Chapter 8

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-Merda merda merdaaaa- si ripeté la ragazza tornando a casa. Ormai il tramonto aveva lasciato posto alla sera. -è tardi e a casa non ho nulla, tanto vale comprare qualcosa di pronto, no?- pensò: dopo alcuni minuti decise di andare a comprarsi un panino veloce. Tornando a casa, mangiò ciò che aveva comprato e poi andò a prendere le chiavi di casa dalla vicina.

-Ciao casetta- sussurrò appena entrò: nonostante tutto le era mancato quel piccolo appartamento accogliente. Si fece una doccia veloce per levarsi la salsedine e si tuffò nel letto, per addormentarsi subito.

"bip bip bip"

-Tu invece non mi sei mancata proprio per niente, rompiscatole- brontolò appena sveglia. Si vestì velocemente e andò alla spiaggia per poter ammirare l'alba. Trovò un piccolo scoglio nascosto e immerse i piedi: la coda non poteva apparire, dato che aveva gli orecchini che le regalò sua madre.

"flahback"

-Emily, potresti venire qua?- chiese dolcemente la madre, Calissa –Certo mamma- rispose una piccola sirena –questi orecchini sono molto speciali, tienili sempre con te! Quando sarai più grande ti spiegherò come funzionano.- -Grazie mamma- rispose Emily abbracciandola.

"fine flashback"

-Posso sedermi?- chiese qualcuno. Emily sobbalzò dallo spavento, ma cercò non farlo notare –C-certo- rispose semplicemente. Dopo alcuni minuti di imbarazzo, quel qualcuno parlò –Io mi chiamo Benjamin, te?- -Io Emily- sussurrò arrossendo: nessuno le aveva mai parlato, a meno che non fossero insulti. –Emily, mi piace- fece eco –mi sono trasferito da poco e mi chiedevo cosa ci fosse da fare in città, specialmente la sera- chiese –Beh, in realtà non saprei- disse un po' triste: quello era un chiaro segno che non aveva amici. –Fa niente, oggi comincio la scuola e qualcuno mi dirà sicuramente cosa fare- -Buon inizio allora- rispose triste la ragazza, la risposta di quel giovane le aveva fatto male... Si alzò velocemente e andò a casa per prendere le sue cose.

-ERA ORA, SI PUÒ SAPERE DOME DIAMINE SEI STATA?!?!- le sbraitò contro Federico, dopo averla trascinata nello sgabuzzino al terzo piano della scuola. –VOGLIO UNA RISPOSTA SUBITO- -E-ero dalla mia famiglia- sussurrò lei, singhiozzando. –SI CERTO, UN ABORTO COME TE RIVOGLIONO?!?!- -non sono un a-aborto- -NON MI RISPONDERE HAI CAPITO?!?!- urlò furioso, poi cominciò a prenderla a calci e a pugni. Successivamente Federico tirò fuori un coltellino –così impari, puttana- e cominciò a tracciare dei piccoli segni sulle sue gambe –E NON URLARE!-. Emily alla vista del suo sangue cominciò ad agitarsi sempre di più e si sentì andare a fuoco, dal bruciore che quella lama le provocava sulla pelle. Dopo 5 lunghissimi minuti, Federico la abbandonò ed Emily si lasciò andare ad un pianto liberatorio.


Emily's secretDove le storie prendono vita. Scoprilo ora