Il ritorno di Lucas aveva travolto, nel vero senso della parola, Federico.
Quest'ultimo aveva smesso di pensare al ragazzo che gli aveva solo che portato del male, colui che non merita nemmeno il suo dolore e, puntuale come un'orologio svizzero, quel tipo era tornato nella sua vita cambiando tutto.
Il minore aveva sempre avuto un debole per quel ragazzo, lo trovava esteticamente bello e attraente, una persona con cui si può avere solo che del sesso, il piacere senza un nesso.
Non poteva dire lo stesso del carattere di Lucas: era difficile da capire, lo aveva solo usato e questa cosa lo aveva colpito nel cuore.
Federico voleva dimenticare e finalmente c'era riuscito grazie a Benjamin, quel meraviglioso angelo caduto dal cielo che lo aveva accolto nelle sue braccia nelle tristi notti d'inverno.
Ma Benjamin avrebbe vinto la sfida contro il diavolo?Federico si era buttato a terra, immerso nel dolore e nelle sue stesse lacrime: singhiozzava rumorosamente, il più grande lo teneva fra le sue braccia e cercava di farlo stare il migliore possibile, ma non era stato d'aiuto.
"Federico, ti prego, basta." Disse, esasperato, Benjamin. "Mi addolora tantissimo sentirti singhiozzare in questo modo, è orribile vederti così distrutto e non poterti aiutare." Aggiunse.
Federico tirò su con il naso, prima di guardarlo con gli occhi rossi e ancora colmi di lacrime.
"Pensi a te stesso anche in questo momento?" Domandò il minore, tra le lacrime. "Non pensi che io possa starci male al solo pensiero di vederlo, di vederlo che ci riprova con me sapendo del dolore che mi ha fatto?" Aggiunse.
"Questo non è un fatto che io penso a me." Disse Benjamin. "Piccolino, io voglio solo che il meglio per te, per noi, e per questo non voglio vederti piangere perché poi fa male anche a me." Aggiunse. "Hai bisogno di rilassarti." Concluse, prendendo la mano del suo fidanzato.
Questo, con le poche forze rimaste, strinse la mano del moro e si asciugò le lacrime, lasciandosi cullare dalle braccia di Benjamin.
Quest'ultimo lo guardò, sentendo poi le labbra del più piccolo sopra le sue: quel contatto gli era mancato.
In pochi istanti, Federico si era ritrovato sopra il corpo del maggiore che continuava a stringerlo e tenerlo per i fianchi, mentre lasciava numerosi baci sul collo e sulle sue labbra.
"Ho anche bisogno di scaricare lo stress, non solo il bisogno di riposarmi." Disse Federico.
Benjamin lo guardò malizioso, facendo scendere una mano lungo la schiena del suo fidanzato che continuava a baciarlo: strinse la natica destra, facendo mugolare il minore colto di sorpresa.
"Forse so io come rimediare." Disse il moro, facendo alzare il bianco da terra.
Lo fece appoggiare alla parete, iniziando ad accarezzare il suo corpo: in poco tempo, Benjamin raggiunse l'intimità del minore ed abbassò i pantaloni della tuta.
Federico provava delle sensazioni mai provate prima, ma in queste c'era anche un po' di imbarazzo della situazione.
Il moro, dopo aver lasciato una quantità infinita di baci sopra il suo collo, si chinò fino all'altezza dei boxer del più piccolo: lasciò sopra l'erezione un bacio, abbassando i boxer facendo sospirare l'altro.
"B- Ben..." tentò di dire Federico, ma quello che uscì fu un semplice mugolio quando sentì le labbra del suo fidanzato sfiorare la sua pelle nuda.
"Sì?" Domandò il più grande, guardandolo negli occhi.
"Nulla." Disse il bianco. "Fa qualcosa, ti scongiuro." Aggiunse.
Benjamin ridacchiò, prendendo in mano la lunghezza del fidanzato e muovendo la mano a ritmo: dalla bocca dell'altro uscivano numerosi gemiti mentre affondava la testa nella parete e sentiva il respiro irregolare.
Questo gli venne a mancare quando Benjamin inglobò il suo membro, facendo movimenti circolari contro questo.
"Cristo." Sussurrò Federico, mettendo una mano sopra i capelli del moro per aiutarlo con i movimenti.
Non ci volle molto nel farlo arrivare al limite del piacere, così Benjamin si staccò dalla lunghezza e sorrise soddisfatto quando vide Federico totalmente rosso in volto e accaldato come non mai.
"Dillo che ti sei sentito i muscoli più sciolti." Disse Benjamin, avvicinandosi al suo fidanzato.
Federico gli lasciò un bacio sulla guancia, prima di ridere.
"Che lavoretto meraviglioso, quanto ti devo?" Disse, ironico, il minore.
"Vaffanculo." Rispose l'altro, sorridendo al fidanzato che lo strinse tra le sue braccia.Nel pomeriggio, la giovane coppia si era diretta verso il Colosseo: quel giorno, le piazze di Roma erano colme di persone e turisti intenti a festeggiare il Natale così.
Benjamin aveva portato con sé la polaroid che il fidanzato gli aveva regalato la sera precedente, scattando foto qua e là.
Infondo Roma era la sua seconda casa: quand'era più piccolo, assieme ai suoi genitori, aveva alloggiato lì per quasi due anni per poi trasferirsi a Modena.
Dovette abbandonare tutti i suoi amichetti, la scuola e tutto il buon insegnamento che quelle scuole gli avevano dato, ma una cosa non gli era scomparsa: l'amore verso quella città.
Camminava mano nella mano con Federico, il quale sorrideva ad ogni coppia di innamorati che passeggiavano per quelle strade antiche.
"Mi è sempre piaciuta Roma." Disse il moro. "Sin da bambino, avevo quella voglia matta di venire a vivere qui poco dopo aver superato i diciotto anni, ma ho preferito restare nella piccola e calda Modena." Aggiunse. "Altrimenti, non ti avrei incontrato." Continuò.
Federico gli sorrise, prima di voltarsi e vedere il Colosseo che regnava imponente dietro le loro spalle.
Benjamin, allora, fermò un ragazzo poco più grande di loro che era assieme alla propria fidanzata, facendogli una proposta che il ragazzo accettò.
Il moro fece sedere il più piccolo sul muretto che dava la vista del Colosseo e del cielo dalle mille sfumature, si sedè accanto a lui mettendo poi un braccio attorno al collo di Federico e stringerlo a lui.
Un sonoro click entrò nell'orecchio del bianco e, a seguire, vide l'uomo avvicinarsi con la polaroid e la foto in mano.
"Grazie mille, gentilissimi." Sorrise Benjamin. "Perdonatemi ancora il disturbo." Continuò.
La ragazza sorrise al moro, prima di prendere la mano al suo fidanzato e continuare la passeggiata.
"Mi fai vedere la foto?" Domandò Federico.
"No, non adesso." Disse il moro, aprendo il pennarello indelebile che aveva in mano già da un paio di minuti, mostrandola poi al suo fidanzato.
Poco sotto la coppia ritratta in foto, c'era una scritta ben chiara che fece sorridere come non mai il bianco: "sei l'aurora boreale, sei la luce che squarcia il mio vuoto banale."
Federico non perse tempo nel gettare le braccia al collo del fidanzato e far unire le loro labbra.
Nella sua testa tutto si unì, e il minore si rese conto che per Benjamin ne valeva la pena.
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Istruttore || Fenji
FanfictionUna storia dove il giovane ventiquattrenne Benjamin Mascolo decide di aprire una palestra tutta sua. Ma cosa succede se Federico Rossi, un ragazzo ventitreenne dai capelli tinti di bianco, decidesse di iscriversi con il migliore amico alla palestra...