Capitolo 32.

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I giorni erano trascorsi in fretta, le settimane scorrevano sul calendario che però non sembravano terminare mai per Federico che continuava a girare nel bar, assieme a Khloè, con le richieste dei clienti da ogni lato.
Federico stava andando ormai in crisi, il lavoro che doveva svolgere era tanto e sentiva un forte mal di testa premere in fronte.
La ragazza dai capelli ghiaccio gli aveva consigliato di prendere qualche medicinale e di riposarsi nel camerino e, all'ennesima ripresa da parte sua, decise di accettare.
L'orologio posto nella piccola stanza segnava l'una e un quarto, la fame si faceva spazio nello stomaco del minore che a colazione aveva assaggiato a pena un goccio di caffè.
Mentre si massaggiava le tempie doloranti, sentì qualcuno bussare alla porta scorrevole seppur aperta: dalla sua bocca uscì un gemito di dolore, prima di voltarsi verso la porta.
Un sorriso dolorante si fece spazio sul suo volto quando vide il suo fidanzato con un sacchetto bianco in mano.
"Piccino, cosa succede?" Gli chiese Benjamin, una volta avvicinato a lui.
Federico si voltò, allacciando le braccia al collo del moro per poi portarlo sopra il suo corpo.
"Mi fa male forte la testa, il bar sta andando a gonfie vele però ogni secondo la porta si apre ed entrano clienti come se fossero vento." Disse Federico, sbuffando.
Benjamin gli lasciò una carezza sul collo dalla pelle scura, prima di avvicinarsi e lasciare un bacio su questo.
"Essendo l'ora di pranzo ho deciso di portare dei tramezzini, almeno mangiavamo qualcosa assieme." Gli disse il maggiore.
"Grazie davvero, Ben, ne ho proprio bisogno." Sorrise il bianco, prendendo il sacchetto dalle mani di Benjamin per poi lasciarlo accanto a loro.
Federico fece aderire il suo petto con quello del moro, il quale aveva fatto incontrare le loro labbra immediatamente.
Il minore fece scivolare le sue mani lungo la schiena del suo fidanzato, senza mai staccare la sua bocca da quella dell'altro.
Il maggiore aveva fatto aderire perfettamente la schiena di Federico al muro, chiudendo con uno scatto della mano la porta scorrevole.
"Mh." Mugolò Federico quando il più grande prese fra i denti il suo labbro inferiore.
Con un gesto veloce, Benjamin tolse la camicia di Federico, il quale lo fece avvicinare sempre di più al suo corpo.
Il moro aveva preso a baciare il corpo tatuato sotto lo sguardo pieno di lussuria di Federico, che continuava ad alzare il petto irregolarmente dato il suo respiro e il forte caldo che aveva iniziato a sentire.
"B- Ben." Disse Federico, bloccando il più grande che era sceso a togliere i jeans. "Sono al lavoro, n- non posso." Aggiunse, deglutendo a fatica.
"Continueremo a casa, allora." Gli rispose Benjamin, sorridendo.
Passò al più piccolo la sua camicia che subito la mise, prima di prendere due tramezzini e pranzare con il suo fidanzato.

Il turno lavorativo era finalmente giunto al termine per Federico che, stanco come pochi, stava per raggiungere casa del suo fidanzato.
Khloè si era gentilmente offerta di accompagnare il ragazzo a casa dell'altro e Federico non poté che accettare la sua proposta: seppure il bar non era distante, sentiva davvero la stanchezza pressare sopra le sue gambe e quindi accettò senza pensarci troppo.
Dopo all'incirca un quarto d'ora, i due migliori amici raggiunsero casa di Benjamin.
"Grazie Khloè, ci vediamo domani." Disse, con tono estremamente basso, il più piccolo.
"Non c'è bisogno di ringraziarmi, si vede che stai a pezzi." Disse Khloè. "Tu ora non pensare più a niente, rilassati e passa una felicissima serata con il tuo fidanzato." Gli fece l'occhiolino la ragazza, lasciando un bacio sulla guancia al bianco che dopodiché lasciò la vettura.
Prese la chiave che il più grande gli aveva lasciato per poi entrare in casa: un dolce odore si fece largo nelle sue narici ed una musica, anche se a basso volume, si disperse nell'aria.
Raggiunse la cucina e lì vide il moro che stava regolando il forno con all'interno già qualcosa.
"Ehi." Sorrise Federico a quella visione.
Benjamin sobbalzò, non rendendosi conto della presenza del suo fidanzato.
"Amore, ciao!" Disse, prima di pulire le mani ed abbracciare il bianco.
"Cosa stai cucinando di buono?" Domandò Federico.
"Il pollo con le patate, però non riesco a regolare il forno." Disse l'altro.
"Devi fare così." Rise Federico, mostrando al suo fidanzato le procedure che doveva fare per regolare la temperatura.
"Ma non pensi che questi petti del pollo e le cosce non siano troppe per noi due?
Io con il pollo non ci faccio un granché, poi non so tu." Disse il bianco.
"Ehm, sì, Federico." Disse, nervoso, il suo ragazzo. "D- devo dirti una cosa..." aggiunse, ma il campanello di casa lo bloccò.
Federico diede un ultimo sguardo al suo fidanzato prima di raggiungere la porta ed aprire.
La persona che trovò dietro di questa, però, fece ribollire il sangue che scorreva una volta tranquillo nelle sue vene.
"Benjamin!" Gridò Federico e già dal tono si poteva benissimo intuire che non stava succedendo nulla di buono.
Benjamin raggiunse la porta e sospirò, avrebbe dovuto dirglielo subito.
"Cosa ci fa, ancora una volta, Kail qui?" Domandò Federico.
"Ma come ragazzo, non sei felice di vedermi? Mi fai stare male dai." Disse, sarcastico, l'ex fidanzato di Benjamin.
"Era proprio di questo che volevo parlarti, Fè." Gli disse Benjamin, nervoso. "Il fatto è che oggi lui mi ha chiamato dicendo che non sapeva dove andare e non aveva nemmeno i soldi per potersi permettere un viaggio da qui a Roma, dove sono i suoi parenti." Aggiunse. "Ha iniziato un lavoro dove lo pagano bene, fa delle riviste e cose di sponsor per delle squadre di calcio e ho ben pensato di tenerlo qui fino a quando non avrà una dimora stabile." Concluse il suo discorso.
"Benjamin, cosa vorresti dirmi?" Chiese il suo fidanzato, anche se già aveva capito.
"Ti sto dicendo che Kail vivrà qui con noi per un po' di tempo."

Istruttore || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora