Il buio della notte era contornato da diverse stelle che cercavano di aiutare la luna ad illuminare le strade.
In queste c'erano poche persone intente a camminare, i giovani si erano recati in discoteca oppure semplicemente nelle loro casa per godere di una serata in pura pace.
Benjamin era passato a prendere il più piccolo e così, in sella alla sua moto, raggiunsero casa di Federico in poco meno di mezz'ora.
I due erano entrati nell'abitazione ancora del tutto spenta e priva di vita, non sapevano ancora cosa fare, ma una cosa era certa: Benjamin non si sarebbe mai stancato di stare con il più piccolo.
In breve tempo, il moro fece aderire la schiena del bianco sulla porta in legno chiusa, poggiando così le labbra sul suo collo abbronzato e poco scoperto.
Fece togliere il giubbotto a Federico e così quest'ultimo trascinò il ragazzo nella camera da letto; Benjamin fece sdraiare il piccolo sul letto per poi mettersi a cavalcioni su di lui per lasciare teneri ed umidi baci su ogni centimetro di pelle, lasciando qualche morso qua e là.
Si soffermò su un punto definito del collo abbronzato di Federico e non perse tempo nel lasciare una macchia violacea ben visibile.
Tolse la maglia al più piccolo per poi avvolgere i loro corpi nella leggera coperta grigia posta sul letto.
"Sei bellissimo." Gli sussurrò Benjamin, mordendo il lobo del suo orecchio lasciando una scia di baci che terminarono fin sotto l'ombelico.
I jeans del più piccolo stavano iniziando ad essere stretti e il moro poggiò una mano sul cavallo di questi, massaggiandolo.
"Ti piace?" Chiese, maliziosamente, Benjamin.
"T- tanto." Rispose Federico.
Il maggiore sbottonò i jeans chiari del più piccolo, facendoli arrivare fino alle caviglie: l'erezione di Federico era coperta solo dal tessuto leggero dei suoi boxer.
Benjamin, nel frattempo, si tolse la felpa azzurra e i jeans neri.
Il minore sentì una strana sensazione invadere il suo corpo, facendo riempire di brividi questo.
Il moro continuava a baciarlo e baciarlo e non poche erano le macchie dal color violaceo che erano presenti sul petto di Federico.
Il maggiore fece scivolare la mano lungo la coscia del piccolo, lasciando delle carezze leggere fino a salire all'elastico dei suoi boxer.
Fece per toglierli, ma la mano tremante di Federico lo bloccò.
"N- no, Benjamin." Disse Federico in un sussurro.
"Cosa no?" Chiese, perplesso, il moro.
"Non me la sento di andare oltre a questo." Disse il minore, più sicuro delle sue parole.
Benjamin tolse immediatamente la mano da lì, sorridendogli teneramente.
"Scusami..." disse, ancora, Federico sciogliendo il contatto che i loro occhi avevano creato.
Il moro mise una mano sul mento dell'altro, tirando su il suo volto.
"Non devi scusarti per nessuna ragione al mondo, forse stiamo correndo troppo con i tempi.
Ci stiamo frequentando e ci sta che ci diamo dei baci, ma penso anch'io che per questo sia troppo presto.
Poi penso che debba essere un momento speciale per entrambi e non un momento preso dall'eccitazione." Disse Benjamin, facendo sorridere l'altro.
"Ti do ragione e lo penso anch'io.
Magari in futuro chissà." Rise Federico.
"Pensi ad un nostro futuro?" Gli chiese il maggiore.
"Io penso ad una vita intera con te." Rispose Federico, unendo le loro labbra.La domenica era arrivata con grande fretta e tutti gli abitanti erano felice di accogliere questa giornata nel migliore dei modi.
Le nuvole che avevano incupito la città erano del tutto scomparse, lasciando spazio ad un sole grande pronto a riscaldare e far sorridere le persone.
Le strade erano gremite di persone pur essendo mezzogiorno, la vitalità era tornata esattamente come nei giovani e negli adulti.
I due ragazzi erano ancora sdraiati nel letto, quasi del tutto nudi, mentre si stringevano l'uno al corpo dell'altro.
Federico aveva aperto gli occhi da qualche minuto, esattamente come l'altro che però non aveva voglia di alzarsi.
"Hai visto che giornata meravigliosa?" Chiese Federico, guardando fuori dalla finestra.
"È una giornata stupenda." Gli rispose Benjamin. "Che ne dici se questo pomeriggio andiamo a fare una passeggiata al mercatino che hanno allestito da qualche giorno a pochi minuti da qui?" Aggiunse.
"Penso che sia un'ottima idea!" Sorrise raggiante il minore, felice di poter passare un'altra giornata assieme alla persona che stava cominciando ad entrare sempre di più nella sua vita.Erano giunte le quattro e mezza del pomeriggio, il sole ancora era alto e di tanto in tanto qualche folata di vento leggero scompigliava i capelli dei passanti.
Benjamin e Federico erano giunti al mercatino e non poche erano le cose belle che i due stavano trovando: il minore guardava ammaliato tutte le bellissime cose esposte, e sorrideva quando il suo sguardo cadeva sulla sua mano intrecciata con quella di Benjamin.
"Piccolino, vado un secondo a controllare la moto, forse non ho messo la catena alla ruota e sono preoccupato." Disse Benjamin, attirando l'attenzione del ragazzo che camminava accanto a lui.
Federico annuì, lasciando un bacio a stampo sulle sue labbra.
"Torna presto." Rispose il minore, vedendo il maggiore dirigersi verso l'uscita del mercatino.
Federico però non poteva sapere che ciò che gli aveva detto Benjamin, era una grande bugia.Dopo diversi minuti di attesa da parte del più piccolo, il moro fece il suo ritorno e continuarono così a guardare gli oggetti esposti.
"Ti posso portare in un posto?" Gli chiese Benjamin, notando l'espressione pensierosa da parte del piccolo.
"Certo, non devi nemmeno chiedermelo." Rispose Federico, salendo poi in sella alla moto.In breve tempo, raggiunsero la spiaggia fuori città e la grande distesa azzurra si presentò meravigliosa davanti gli occhi del medesimo colore di Federico.
L'acqua, per grande sorpresa da parte dei due, era più pulita del solito ed i ragazzi erano felici di essere completamente soli.
Iniziarono a passeggiare sul lungomare, per la riva mentre l'acqua calda raggiungeva i loro pedi scalzi.
"Fè, devi dirmi qualcosa?" Gli chiese, serio, Benjamin.
"Piuttosto tu devi dirmi qualcosa?" Chiese a sua volta l'altro.
Benjamin lo guardò in modo perplesso, facendo fermare il ragazzo che continuava a camminare.
Lo fece avvicinare a lui, ma questo si ostinava a guardare altrove.
"In verità devo dirti una cosa." Disse Benjamin. "Hai presente quando ti ho detto di dover andare a mettere la catena alla moto?" Aggiunse.
Federico annuì, guardando il ragazzo davanti a lui.
"È proprio di questo che volevo sapere la verità, la catena l'hai benissimo messa poco prima di entrare al mercatino.
Mi dici la verità?" Chiese il ragazzo.
Benjamin prese dalla tasca dei jeans una scatoletta, aprendola successivamente.
"Sono passato in gioielleria perché avevo visto questo bellissimo bracciale in argento e non potevo non prendertelo, brilla quasi come te." Gli disse il moro, mostrando al bianco il bracciale bellissimo che, seppure semplice, era speciale ed unico.
Tutte le paranoie che Federico aveva sul suo conto erano scomparse mentre un radioso sorriso prese vita sul suo volto.
"È p- per me?" Chiese il piccolo, ancora incredulo, mordendo il suo labbro inferiore cercando di ritrarre un sorriso.
"È per te." Rispose Benjamin, prendendo poi il polso del piccolo.
Successivamente gli mise il bracciale e Federico non potè far altro che guardarlo ammaliato ed allacciare le braccia intorno al collo del maggiore.
"Grazie, davvero." Gli disse Federico, prima di far incontrare ancora una volta le loro labbra.
In quel momento c'erano loro, nient'altro che loro, assieme al mare azzurro e il sole che faceva tutto da sfondo davanti a tale meraviglia.
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Istruttore || Fenji
FanfictionUna storia dove il giovane ventiquattrenne Benjamin Mascolo decide di aprire una palestra tutta sua. Ma cosa succede se Federico Rossi, un ragazzo ventitreenne dai capelli tinti di bianco, decidesse di iscriversi con il migliore amico alla palestra...