Capitolo 30.

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Il sole regnava alto nel cielo della città di Modena: il leggero canto degli uccellini iniziò a farsi sentire nelle strade, attirando l'attenzione dei ragazzi che passeggiavano nelle strade.
Deboli spiragli di luce entravano, forse troppo invadenti, nella camera in cui c'erano due giovani ragazzi che, la notte precedente, si erano donati completamente all'altro.
Federico dormiva ancora beato sul petto del suo fidanzato mentre quest'ultimo lasciava leggere carezze sopra la sua chioma bianca, che doveva assolutamente tingere nuovamente.
Benjamin aveva iniziato a fissare il ragazzo sotto di lui con solo un misero lenzuolo a coprire il suo corpo che aveva potuto, finalmente, esplorare senza dubbi o ripensamenti.
Il fidanzato aveva le labbra ancora gonfie per i baci che l'altro gli aveva lasciato, il suo collo era ricoperto di segni che rappresentavano un passaggio privato e del tutto senza abiti.
Un clacson troppo forte, entrato dalla finestra che qualche ora prima il moro aveva aperto, fece sobbalzare il più piccolo che iniziò a mugulare qualcosa di incomprensibile.
Il più grande lo strinse a lui, cercando di farlo riaddormentare: questo poggiò la testa sul suo collo, mentre il suo respiro calmo si infrangeva su questo.
Federico aveva messo una gamba intorno al bacino del fidanzato, il quale aveva iniziato ad accarezzare la sua schiena.
"Buongiorno, bimbo." Disse Benjamin, lasciando un bacio sulla testa del minore.
"Giorno." Rispose solo l'altro. "Ho tanto sonno." Aggiunse.
"Allora riposati." Disse, semplicemente, il moro. "Infondo questa è casa mia, non devi preoccuparti sul fatto del pulire o cucinare, so già cosa preparare e farò tutto io." Disse ancora. "Però questo pomeriggio, purtroppo, non potrò stare qui con te.
Sarò con Zambo, quel ragazzo che ti ho presentato: mi ha chiesto di accompagnarlo a svolgere delle commissioni fuori città e sarò via per un paio d'ore." Concluse.
Federico annuì.
"Però voglio un bacio." Rispose quest'ultimo, facendo sorridere il suo fidanzato.
"Tutti quelli che vuoi." Disse Benjamin, portando il minore sopra il suo corpo per poi far unire le loro labbra.

Le prime ore del pomeriggio erano arrivate in fretta per gli abitanti che si erano recati nelle proprie abitazioni per passare quella giornata in totale riposo.
Federico era seduto sopra il divano, cercando qualcosa di interessante da vedere in TV; il più grande era andato via ormai da due ore, non sarebbe tornato prima di altre tre ore se non più e dire che si stava annoiando senza la sua presenza era poco.
Decise di alzarsi ed uscire a prendere una boccata d'aria, afferrando le chiavi, il telefono ed il suo pacchetto di sigarette uscendo successivamente.
In breve tempo, raggiunse il bar dove aveva aiutato Khloè a lavorare ed entrò dentro: il profumo a lui famigliare si fece spazio nelle narici del suo naso, facendolo sorridere.
"Fefè!" Gridò una voce che aveva ormai impresso nella sua testa.
"Piccola Khloè." Gli sorrise Federico, prima di stringerla in un grandissimo abbraccio.
"Com'è andato questo viaggio a Parigi, con Benjamin?" Chiese la ragazza, sorridendo.
"È andato una meraviglia." Disse l'altro, facendo vedere alla sua migliore amica l'anello che Benjamin gli aveva comprato per fargli la proposta di fidanzamento.
"Non ci credo!" Urlò, in piena gioia, Khloè.
Si portò una mano davanti alla bocca per poi abbracciare il bianco, il quale la prese in braccio per farla girare come faceva anni prima.
"Ti posso offrire qualcosa?" Chiese la ragazza dai capelli ghiaccio, sistemando la sua camicetta a quadri neri e bianchi.
"Vorrei solamente parlare un po' con te, nulla di troppo grande." Disse Federico.
Khloè stava per rispondere, ma una terza voce la interruppe bruscamente.
"Mi dispiace interrompere questa conversazione, Federico, ma penso che io e te dobbiamo dirci qualcosa di più importante." Disse una persona alle loro spalle che raggiunse i due.
"Harvey, ciao." Rispose il ragazzo, passandosi una mano nel ciuffo.
"Federico, ci sentiamo dopo." Disse Khloè, stampando un sonoro bacio sulla guancia del migliore amico prima di lasciare la sala.
"Tu mi devi delle buone e sentite spiegazioni." Disse Harvey.
"Te ne devo eccome, ed anche subito." Disse Federico. "Prima di tutto ci tenevo a farti le mie più sentite scuse per quello che è successo al pub qualche settimana fa, non pensavo che Benjamin potesse reagire in quel modo e che tanto meno sarei tornato con lui." Aggiunse. "Ci tenevo ad informarti che ormai siamo ufficialmente fidanzati, siamo partiti per Parigi e mi ha chiesto di mettermi assieme a lui." Disse.
"E tu non sei stato in grado di respingerlo, certo." Disse, sarcastico, l'altro.
"Non prenderla così, insomma.
Harvey io e te siamo semplici conoscenti e non ci possiamo nemmeno reputare amici: io non ti conosco, non so bene chi sei se non oltre un ragazzo che ho conosciuto in palestra." Disse Federico.
"E avresti avuto tutto il tempo per conoscermi meglio." Ribattè l'altro.
"Certo e voglio conoscerti meglio perché sei un ragazzo simpatico, o così a me sembra.
La cosa che forse non capisci è che una cosa oltre all'amicizia, non potrà esserci.
Io amo Benjamin, non ho intenzione di fare ripensamenti o altro perché mi interessa e voglio continuare con lui." Disse, sicuro di sé, Federico.
"Va bene." Sospirò Harvey. "A me basta la tua felicità, tutto questo per me è importante.
Se per caso litigate o altro, sai dove trovarmi." Gli fece l'occhiolino il ragazzo.
Federico rise, prima di mettere le mani nelle tasche del suo giubbotto; estrasse da questo il suo telefono per poi porgerlo ad Harvey.
"Scrivimi il tuo numero, ogni tanto ci becchiamo e parliamo." Sorrise Federico.
Harvey lo guardò prima di digitare il numero sopra il display, lasciandolo di nuovo in mano al più piccolo.
"Chiamami, ci sono sempre." Disse il ragazzo.
"Contaci." Rispose il bianco, ricevendo un bacio all'angolo della bocca da parte di Harvey.

Istruttore || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora