Capitolo 14.

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Un grande sole regnava nella distesa azzurra sopra ai palazzi di Modena; il caos non era poco tra le strade, le macchine sfrecciavano veloci sull'asfalto mentre gli uccellini cantavano felici.
Era, finalmente, giunto il venerdì e tutti i ragazzi, di qualsiasi fascia di età, erano entusiasti di essere arrivati al termine di quella straziante settimana.
Federico era sul balcone della sua dimora mentre teneva con una mano una tazza di latte insieme ad un sorriso che non tendeva ad andarsene.
La giornata precedente fu per lui un punto di svolta molto importante, aveva potuto baciare Benjamin.
Questi due ragazzi non potevano spiegare e tanto meno dare un nome a ciò che stavano facendo: non si potevano reputare degli amici speciali, non potevano però nemmeno reputarsi fidanzati.
Semplicemente persone che si stavano frequentando pronte a scavare nel cuore dell'altro.
Dopo aver passato delle ore nel prato a baciarsi e scambiarsi dolci parole, i due decisero di tornare nelle proprie case così Benjamin decise di accompagnare il minore, dicendo a questo che il pomeriggio del giorno seguente si sarebbero visti in palestra, andando poi a fare un piccolo aperitivo.
Il cellulare del bianco prese a vibrare, segno che qualcuno lo stava chiamando: afferrò così il suo cellulare e lo portò alle orecchie, senza nemmeno preoccuparsi di leggere il nome che brillava sul display.
"Federico, ma dico finalmente ti sento! Sono giorni che non ti fai vivo in palestra e tanto meno ti preoccupi di chiamarmi, cosa ti è successo?" Disse una voce che conosceva fin troppo bene.
"Buongiorno anche a te, Yuri." Rispose il più piccolo, ridendo.
"Eh, buongiorno un cazzo, mi sono preoccupato." Lo rimproverò Yuri.
"Scusami tanto, sono successe delle cose meravigliose che poi ti spiegherò faccia a faccia." Sorrise il ragazzo, ma l'altro non poteva vederlo.
"Allora vediamoci tra poco al bar sotto casa tua, sono di strada." Gli disse il migliore amico. "Ci vediamo tra dieci minuti." Aggiunse, prima di chiudere la chiamata.
Federico corse in bagno e diede un'ultima sistemata al ciuffo bianco, era già vestito e pronto così senza troppi problemi scese al bar dove stava aspettando Yuri.
Il minore, allora, decise di prendere posto ad un tavolo non distante dall'entrata: continuava a fissare la città bagnata, che però lui aveva ricominciato ad amare.
Una mano si poggiò sulla sua guancia, facendolo sobbalzare; Federico si voltò e quando incontrò gli occhi che amava, sorrise.
"Benjamin." Disse il ragazzo, quasi in un sussurro.
Il ragazzo prese una sedia e si sedè vicino a lui, prendendo poi la sua mano, baciando il dorso di questa.
"Cosa ci fai qui?" Chiese il più piccolo.
"Stavo andando nell'azienda in cui lavora Zambo, camminavo tranquillo quando poi ti ho visto al tavolo e quindi ho deciso di entrare a salutarti." Disse Benjamin.
"Ma ci saremo visti lo stesso oggi pomeriggio in palestra." Gli rispose Federico.
"Sì, ma comunque mi mancavi." Disse Benjamin, attirando il bianco vicino a lui.
Lasciò un tenero bacio sulle labbra del più piccolo, il quale mugolò perché non gli bastava: seguito a questo, ci fu un altro bacio più lungo ed intenso.
Benjamin poggiò la mano sulla guancia dell'altro, avvicinandolo a lui.
Gli schiocchi dei baci erano forti, tanto che dovettero smettere per qualche secondo per poi ricominciare.
"Scusate se vi interrompo, ma Federico deve spiegarmi tutto questo." Disse una voce poco distante da loro. "E anche in fretta." Aggiunse.
"Yuri, c- ciao." Disse Federico.
"Stavi aspettando lui?" Gli chiese Benjamin.
"Sì, mi ha chiesto di vederci qua e quindi ho accettato." Rispose il bianco.
"Allora tolgo subito il disturbo." Disse il moro, sorridendo al fino grigio che ricambiò dandogli la mano come segno di cordialità. "Ci vediamo dopo piccolo." Aggiunse, chinandosi sul volto del bianco, lasciandogli un bacio a stampo prima di uscire dal bar.
"Devi darmi delle grandi spiegazioni, caro." Disse Yuri, sedendosi dove prima c'era Benjamin.
Federico prese un respiro profondo iniziando poi a raccontare tutto il susseguirsi di avvenimenti, fino a raggiungere il punto del loro bacio della sera precedente.
"Yuri, ti prego, aiutami.
Io non so più cosa fare, mi sento felice quando sono in sua compagnia, secondo te è troppo presto per iniziare a frequentarlo?" Gli chiese, decisamente disperato, Federico.
"No Fefè, perché dovrebbe? Insomma, vi conoscete e siete usciti insieme più di una volta, poi ovviamente con il tempo capirai che persona è, e sopratutto se ne vale la pena di lottare ancora per lui." Gli disse Yuri. "Dopo che mi hai dato questa spiegazione, ti devo chiedere una cosa." Aggiunse.
Federico annuì.
"Ti va se domani vieni con noi e il resto della compagnia a cena fuori?" Chiese il fino grigio.
"Non so se ho da fare con Ben." Cercò di inventare una scusa Federico.
"Dai Fè, per una volta ci puoi rinunciare, ci sono tutti che vogliono rivederti." Disse Yuri.
"Va bene." Disse Federico, sconfitto e anche con poca voglia di accettare.

Dopo altri minuti passati a chiacchierare con Yuri, giunse finalmente l'ora di pranzo e così i due decisero di mangiare un panino in quel bar accompagnati da Coca-Cola.
Le quattro erano giunte ed i due ragazzi stavano raggiungendo la palestra di Mascolo: arrivati davanti l'entrata, i due si diressero negli spogliatoi e si cambiarono.
Federico, dopo aver terminato, vide Benjamin parlare con la ragazza che la prima volta li accolse con gentilezza.
Perse qualche secondo a guardare la semplice canottiera nera che lasciava il suo corpo a desiderare mentre dei pantaloncini del medesimo colore fasciavano una parte delle sue gambe.
Le labbra sporgenti erano ciò che attirò maggiormente Federico: la ragazza seduta si rese conto della presenza del più piccolo, così fece cenno al moro di girarsi.
Un radioso sorriso era presente sul volto di Benjamin, il quale si avvicinò al bianco.
"Finalmente sei arrivato, ti stavo aspettando con ansia." Disse il moro, facendo unire le loro labbra in un timido bacio. "Comunque, non ho creato casini con Yuri, vero?" Aggiunse.
"Casini in che senso?" Chiese l'altro, non capendo.
"Magari lui c'è rimasto male di questa cosa, magari non se l'aspettava ecco." Disse il maggiore.
Federico scosse la testa in segno di negazione, dando un leggero bacio a stampo al moro.
Dopodiché, i due ragazzi andarono in sala e Benjamin fece allenare il più possibile Federico, andando però anche dagli altri presenti che lo conoscevano da più tempo.
"Guarda te chi è da solo ora." Disse una voce alle spalle di Federico.
Quest'ultimo fece fermare il tapiroulan, voltandosi poi.
"Ehm, sei Harvey giusto?" Chiese il bianco.
L'altro annuì, posizionandosi davanti al ragazzo.
"Cosa succede, Benjamin ti ha abbandonato?" Rise Harvey.
Federico lo fulminò con lo sguardo.
"Tranquillo Harvey, mi sono solamente allontanato per prendere una bottiglia d'acqua e controllare l'allenamento degli altri ragazzi, non te lo lascio mica." Disse Benjamin, che era appena tornato. "Anzi, tu sei uno di quelli che oggi non sta lavorando assolutamente per niente.
Che ne dici di lasciar Federico in pace così che possa allenarsi e di andare da un'altra parte, mh?" Aggiunse.
"Mi sono fermato un po', poi a Federico fa solo che piacere parlare con me." Disse Harvey.
"Io invece penso che preferisca passare del tempo con me, che con un ragazzo che nemmeno conosce.
Sparisci, immediatamente." Gli disse Benjamin.
Harvey diede un ultimo sguardo ai due, prima di uscire dalla sala.
Il moro si avvicinò a Federico, il quale era stato tutto il tempo in silenzio.
"Tutto apposto piccolo?" Chiese Benjamin, passando una mano sulla guancia del minore.
"Sì, comunque Harvey non mi stava dando fastidio o altro, ma poteva benissimo risparmiare quella battuta penosa." Gli disse Federico. "Sei proprio geloso." Rise poi.
"Sono davvero geloso di ciò che mi appartiene."

Istruttore || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora