Una nuova giornata aveva preso vita a Modena: il sole era alto nel cielo, delle nuvole bianche ogni tanto lo accompagnavano in quelle prime ore del mattino mentre un leggero vento piacevole si infrangeva tra le strade.
Queste erano già gremite di giovani intenti a chiacchierare fra loro al bar, sorseggiando magari un buon caffè o cappuccino caldo.
Federico non era tra questi; pur essendo una domenica, la terza del mese per precisione, stava raggiungendo il suo punto lavorativo mentre un sorriso non accennava a svanire dal suo volto.
Sapeva per certo che quella giornata non sarebbe stata male, anche perché insieme a lui c'era Benjamin.
Il moro camminava mano nella mano assieme al più piccolo, che aveva il turno alle undici di mattina fino a tardo pomeriggio.I due giovani ragazzi erano da poco arrivati davanti al bar dove Khloè già era in movimento da diverse ore; il bianco si fermò davanti all'entrata, guardando successivamente l'orario sul suo orologio per poi allacciare le braccia intorno il bacino dell'altro.
"Cosa fai?" Gli chiese il moro.
"Mancano ancora venti minuti all'attacco del turno, che ne dici se sfruttiamo questo lasso di tempo tra un bacio e un altro?" Domandò, a sua volta, Federico iniziando a mordicchiare il labbro inferiore di Benjamin.
Quest'ultimo ridacchiò, facendo unire le loro labbra in un bacio che di casto aveva ben poco: i loro corpi si erano intrecciati in breve tempo e per grande fortuna, nessun passante osava disturbare quel loro momento di pace e serenità.
I schiocchi dei baci erano rumorosi e Federico non desiderava sciogliere quel loro contatto per nessun motivo al mondo.
Benjamin, però, si staccò dai baci ormai senza fiato e cercò di ricomporsi il miglior possibile prima di parlare.
"Oggi ho intenzione di preparare una buona pasta al forno, con la ricetta di mia nonna.
Ti andrebbe di venire a cena da me, questa sera?" Gli chiese Benjamin, prendendo la mano grande del bianco solo per poi lasciare un bacio su questa.
Federico rimase sorpreso dalla proposta del più grande: questo non gli aveva mai chiesto di andare a casa sua, erano sempre andati dal minore e non poteva evitare di essere sorpreso.
"Sempre se per te non è un problema." Aggiunse il maggiore.
"Assolutamente no, vengo volentieri.
Sono solo rimasto sorpreso da questa proposta, insomma non mi hai mai chiesto di venire da te e comunque lo considero un passo avanti." Disse Federico, facendo allacciare le braccia attorno al collo del più grande.
"Perfetto, ti passo a prendere alle sette allora, esattamente quando hai finito il tuo turno." Sorrise Benjamin. "Credo proprio che sia arrivato il momento di lasciarti andare, ci vediamo questo pomeriggio." Aggiunse.
Il più piccolo annuì, lasciando un bacio a stampo all'altro, il quale sorrise prima di sciogliere ogni contatto con il bianco e sparire così dietro le mura della città.
Federico, con un grande sorriso in volto, entrò dentro il bar e si precipitò subito nello stanzino per cambiarsi: era felice di poter andare a casa del più grande, non vedeva l'ora di tornare a baciarlo e stringerlo.
Il più piccolo era felice e del tutto incosciente di ciò che quella sera sarebbe successo.La giornata era andata avanti in modo straziante per Federico che correva da una parte all'altra del bar: questo era colmo di gente, sia giovane che forse un po' più adulta, che continuavano a chiedere ordinazioni su ordinazioni.
Per un momento, il minore aveva iniziato a sentire la testa girare vorticosamente, portando questo a doversi sedere un attimo sulla sedia posta dietro al bancone.
Khloè si era curata di dare un medicinale apposito al bianco, il quale dopo diversi minuti era tornato in pista.
Federico tirò un sospiro di sollievo quando anche l'ultimo cliente varcò la soglia dell'uscita; era soddisfatto del suo lavoro ma era anche molto stanco.
Il rumore di una moto attirò la sua attenzione: lo sguardo di Federico ricadde sul veicolo posteggiato fuori al bar, e non potè che sorridere.
"Vai da lui, al bar ci penso io." Disse Khloè.
Il minore gli regalò un sorriso, prima di lasciare un bacio sulla guancia calda della ragazza.
Uscì poi dal bar, prendendo il casco che Benjamin gli aveva dato e salì in sella pronti a raggiungere casa del moro.Dopo diversi minuti, i due ragazzi entrarono nel giardino che casa del maggiore offriva: questo era abbastanza grande e il garage era lo stesso.
Lasciarono la moto dentro questo, prima di salire in casa.
Quest'ultima era grandissima: le pareti erano del tutto bianche, i mobili erano ben sistemati e ospitava anche due bagni.
Nella camera di Benjamin si potevano trovare i poster dei suoi cantanti preferiti, dei piccoli quadri erano posti sui comodini mentre una grande TV regnava davanti il letto, coperto da un lenzuolo grigio con sopra diversi cuscini.
La casa aveva un profumo inspiegabile, sapeva anche quanto il moro tenesse a quella casa e voleva così tenerla in ordine.
"Ti piace?" Gli chiese Benjamin, notando Federico che guardava in giro.
"È bellissima questa casa, poi ha una pulizia che non si può assolutamente spiegare." Rispose Federico.
"Vieni con me." Gli disse Benjamin, portando il più piccolo in una stanza che era come una piccola camera.
All'interno di questa, c'erano tutte le macchine fotografiche che il maggiore possedeva e non poche erano le foto mese in ordine.
Federico diede uno sguardo alle macchine fotografiche che c'erano: dalla Canon alla polaroid e via discorrendo.
"Tu possiedi tutte queste macchine?" Chiese Federico, sorpreso.
"Come già ti ho detto, la fotografia è la mia passione e per questo motivo tendo ad avere macchine di tutti i generi." Rispose Benjamin. "E mi piacerebbe immortalare anche ogni tuo momento, voglio passare la maggior parte dei miei, nostri, giorni a fotografati perché tu sei il mio concetto di arte." Aggiunse, attirando l'altro a lui prima di baciarlo.La cena si era presentata davvero ricca per il più picolo: Benjamin si era ben occupato di far trovare a Federico la sua casa in ordine e la cena il più gustosa possibile.
La pasta al forno era stata di gradimento da parte di Federico, esattamente come le bruschette e l'antipasto mediterraneo.
Avevano passato la maggior parte della cena a parlare di qualsiasi argomento: a partire dalla giornata lavorativa del bianco, fino a parlare del loro passato.
In questo argomento, però, il minore diede poca voce al capitolo perché non aveva ancora intenzione di parlarne, ma non perché non si fidava, semplicemente non voleva ricordare.
I due ragazzi avevano terminato di cenare già da diversi minuti, così Benjamin aveva ben pensato di mettere i piatti in lavastoviglie.
Una volta terminato di sistemare la roba sporca, il moro chiuse la lavastoviglie e fece cenno al più piccolo di raggiungerlo.
Questo si posizionò tra le sue gambe, lasciando un dolce bacio sulla fronte di Benjamin.
"Questa cena è stata di tuo gradimento? Hai ancora fame?" Gli chiese Benjamin, sorridendo.
"La pasta al forno era davvero buonissima, sai anche cucinare devo dire." Rise Federico.
"Mia nonna mi ha insegnato davvero tanti trucchetti in cucina e tanti piatti gustosi, quando era ancora in vita." Disse il moro. "Ho anche il gelato, se vuoi ne mangiamo un po'." Aggiunse.
"Dopo cena ci vuole un dolce, ma il gelato non ho intenzione di mangiarlo, voglio altro." Disse Federico.
"Ah, sì? E cosa vorresti?" Lo provocò Benjamin.
"Te." Disse il bianco, facendo unire le loro labbra.
Nella cucina si poteva udire solamente il rumore piacevole delle loro bocche che si incontravano, dei loro respiri irregolari.
Ad attirare la loro attenzione fu, però, il girare delle chiavi nella serratura della dimora Mascolo.
"Benjamin, sono a casa!" Gridò una voce che Federico non conosceva.
I due ragazzi si staccarono: il bianco era perplesso, non riusciva ancora a capire la situazione.
Il moro, invece, sbiancò come se stesse per svenire da un momento all'altro: il suo cuore batteva fortissimo e le mani avevano iniziato a tremare.
In cucina, fece il suo ingresso un ragazzo alto più o meno come Federico: questo aveva dei capelli scuri, tendenti quasi al nero, sistemati al lato destro mentre l'altro era rasato.
Il piercing al naso non risultava indifferente a Federico che subito poggiò il suo sguardo su quello.
Aveva anche due iridi scure che si avvicinavano parecchio al marrone ma il più piccolo non era in grado di identificarne il colore e nemmeno gli poteva interessare.
Doveva ammettere a sé stesso che quel ragazzo non era niente male, specialmente stretto in quel suo maglione.
"Scusami, e tu chi saresti?" Gli chiese Federico.
"Potrei farti la stessa domanda, visto che sei in casa mia." Rispose il ragazzo.
Il bianco sbarrò gli occhi di colpo: casa sua?
Si girò verso Benjamin, il quale teneva lo sguardo basso incapace di reggere gli occhi azzurri del più piccolo su di lui.
"Chi è lui, Benjamin?" Disse, con tono serio, Federico.
"Io sono Kail." Disse il ragazzo dai capelli scuri. "Il fidanzato di Benjamin."
STAI LEGGENDO
Istruttore || Fenji
FanficUna storia dove il giovane ventiquattrenne Benjamin Mascolo decide di aprire una palestra tutta sua. Ma cosa succede se Federico Rossi, un ragazzo ventitreenne dai capelli tinti di bianco, decidesse di iscriversi con il migliore amico alla palestra...