Chapter 9

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-M-meglio passare il braccialetto, prima che sia irrimediabile- singhiozzò piano. Man mano che il suo bracciale veniva usato per curarsi, diventava sempre meno azzurro, riducendo inevitabilmente il suo potere. –Dovrò cercare altre due gemme- pensò, vedendolo diventare bianco. Uscì dolorante dal piccolo stanzino, per recarsi nell'aula di informatica, l'ultima lezione per quel giorno.

-Ragazzi, ho deciso che vi assegnerò dei lavori, dopodomani ve li chiederò- disse il professore. Emily non era molto pratica di computer, ma come in ogni cosa cercava di dare del suo meglio. –Ora potete andare- salutò il professore dopo aver spiegato cosa avrebbero dovuto fare i suoi alunni

Emily non aveva voglia di tornare a casa, così si nascose dietro un cespuglio poco distante dalla sua scuola e, utilizzando la sua collana, si teletrasportò nella sua amata isola Mako. –Ciao Mako- sussurrò. Si tuffò poi nella piccola piscina naturale e si sedette su un masso piano che sembrava quasi una panchina; fece scivolare lentamente la sua coda a pelo sull'acqua per rilassarsi un attimo: purtroppo i tagli delle gambe si ripetevano anche sulla coda, e bruciavano un pochino.

Dopo qualche ora di riflessione, tornò a nuoto verso la sua piccola spiaggetta vicino casa. Per fortuna sbucò dall'acqua un pochino prima, altrimenti non avrebbe visto due ragazzi appoggiati sulla ringhiera la vicino.

Si nascose dietro uno scoglio e, senza volerlo, ascoltò la conversazione tra i due –Senti Fede, mi parli un attimo in generale della classe?- -Beh, se ti interessa si. Camilla è la capo cheerleader, Samuel è uno dei miei migliori amici...- -Si ma c'è anche quella ragazza particolare con i capelli rosa- interruppe Benjamin –Quella lì? Nessuno si vuole avvicinare, dicono che sia una strega- -Una strega? Ma dai Fede!!! Non sei così stupido da credere a certe robe insulse, dai.- -è sempre da sola, non parla MAI.-. Emily si lasciò sfuggire un piccolo singhiozzo, che per fortuna Benjamin e Federico non sentirono. Quando se ne andarono, uscì allo scoperto e si fece apparire le gambe, per poi ritornare a casa, a cercare di svolgere il compito di informatica.

Erano ormai le 23, ed Emily non era riuscita a svolgere neanche un terzo di quel maledetto compito –Perché diavolo non ci riesco!!- strillò esasperata. Si fece un thè caldo e si sdraiò nel lettino che aveva nella terrazzina che si trovava in cucina. Cominciò a cantare piano piano una canzone che le cantava sempre sua mamma quando era un po' giù di morale. Dopo circa mezz'oretta si coricò a letto e prese sonno.


Emily's secretDove le storie prendono vita. Scoprilo ora