Capitolo 1

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"Tesoro sbrigati o faremo tardi" urla mia madre dal fondo delle scale.

E bene sì, sono le nove del mattino ed io sto per iniziare l'esperienza più bella della mia vita; sto per iniziare il college.

Fin da piccola ho sempre desiderato andarci ed ora finalmente è arrivato il fatidico momento.

Non sto più nella pelle, tant'è che ho passato la notte in bianco, facendo mente locale per cercare di ricordare se in valigia avessi messo tutto.

"Arrivo mamma, cinque minuti e scendo" urlo a mia volta per farmi sentire, prima di aprire la valigia per la milionesima volta in cerca di non so nemmeno io cosa.

"Allora..." inizio a dire scrutandola nei minimi dettagli "Le felpe ci sono, i pantaloni anche, le scarpe..." non riesco a finire la mia lista improvvisata delle cose che dovrei portarmi dietro, che la porta della mia camera si spalanca andando a sbattere contro il muro, causando un rumore che mi fa saltare dallo spavento.

"Mamma sei forse impazzita?" grido, portandomi la mano al petto dove sento il cuore battere all'impazzata mentre cerco di regolarizzare il respiro.

"No Clare" afferma ridendo. "Sono solo come tutte le mamme e quindi odio arrivare in ritardo"

"Hai ragione andiamo" sospiro rassegnata, prima di alzarmi in piedi e afferrare la mia valigia che trascino giù per le scale, con non poca fatica, fino ad arrivare alla porta d'ingresso.

Mi volto un'ultima volta osservando quella che per diciannove anni è stata la mia casa; quelle mura che mi hanno vista piangere, ridere, ma soprattutto che mi hanno vista crescere.

Mi soffermo a guardare la grande cucina dove io e la mamma abbiamo passato ore ed ore tra i fornelli; guardo il salone dove spicca subito all'occhio il divano bianco che risalta con le pareti arancioni, dove abbiamo visto migliaia di serie TV e sclerato come due adolescenti problematiche.

Il mio sguardo si posa poi sulle scale, quelle scale da cui sono caduta non so nemmeno io quante volte a causa della mia mania di correre per casa, e sorrido pensando a tutti i bei momenti che ho trascorso qui dentro, ma soprattutto con mia madre, la donna che mi ha cresciuta da sola nonostante la sua giovane età, impegnandosi al massimo per non farmi mai pesare la mancanza di una figura paterna che non mi ha accettata, che ha preferito scappare di fronte ad una responsabilità così grande. Mia madre è colei che mi ha insegnato a non arrendermi, a non piegarmi di fronte alle difficoltà, ma soprattutto è colei che ha fatto sì che diventassi la persona che sono oggi.

"Le porte di questa casa saranno sempre aperte e tu lo sai bambina mia" mi sorride e posso notare i suoi occhi farsi lucidi così come i miei, ecco perché tempo due secondi e mi ritrovo tra le sue braccia, cercando di dimostrarle tutto l'amore che provo per lei, per la donna della mia vita, la donna che amo più di chiunque al mondo e a cui devo tutto.

Dopo il nostro abbraccio, lascio che chiuda la porta mentre io, mi avvio verso la nostra Mini Cooper grigia, metto la valigia nel portabagagli e poi mi posiziono sul sedile del passeggero nel frattempo che la mamma metta in moto.

Allungo il braccio e accendo la radio.

Credo che ormai questa sia diventata una mia abitudine. A volte lo faccio senza nemmeno rendermene conto. Il fatto è che, adoro fare lunghi viaggi in compagnia della musica, la mia migliore amica, colei che c'è sempre stata per me. La musica è protezione, è spensieratezza, è come essere capiti nei momenti in cui tutti preferiscono farsi gli affari loro.

Quando le note di note di Mercy di Shawn Mendes riempiono l'aria, sorrido lasciando poi che il paesaggio scorra sotto i miei occhi curiosi.

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