggiungendo la palestra dall'insegna grande bianca, con il contorno rosso, chiamata "Mascolo Gym".
Federico estrasse dalla tasca dei suoi jeans il pacchetto di sigarette, estraendo una di queste.
La portò alle labbra per poi accenderla, sotto lo sguardo infuocato del suo migliore amico.
"Cosa c'è?" Chiese, infastidito, Federico.
"C'è che devi smetterla di fumare, in futuro ti porterà solo dei problemi." Disse il finto grigio, mentre il più piccolo alzò gli occhi al cielo.
"Sai quante volte mi hai detto queste cose e ti ricordi cosa ti ho sempre risposto?" Chiese Federico.
"La vita è la tua e sai come gestirtela, ormai me l'hai tatuata." Rispose, ironico, Yuri.
Federico fece un ultimo tiro della sigaretta per poi buttarla a terra ed entrare, era ufficialmente pronto.
Una signorina dai lunghi capelli castani e mossi raggiunse i due, sorridendo cordialmente.
"Salve ragazzi, cosa posso fare per voi?" Chiese, gentilmente.
"Salve, ieri ho prenotato una prova qua, precisamente alle tre." Rispose Yuri.
"Certo, mi dica il nome." Disse la signorina.
"Yuri Cammisa." Rispose il ragazzo.
"Allora ragazzi, a breve dovrebbero arrivare i vostri istruttori a seconda di ciò che avete scelto di fare." Disse questa. "Laggiù ci sono gli spogliatoi, potete benissimo cambiarvi ed aspettare i vostri istruttori una volta tornati qui." Aggiunse. "Buona permanenza." Concluse, prima di prendere dei fogli ed allontanarsi.
I due ragazzi raggiunsero gli spogliatoi, estraendo dalle loro borse i cambi.
Federico indossò una semplice canotta rossa che lasciava scoperte le braccia muscolose e tatuate, dei pantaloncini bianchi e delle scarpe nere, comode, per concludere il tutto.
Il ragazzo sospirò, sedendosi sulla panchina prima di passare una mano nei suoi capelli.
"Qualcosa non va?" Domandò l'amico, allacciando le sue scarpe.
"Solo che ho leggermente paura di non fare la cosa giusta, di compiere nuovamente un errore." Disse Federico.
Yuri si avvicinò a lui, stringendo le sue mani calde.
"Non pensarlo nemmeno, vedrai che questa palestra ti piacerà, magari troverai pure la tua anima gemella." Sorrise l'amico prima di essere seguito fuori dallo spogliatoio.
"Eccovi ragazzi!" Disse la stessa signorina di prima. "Questi sono i due vostri istruttori." Aggiunse, indicando una coppia di giovani ragazzi, maschio e femmina, intenti a parlare.
I due si voltarono e gli occhi di Federico si incastrarono subito in quelli verdi, con un tocco di azzurro, del ragazzo.
Quest'ultimo sorrise, prima di avvicinarsi ai due amici seguiti a ruota dalla ragazza.
"Voi dovreste essere i nuovi ragazzi, esattamente?" Chiese la ragazza dai capelli ramati, raccolti in una coda.
I due annuirono, prima di ricevere un sorriso dagli altri.
"Io sono Marilyn, e sono qui per fare il corso di brek dance." Disse la ragazza, porgendo la mano ai due che prontamente la strinsero.
"Il diretto interessato sono io, Yuri Cammisa." Rispose il finto grigio.
"Perfetto, allora seguimi che andiamo in sala." Disse Marilyn, lasciando i due ragazzi soli.
Federico perse quei minuti a fissare il ragazzo di fronte a sé: questo aveva i capelli mori corti, un piccolo ciuffetto alla punta, due occhioni dal colore decisamente indescrivibile, che varia dal verde all'azzurro e per concludere, due labbra carnose ma allo stesso tempo sottili con due piercing sotto il labbro.
Era un ragazzo tatuato, decisamente tatuato, e poco più basso di lui; una corporatura anch'essa muscolosa, e quando si accorse che il più piccolo lo stava fissando, sorrise leggermente.
"Io, invece, sono qui per il corso generale della palestra e difesa personale." Disse il ragazzo, sorridendo. "Sei tu Federico Rossi?" Aggiunse, facendo incontrare i loro occhi; per un attimo, un brivido percorse la spina dorsale di Federico.
"Sì." Disse quest'ultimo. "Io sono Federico Rossi." Aggiunse, sorridendo.
"Perfetto, allora!" Rispose l'altro, avvicinandosi al minore che indietreggiò di qualche passo.
"Lei sarebbe?" Chiese Federico.
"Dammi del tuo, altrimenti mi fai sentire vecchio." Ridacchiò il ragazzo, facendo arrossire leggermente il bianco. "Sono Benjamin Mascolo, il proprietario della palestra." Aggiunse. "Da oggi in poi, sarò il tuo istruttore." Concluse Benjamin.

Istruttore || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora