Capitolo 63.

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In quel preciso momento, il muro che la coppia di fidanzati avevano creato era del tutto crollato, lasciando intorno solo un po' di polvere.
Federico guardava Benjamin mentre quest'altro era concentrato a contemplare lo sguardo di Kail su di loro: non traspariva emozioni positive, senza ombra di dubbio.
Cosa poteva succedere in quella serata d'estate?

La cena non era iniziata alla perfezione, Kail aveva preso parte del tavolo e si era presentato a tutti, lasciando in disparte Benjamin e Federico.
Questi due avevano smesso di parlare, non avevano un contatto visivo e nessuno dei due riusciva a capacitarsi di capire il perché fosse lì.
Come poteva sapere che erano a Miami?
Megan aveva capito che qualcosa non andava, per questo cercava di tenere la serenità nel gruppo sotto lo sguardo attento di Kail che studiava ogni suo movimento.
Federico, durante una chiacchierata di cui aveva preso parte anche Benjamin, decise di alzarsi e afferrare il pacchetto di sigarette che aveva portato con sé.
Ne estrasse una ed uscì dal ristorante, raggiungendo la spiaggia.
Si tolse le scarpe e di conseguenza raggiunse il centro della spiaggia: la sabbia fredda sporcava i suoi piedi, l'odore del mare entrava nelle sue narici e il vento caldo scompigliava i suoi capelli.
Mise la sigaretta tra le labbra e l'accese, tirando fuori una nube di fumo che si dissolse nell'aria.
Delle braccia tatuate entrarono a contatto con la pelle delle sue braccia mentre delle labbra iniziavano a lasciare baci lungo il suo collo.
Si beò sotto quel tocco che conosceva fin troppo bene, lasciando libera entrata a Benjamin lungo il suo corpo.
"Sai che non ti fa bene fumare, sì?" Domandò, retorico, il suo fidanzato.
Senza aspettare risposta, prese il polso del suo fidanzato e si portò alle labbra la sigaretta, prendendo anche lui una bella dose di nicotina che odiava, ma allo stesso tempo lo aveva liberato per un secondo dai suoi pensieri.
"Tu non eri il ragazzo che non fumava semplicemente perché odiava il sapore e l'odore di questo?" Chiese Federico.
"Ogni tanto anch'io faccio uno sgarro alla regola." Sorrise il moro, mettendosi poi davanti al suo fidanzato ed accarezzare la sua guancia. "Cosa succede?" Chiese, dolcemente.
"Sto semplicemente cercando di capire perché Kail sia qui, nulla di più." Rispose l'altro, dando un altro tiro alla sigaretta.
"Sarà una coincidenza." Disse Benjamin.
"Io non credo alle coincidenze, Ben, sotto c'è qualcosa ed io ho intenzione di indagare." Disse, serio, il bianco.
Benjamin ridacchiò, facendo buttare all'altro al sigaretta sulla sabbia.
"Sei tenero." Disse il più grande, dando un bacio al suo fidanzato il quale lo abbracciò.
"Andiamo dentro? Dopo raggiungiamo la discoteca dove spesso vanno loro." Sorrise Benjamin.
"Volentieri." Rispose il più piccolo.

Le ore erano passate in fretta e così anche la cena era giunta al termine: la compagnia di Megan stava raggiungendo, chi a moto e chi a piedi, la discoteca dall'insegna a neon rossa.
Federico stava abbracciato a Benjamin, mentre entrambi tenevano gli occhi fissi su Kail avanti a loro.
Non si era preoccupato nemmeno di avvicinarsi e scambiare due parole con loro, anche se non ne aveva motivo.
Una volta entrati nella discoteca e aver preso i bracciali verdi, Federico raggiunse il banco dei drink mano nella mano con il suo fidanzato.
Ben presto anche altri ragazzi della compagnia si aggiunsero e così Megan si sedè vicino al bianco.
Il più grande si era promesso di non bere, se non il giusto per quella serata; non poteva dire lo stesso di Federico che quella sera si era del tutto ubriacato dando alla vista un Federico del tutto diverso e fuori dalle norme.

La musica risuonava alta tra le mura di quella discoteca: l'orologio segnava appena le quattro di mattina, mancavano ancora tre ore alla chiusura del locale e il sole era quasi pronto per sorgere, anche se troppo presto.
I corpi sudati continuavano a ballare, stringendo tra le mani numerosi drink: Benjamin aveva perso di vista sia Federico che Kail e la sua paura non era poca.
"Pensieroso, anche oggi?" Domandò una voce.
Il moro si voltò e sbuffò quando vide Kail dietro di lui, avrebbe voluto tanto Federico al suo posto.
"Sto soltanto cercando il mio fidanzato." Disse Benjamin.
"Oh, io so benissimo dove si trova." Ghignò Kail, attirando l'attenzione del più grande. "Seguimi." Continuò.

Federico teneva tra le mani il suo amato drink alla vodka, con un tocco di fragola che rendeva il tutto più buono.
Ondeggiava i fianchi sensuale, sentendo gli occhi degli altri ragazzi sopra di lui: bruciavano come fiamme.
Il minore aveva cercato, anche se distrattamente, lo sguardo di Benjamin tra quella folla ma di lui nessuna traccia.
Si stava preoccupando, ma i drink bevuti avevano fatto effetto già da un pezzo e non riusciva a ragionare lucidamente.
"Biondino, sei occupato?" Gli chiese una voce dolce, ma allo stesso tempo maliziosa.
Il più piccolo si voltò e vide un ragazzo dai capelli castani e gli occhi verdi, quasi azzurri: era un bel ragazzo, una stazza ben visibile e aveva due o tre tatuaggi sulle braccia.
Non aveva i piercing, soltanto degli occhiali neri a rendere il suo volto ancora più bello.
"Mh, sarei occupato." Disse Federico. "Ma ogni tanto le eccezioni posso farle." Aggiunse, lasciandosi trasportare chissà dove da uno sconosciuto di cui non sapeva nemmeno il nome.
Questo ragazzo lo aveva trascinato al bagno, chiudendo successivamente la porta per sbatterlo al muro: iniziò a mordere la sua pelle abbronzata e sbuffò quando vide le macchie che Benjamin gli aveva lasciato di già.
"Ti sei già fermato?" Domandò Federico. "Peccato." Disse poi.
"Non mi fermo, bellezza." Sussurrò il ragazzo, gettando lentamente la maglia del bianco e chinarsi all'altezza del bacino di Federico.
Con estrema lentezza tolse i pantaloni e così anche i boxer, inglobando la sua erezione.
Federico gemeva, per lui era solo piacere e gemeva il nome di Benjamin.
Stava facendo un errore tremendo, quel ragazzo non gli aveva fatto niente ma era allo stesso tempo troppo ubriaco per pensarci, per pensare al suo fidanzato.
Aiutava l'altro con i movimenti, cercando di darsi il più piacere possibile.
Poi, la porta si aprì di scatto e Federico riuscì ad intravedere due figure: uno ghignava soddisfatto, l'altro non parlava.
Udì soltanto un flebile "Federico" sussurrato.
Benjamin.

Istruttore || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora