Capitolo 6.

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Per qualche assurdo motivo, in città il cielo si stava aprendo e il mal tempo che aveva dominato Modena era quasi scomparso del tutto.
Le strade, come ogni giusto mercoledì della settimana, erano gremite di persone in ritardo al proprio lavoro, pur essendo semplicemente le nove e mezza.
Quella mattina, Federico si era alzato con un sorriso enorme stampato sulle labbra; tra mezz'ora, il moro si sarebbe presentato nella sua abitazione per passarlo a prendere e portarlo a fare colazione, come ieri sera gli aveva proposto.
Federico si era dovuto ricredere sul conto del maggiore: lui era uno spirito del tutto libero, mentre il bianco era semplicemente l'opposto.
La notte e il giorno.
La luna e il sole.
Il nero ed il bianco.
Il caldo e il freddo.
Due rette parallele destinate a non incontrarsi, ma Federico aveva deciso di non dare retta al suo cervello, ma di ascoltare il suo cuore, e questo portava solo che a Benjamin.

Puntuale come un'orologio svizzero, sentì la moto del maggiore arrivare e così anche un messaggio trillò.
Federico digitò un veloce "sto arrivando" per poi riporre il telefono nella tasca del suo jeans chiaro grigio.
Quella mattina aveva deciso di indossare una semplice maglietta a maniche corte bianca, con sopra un giubbotto nero perché nonostante ci fosse il sole, in città non mancava la solita aria fredda.
Non appena fuori, vide il maggiore sulla moto con in mano il suo casco: con passi lenti ed un sorriso ad incorniciare il suo volto si avvicinò al ragazzo.
"Buongiorno." Disse Federico, sorridendo.
"Buongiorno a te, bianco." Gli rispose Benjamin e, contro le aspettative dell'altro, mise un braccio intorno al suo collo schioccando un sonoro bacio sulla sua guancia, rossa per via dell'aria.
Federico rimase un secondo sorpreso dal gesto del moro, tanto da lasciare il suo sguardo perso nel vuoto.
"Federico, cosa c'è? Ho fatto qualcosa di sbagliato?" Gli chiese, preoccupato, Benjamin.
L'altro si staccò dal suo stato di trance e sorrise, dando un altro bacio sulla guancia del moro.
"Assolutamente no." Rispose il minore. "Andiamo?" Aggiunse.
Benjamin annuì, facendo salire l'altro in sella per poi portarlo con sé.

I due giovani erano, da poco, arrivati nel bar non molto distante dal centro; questo era quasi del tutto vuoto, la maggior parte delle persone tendeva ad essere nel proprio ufficio e tutti i ragazzi, bambini o adolescenti che siano, erano nelle scuole.
Federico era seduto al tavolo, attendendo l'arrivo del moro.
Vide questo avvicinarsi al tavolo con i mano due cappuccini, poggiando poi il tutto.
"I cornetti arrivano tra poco, li stanno facendo caldi." Gli disse Benjamin, sorridendo. "Hai dormito bene questa notte?" Aggiunse.
"Benissimo, direi. Non sono mai andato a dormire con il sorriso stampato in viso, invece oggi è successo." Disse Federico. "E tutto questo è solo per merito tuo." Aggiunse, facendo arrossire l'altro.
"Benjamin!" Gridò, però, una terza voce che proveniva dall'entrata del bar.
I due, in contemporanea, si voltarono verso la fonte della voce e il moro, non appena vide la persona sulla soglia del bar, sorrise.
Si alzò dalla sedia e corse a salutare quel ragazzo dai capelli chiari che lo strinse in un abbraccio.
"Quanto tempo! Come sta andando con la palestra?" Gli chiese il ragazzo dai capelli chiari, tenendo ancora un braccio dietro al collo dell'altro.
"Per ora sta andando a gonfie vele." Rispose, felice, Benjamin. "E appunto per questo, oggi, ti presento una persona." Aggiunse, indicando con un gesto della testa, Federico che per tutta quell'arco di tempo era rimasto a guardarli.
Benjamin trascinò il suo amico al tavolo e lo invitò a sedersi, dopo non pochi rifiuti da parte del castano questo si era deciso a mollare e mettersi seduto.
"Lui è Federico, un ragazzo che si è da poco iscritto in palestra e a cui farò anche lezioni di difesa personale." Iniziò a parlare Benjamin, addentando il cornetto caldo da poco arrivato. "Sarò il suo istruttore, precisamente." Aggiunse. "Lui, invece, è Federico Zambelli, detto da tutta la comitiva Zambo. È il mio migliore amico, ormai mio fratello." Concluse, indicando il ragazzo accanto a loro.
I due ragazzi si strinsero la mano, prima di tornare a concentrarsi sulle loro cose.
"Ragazzi, mi dispiace aver interrotto la vostra colazione, io ora me ne torno al lavoro che ho molto ancora da fare." Disse Zambo. "Però, ho una proposta da farvi." Aggiunse.
"Dicci tutto." Rispose Federico, bevendo un altro sorso del suo cappuccino.
"Domani sera tutti i ragazzi della comitiva andremo in discoteca, e volevo chiedervi di venire assieme a noi, almeno Federico può conoscere tutto il resto del nostro gruppo." Disse Zambo.
"Per me non è una cattiva idea, anche perché non amo particolarmente le discoteche." Gli rispose Federico, sorridendo.
"Oh, allora magari organizziamo una serata al sushi, mangiamo qualcosa lì se per voi non è un problema." Disse il ragazzo dai capelli chiari, mettendo la giacca che aveva tolto.
"Come preferisci tu, Zambo, fammi sapere che poi dirò tutto a lui, mh?" Rispose Benjamin, già stufo di quella conversazione.
"Sì, certo." Disse l'altro. "Ciao ragazzi, è stato bellissimo passare una mattinata con voi, a presto!" Li salutò il ragazzo, prima di uscire dal bar.
"Finalmente soli." Disse il maggiore.
Federico ridacchiò.
"Ti va di uscire con me, questo pomeriggio?" Propose poi.
"Mi piacerebbe molto." Gli rispose, sincero, Federico.
"Ti farò vedere tutte le piccole meraviglie di questa città, stanne certo." Sorrise Benjamin. "E con te, sarà tutto più bello."

Istruttore || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora