Il sole, che in quei giorni continuava a nascondersi dietro alle nuvole, era sorto e stava regnando sereno nella distesa azzurra sopra le teste degli abitanti.
Come sempre, il vento freddo di novembre non se n'era del tutto andato e nessuno poteva negare che però un po' era fastidioso.
Tutti gli abitanti stavano raggiungendo le proprie postazioni di lavoro, occupate già da qualche minuto.
L'orologio posto in cucina di Federico segnava le nove precise e alle nove e mezza il suo volo per Parigi sarebbe arrivato.
Federico era felice di andare in quella città con Benjamin, un ragazzo che reputava la parte più bella ed importante della sua vita; le parole che ieri Yuri aveva del tutto sputato in modo acido lo avevano ferito, ma lo avevano ugualmente portato a riflettere.
E se Yuri avesse ragione?
Se davvero Benjamin provava solo una semplice attrazione fisica?
Tanti erano i pensieri e poche le risposte, ma di una cosa era certo: il moro non lo stava ingannado.
"Piccolino, hai preso tutto?" Gli chiese Benjamin, passando una mano sul folto ciuffo bianco del più piccolo seduto sul divano.
Federico annuì, portando sopra le sue gambe il maggiore che sorrise.
Nessuno dei due osava dire mezza parola, stavano utilizzando quel tempo per guardarsi e scoprirsi.
Una sequela di baci aveva presto vita e ben presto i due si ritrovarono sdraiati sul divano: Benjamin aveva sovrastato il corpo muscoloso di Federico che continuava a stringere e stringere il moro sopra di lui.
"Forse dovremo andare, a breve ci sarà l'imbarco e noi siamo ancora qui." Rise Federico. "In casa avremo occasioni per fare altro, chissà." Aggiunse, con un tocco di malizia.
Benjamin gli diede un leggero schiaffo sul braccio, prima di alzarsi seguito dal più piccolo.Le stancanti ore di viaggio che i due ragazzi avevano fatto iniziavano a farsi sentire: Federico non era abituato a viaggiare così tanto, era il solito ragazzo che se faceva le radici da qualche parte, lì restava a vita.
Benjamin, invece, sembrava più euforico e pieno di energia rispetto a prima.
Chiamarono un taxi e i due ragazzi raggiunsero, così, la grande dimora dove gli zii di Benjamin stavano alloggiando.
All'esterno sembrava una casa molto moderna, tinta interamente di bianco: c'era un grande giardino che contornava questa, da un lato c'era anche la piscina coperta mentre non poche erano le piante poste all'entrata.
Benjamin si avvicinò alla porta assieme a Federico, che si teneva a regolare distanza dalla porta bianca mentre stringeva la mano del più grande.
Dopo pochi istanti, un signora bionda poco più alta di loro andò ad aprire mentre un radioso sorriso si creò sopra il suo volto.
"Tesoro!" Disse questa, stringendo in un caloroso abbraccio il più grande.
"Ciao zia, è un piacere anche per me rivederti." Rise il moro.
La signora si staccò, prestando poi attenzione al ragazzo accanto a Benjamin.
"Ciao tesoro, tu dovresti essere Federico, il ragazzo di cui Benjamin mi ha sempre parlato." Sorrise la donna, porgendo la mano al bianco che la strinse. "Io sono Camilla, ma puoi benissimo chiamarmi zia e non ti azzardare a darmi del lei, non sono poi così tanto vecchia." Aggiunse, facendo ridere l'altro.
"Il piacere è tutto mio, Camilla." Rispose Federico.
Dopodiché, i due ragazzi entrarono nella casa, era esattamente come Benjamin la ricordava: le pareti variavano dal bianco al grigio, i mobili erano puliti e ben sistemati.
"Zio dov'è?" Chiese Benjamin, prendendo la valigia del più piccolo e poggiandola sopra il divano in pelle.
"È in ufficio, tornerà poco prima di cena.
Avete tutto il tempo per sistemare le vostre cose in camera." Disse loro la donna.
I ragazzi annuirono, raggiungendo poi la loro camera.
Questa era ben sistemata e aveva un profumo a dir poco divino: Benjamin sistemò le valigie a terra, guardando poi il ragazzo accanto a lui.
Lo prese per i fianchi, facendolo avvicinare a lui.
Federico lo guardò e senza proferire parole, diedero vita ad un bacio che di casto non aveva quasi niente.
Benjamin fece scivolare la mano sulla natica del biondo che, una volta stretta, quest'ultimo mugulò in approvazione.
"Mi era mancato baciarti." Sussurrò Federico, prendendo a morsi le labbra del moro.
Questo lo strinse sempre più a lui, giocando con l'orlo della maglietta del più piccolo: aveva intenzione di toglierla e farlo suo, esattamente in quella stanza, ma tutto sarebbe arrivato a tempo debito.
"Come ti è sembrata mia zia?" Domandò Benjamin, baciando il dorso della mano del più piccolo.
"A quanto ho potuto vedere, è una donna bellissima e anche molto ospitale. Certamente col passare dei giorni la conoscerò meglio, specialmente come voglio conoscere tuo zio." Disse Federico.
"Ne sono felice." Gli rispose Benjamin. "Voglio solamente la tua felicità." Aggiunse.L'ora di cena era da poco giunta e i due ragazzi si misero seduti a tavola: dopo pochi istanti, il rumore di un mazzo di chiavi si disperse nella stanza e così anche il chiudersi di una porta.
Dall'ingresso, arrivò un signore sulla quarantina vestito in modo a dir poco elegante: questo, una volta essersi reso conto della presenza dei due ragazzi, strinse in un abbraccio Benjamin, il quale respirò a pieni polmoni il profumo dolce dello zio.
"È sempre bellissimo abbracciarti." Disse lo zio.
Benjamin gli sorrise.
"Ora, però, ti devo presentare io una persona bellissima." Disse Benjamin, indicando il ragazzo accanto a lui, il quale si alzò. "Lui è Federico, una persona molto speciale per me." Aggiunse.
"Benjamin, ma dillo che è quasi il tuo fidanzato dai." Disse Camilla.
Il signore sorrise, porgendo la mano al più piccolo che la strinse.
"Piacere Federico, io sono Alfonso." Disse l'uomo.
"Il piacere è tutto mio." Rispose il minore.
Dopodiché, tutti i presenti in casa si misero seduti a tavola e iniziarono a mangiare e chiacchierare per poter conoscere meglio il ragazzo dai capelli bianchi.Gli zii di Benjamin si erano rivelati davvero delle brave persone, molto rispettose anche nei confronti del più piccolo.
Si interessavano parecchio sulla sua vita, gli chiedevano spesso se si sentisse a suo agio a parlare di una determinata situazione e Camilla continuava a riempire di complimenti Federico: lo trovava un bravo ragazzo, oltre che molto bello esteticamente.
"Ragazzi, questa sera volete andare da qualche parte in particolare?
Altrimenti vi lasciavo il motorino di Alfonso." Disse Camilla.
"No zia, non pensiamo di uscire anche perché dobbiamo sistemare le cose e poi abbiamo da fare." Disse Benjamin, facendo arrossire l'altro.
Camilla ridacchiò, notando la faccia imbarazzata di Federico.
"Certo ragazzi." Rise la donna. "Non fate troppi rumori." Aggiunse.
I due ragazzi risero, prima di andare in stanza e chiudersi all'interno: la coppia perse un po' di tempo nel sistemare i bagagli, sistemandosi sotto le coperte poi.
Federico poggiò la testa sul petto di Benjamin, lasciando cerchi invisibili sopra questo.
"Preparati che domani ti porto a cena fuori, in uno dei ristoranti migliori di Parigi, e poi ti porto a visitare varie cose belle che sono qui." Gli disse Benjamin.
"Mi farai da guida?" Chiese Federico, ridendo.
"Ti farò da guida tutte le volte che vorrai, e preparati che domani sarà il nostro giorno." Rispose l'altro.
Federico si addormentò con il sorriso stampato in volto: l'ultima frase pronunciata da parte di Benjamin gli aveva lasciato un segno quasi indelebile sul suo cuore.
Domani sarebbe stata, davvero, la loro giornata.
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Istruttore || Fenji
FanfictionUna storia dove il giovane ventiquattrenne Benjamin Mascolo decide di aprire una palestra tutta sua. Ma cosa succede se Federico Rossi, un ragazzo ventitreenne dai capelli tinti di bianco, decidesse di iscriversi con il migliore amico alla palestra...