Capitolo 57.

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Un nuovo giorno era arrivato in città e con questo tutto era tornato alla normalità: i ragazzi andavano a scuola come per legge mentre la maggior parte degli abitanti si recavano nei propri uffici o postazioni da lavoro.
Il solito caos mattutino non si lasciava a desiderare e Benjamin aveva sempre odiato quella particolarità di Modena.
Odiava tutti i clacson che suonavano continuamente, odiava la campanella della scuola e il ticchettio dell'orologio posto sulla parete del suo ufficio.
Quel lunedì mattina non era iniziato meravigliosamente, il giorno prima aveva discusso con Federico e questo, dopo essere tornato verso le nove e mezza, si era recato nella sua camera senza degnarlo di uno sguardo quando quello ferito doveva essere lui stesso.
Aveva visto le labbra di Lucas premute contro quelle di Federico, nonostante questo volesse allontanarlo.
Come poteva non starci male al solo pensiero?

Le ore passavano sempre in modo lento e straziante per il moro che, dietro la scrivania, cercava di rendere decenti le foto che aveva scattato a vari paesaggi e tramonti.
Nulla andava per il verso giusto e, come se fosse destino, sullo schermo del suo PC si fece spazio l'immagine di lui e Federico, abbracciati, mentre si lasciavano un tenero bacio sulle labbra.
Quella foto era stata scattata a Roma, precisamente ai Fori Imperiali, e un sorriso grande e genuino si fece largo sopra il suo volto.
Gli mancavano quei momenti di pace con il suo fidanzato ed aveva intenzione di rimediare, ma prima doveva chiarire la loro discussione.
Come da stabilito, alle sette in punto Benjamin uscì dallo studio e raggiunse la sua moto, tornando a casa.

Federico era stato tutto il tempo in compagnia di Yuri che continuava a dargli consigli sul da farsi: questo era a conoscenza del segreto rivelato, così il minore aveva chiesto aiuto al suo migliore amico per vedere cosa fare e sopratutto come agire.
"Federico, te lo ripeto, parlane prima con Benjamin e poi con gli altri." Ripetè, per l'ennesima volta, il finto grigio.
"Non lo so, davvero." Disse Federico. "E se non mi credesse?" Continuò.
Yuri gli sorrise, avvicinandosi al suo migliore amico: alzò il suo sguardo e passò un dito sopra il suo mento, prima di parlare.
"È il tuo fidanzato, ti crederà." Continuò il finto grigio.
Come un'orologio svizzero, fecero il loro ingresso tutti e tre i ragazzi rimanenti.
Quando Federico incontrò lo sguardo di Benjamin, abbassò la testa incapace di reggerlo.
Nel frattempo i due ragazzi stavano per raggiungere le rispettive camere, così il più piccolo prese coraggio.
"State fermi." Disse Federico, con tono duro.
Yuri si avviò verso la porta prima di fare un cenno a Federico con la testa, chiedendogli gentilmente di tenerlo aggiornato, sparendo subito dopo dietro la porta.
"Cosa vuoi?" Sbuffò Kail, disinteressato.
Federico sorrise beffardo, estraendo dalla tasca dei suoi jeans il foglio dell'ex fidanzato del moro: una volta aperto, lo fece vedere al ragazzo, il quale lo guardò senza proferire parola.
"Sai Kail, non sempre riesci ad ingannare tutti." Iniziò Federico, camminando per il salone sotto gli occhi attenti dei tre. "Hai provato e riprovato, puoi ingannare Lucas, puoi ingannare Benjamin, ma non puoi ingannare me." Continuò. "Una bella trovata, oserei dire." Aggiunse.
"Non so di cosa tu stia parlando, vuoi fare il superiore?" Rise Kail.
"Fossi in te non riderei così tanto, c'è più che altro da piangere." Sputò, con tono acido, Federico. "Posso sembrare un ragazzo credulone, ma ci sono cose che non mi tornano. Essendo che questi fogli racchiudono il fatto della convivenza e della casa, ed essendo anche che sono un ragazzo con la puzza sotto il naso, ho preferito fare delle ricerche per fatti miei e ricavare delle notizie." Continuò.
Kail, a quell'affermazione, sbiancò completamente.
Iniziò a sudare a freddo e il minore sorrise soddisfatto, stava riuscendo nel suo intento.
"Per tua grande sfortuna, ho delle conoscenze in questo campo e mi dispiace dirlo, ma i fogli che hai mostrato a tutti sono falsi e invalidi." Disse Federico.
Benjamin, nel sentire quelle parole, sgranò gli occhi e rimase a bocca aperta.
"Ieri sono stato da un mio conoscente, amico di famiglia diciamo, e mi ha confermato che questa legge è stata scritta ma non messa in atto." Chiarì Il bianco. "Per questo potresti passare tanti guai, lo sai?" Continuò. "Il gioco è stato bello finché è durato, ora potresti anche prendere le tue cose e quelle di Lucas ed uscire da questa casa, sempre se per Benjamin non ci sono problemi." Concluse, incrociando le braccia al petto.
Kail, accecato dalla rabbia, si avventò sul corpo del più piccolo che prontamente lo bloccò, dandogli un calcio in pieno stomaco.
L'ex ragazzo, non soddisfatto e del tutto buttato a terra, mise due braccia intorno al collo di Federico tentando di strozzarlo, ma prontamente Benjamin lo prese e lo buttò a terra.
"Non toccare Federico, non ne hai il diritto!" Gridò Benjamin, prima di prendere il suo fidanzato ed attaccarlo al suo corpo. "Ora potete benissimo prendere le vostre cose ed andare via. Andrete ad abitare sotto un ponte? Bene, buon per voi, potevate pensarci prima di agire." Aggiunse.
I due ragazzi salirono in camera e presero tutte le loro cose, anche se poche, ed uscirono da quella che potevano definire la loro casa.
Benjamin si voltò verso il suo fidanzato, il quale abbozzò un sorriso tenero.
Lentamente lo baciò e si sentì felice quando vide che Federico non lo cacciò, ma intensificò il bacio facendo entrate in contatto le loro lingue.
"Sei stato bravo." Sussurrò Benjamin, a pochi centimetri dalle sue labbra.
"Ho semplicemente seguito il mio istinto." Rispose, a voce bassa, il fidanzato.
"E cosa ti dice il tuo istinto, in questo momento?" Domandò Benjamin, togliendo la felpa al ragazzo in piedi davanti a lui.
"Che mi vuoi." Gli disse il bianco, unendo ancora le loro labbra.
Tutto questo si trasformò in qualcosa di più passionale quando il moro prese di peso il fidanzato e lo fece sedere sopra il tavolo in legno, mettendosi fra le sue gambe.
Benjamin fece scivolare una mano lungo l'interno coscia di Federico, facendo arrivare l'altra all'altezza della sua natica per stringerla e far lasciare un leggero gemito dalle labbra gonfie del suo fidanzato.
"Potremo vivere una nostra vita serena nella nostra casa." Disse Benjamin, iniziando a spogliarsi.
"Potremo viverci a vicenda." Rispose Federico.

Istruttore || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora