Capitolo 58.

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La felicità è uno dei doni più belli, esattamente come i figli.
Non sempre la vita va come previsto, non sempre è una favola come i bimbi leggono nei libri: sognano di poter incontrare un principe azzurro e di vivere in un castello, con sé una servitù ed essere amati da tutti.
La felicità può essere cercata in piccole cose, anche nelle più innocue.
La felicità può essere una cosa, la felicità può essere la musica, la felicità può assumere tante forme diverse.
Per Federico, invece, la felicità non esiste.
La felicità è sempre stata, secondo lui, un'interferenza nella vita normale, non considerava nulla.
Non pensava a nulla.
Tutte le sue certezze si sono sciolte quando gli occhi indecifrabili di Benjamin sono entrati nella sua vita.
Quando Benjamin era entrato nella sua vita.
Non poteva mai pensare di essersi innamorato così follemente, dopo le brutte esperienze con Lucas.
Ne era felice e piano piano, stava assaporando quella grande emozione che un po' lo intimoriva, paura di farla diventare troppo grande ed ingestibile.
Ma in realtà, cos'è davvero la felicità?

La sera in cui Federico aveva smascherato il gioco di Kail, si era completamente donato al suo fidanzato.
Aveva smesso di pensare in realtà al bene ed al male, aveva smesso di pensare alla sua vita.
In quella casa si potevano udire solo le suppliche del minore, stretto tra le braccia del moro, mentre si scambiavano amore eterno in quella casa, ormai testimone del loro amore.
Dopo le ore passate a stringersi, i due ragazzi erano crollati in un sonno profondo, pronti ad affrontare una nuova giornata assieme.

Mille pensieri e mille domande frenavano l'allegria di Benjamin: era una domenica mattina come tutte le altre, il sole era sorto ormai da qualche ora e il moro ne aveva approfittato per preparare una tazza notevole di latte.
Lo sorseggiava mentre una coperta riscaldava le sue spalle nude, il corpo era ricoperto di tatuaggi e di morsi che lasciavano il passaggio di Federico.
Si era affacciato alla finestra ed osservava la città prendere vita, chiudendo gli occhi ogni qualvolta una folata di vento rovinasse i suoi capelli sistemati.
Delle mani calde si poggiarono sopra i suoi fianchi scoperti mentre dei baci umidi scendevano lungo il collo, a fermarsi poi sulla spalla.
"Buongiorno." Sussurrò Federico, che intanto aveva messo la testa sulla schiena del suo fidanzato stringendo la vita di quest'ultimo.
Benjamin sorrise, prima di gettare la testa all'indietro e sorridere vedendo i capelli bianchi, quasi del tutto tornati al colore naturale, entrare nella sua visuale.
"A te." Sorrise il moro, lasciando un bacio sopra le sue candide labbra.
"Mi sono svegliato e non ti avevo affianco, per questo mi sono alzato." Si giustificò Federico.
"Ed io che pensavo volessi passare del tempo con me, mi deludi." Ridacchiò Benjamin, seguito dal suo fidanzato. "Apparte gli scherzi, volevo proporti una cosa." Continuò, prendendo il fidanzato per far unire le loro labbra.
"Dimmi." Sorrise Federico.
"Ho intenzione di portarti a pranzo fuori, che ne dici?" Propose, sorridendo, Benjamin.
L'altro annuì felice di quella proposta e sorpreso di vedere il cielo azzurro e limpido, seppure fosse appena terminata la prima settimana di gennaio.
Benjamin gli lasciò un tenero bacio sulla guancia prima di incamminarsi verso il bagno e mettersi sotto il getto d'acqua: due mani calde, rispetto al suo corpo totalmente freddo, si poggiarono sopra i suoi fianchi scoperti e delle labbra iniziavano a lasciare morsi e leggeri baci sopra la schiena.
"Sbaglio o ti avevo lasciato di là?" Ridacchiò il maggiore.
"Devo ammettere di essere stato molto più veloce, sei lento." Lo sfottè il fidanzato, prima di prendere il suo corpo e farlo immergere nella grande vasca.
Teneva Benjamin attaccato al suo petto, iniziando ad insaponare le sue spalle poco scoperte e passare ai capelli su cui stava crescendo, di nuovo, il suo amato ciuffo moro.
Il più grande non perse tempo e lo baciò, facendo ridacchiare il minore che era stato del tutto immerso dentro l'acqua mentre il sapone faceva da sfondo.

Le ore erano passate in fretta e così giunse l'ora di pranzo per la giovane coppia che, dopo essersi sistemati, raggiunsero la moto del più grande.
Una buona mezz'ora passò e così Federico decise di chiudere gli occhi per bearsi a pieno quella sensazione di pace e tranquillità.
"Siamo arrivati." Disse Benjamin, facendo svegliare il suo fidanzato assorto nei mille pensieri.
Un grande ristorante dalla struttura in legno fece capolinea nella visuale di Federico che venne subito colpito dai tanti cibi scritti sulla lavagna nera.
La musica era posta sul canale di Radio Italia, mentre la classifica si fece spazio.
La coppia non perse tempo nel mettere piede nel ristorante e raggiungere il tavolo vicino alla finestra, dando una vista a dir poco meravigliosa: una distesa grande si apriva a loro, il cielo era completamente limpido e il sole regnava sereno.
"A cosa pensi?" Domandò Benjamin, sorridendo alla vista del fidanzato pensieroso.
"Nulla in particolare." Gli sorrise, di rimando, Federico.
"Senti amore, ho bisogno di parlarti di una cosa importante." Disse, serio, Benjamin.
L'altro annuì, non capendo tutta la serietà dell'altro.
"Mi è appena arrivata una proposta di lavoro, diciamo di poche settimane però. La proposta consiste nel fotografare i paesaggi e quant'altro, forse anche qualche roba pubblicitaria ma ancora non ne ho la conferma." Disse il moro.
"Ma è una cosa bellissima!" Sorrise il più piccolo.
"Non è questo il punto." Continuò. "Volevo dirti che questa proposta, però, non si trova a Modena." Disse ancora. "Devo partire, Fè." Concluse.
Federico sbiancò a quelle parole: davvero il suo fidanzato doveva andare via da quella piccola città che sapeva del loro amore?
"C- cosa?" Domandò, incredulo, l'altro. "Quanto t- tempo dovresti stare f- fuori?" Aggiunse.
"Non lo so, probabilmente due o tre settimane." Gli rispose Benjamin.
"E perché m- me lo dici solo ora?" Deglutì, a fatica, il bianco.
"Perché volevo proporti una cosa." Disse il più grande. "I biglietti che mi hanno dato sono per tre persone, posso portare con me chiunque a piacimento. A maggior ragione, volevo portarti con me." Continuò. "Partiresti assieme a me, Federico?" Gli domandò Benjamin.

Istruttore || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora