Capitolo 39

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"Mi spieghi perché hai voluto prendere proprio la pizza?" mi chiede il tatuato nel momento in cui mettiamo piedi nell'enorme salone di casa sua.

"Perché avevo voglia di pizza" alzo gli occhi al cielo fingendomi scocciata.

Dopo le lezioni abbiamo deciso di venire qui, o meglio, lui mi ha obbligato ad aiutarlo con le cose da portare al campus. Strada facendo ci siamo fermati, sotto la mia volontà, a prendere due pizze, e a quanto pare la cosa a lui non è andata molto a genio visto che sono più di dieci minuti che continua a chiedermi il perché di questa mia decisione.

"Io sono più tipo da hamburger" mormora prima di dirigersi in cucina con i due cartoni, dai quali fuoriesce un'odore sublime.

"Lo aggiungerò alla lista delle cose che ho scoperto di te" scherzo seguendolo non prima però di essermi tolta il giacchetto in pelle nero e averlo poggiato sul divano.

"Hai veramente una lista?" chiede alzando un sopracciglio con fare curioso appoggiando le pizze sul tavolo in marmo pregiato.

"Forse" faccio la vaga sedendomi su uno degli alti sgabelli girevoli.

"E sentiamo cosa hai scoperto di me?" mi guarda serio e posso vedere la sua mascella irrigidirsi, così come il resto del corpo.

"Che sei una bella persona Christopher. Ecco cosa ho scoperto" lo guardo negli occhi cercando di fargli capire che quello che ho detto lo penso davvero.

Ho capito dal modo in cui il suo corpo si è irrigidito nel momento in cui mi ha posto la domanda, che in un certo senso aveva paura del mio giudizio.

Ormai lo conosco abbastanza bene da sapere che anche se non lo vuole dare a vedere, il giudizio della gente per lui è importante. Non di tutte le persone certo, ma di quelle a cui lui in qualche modo tiene sì, e dopo le parole di oggi sono convinta che almeno un pochino, a me ci tiene.

"Tieni" lascia che il cartone di pizza strisci sul tavolo fino ad arrivare a me, prima di sedersi al mio fianco e iniziare a mangiare senza degnarmi di uno sguardo.

Rimango per un'attimo scioccata dal suo improvviso cambio d'umore.

So che non dovrei rimanerci particolarmente stupida, ma in questo momento non posso fare a meno di chiedermi cosa io abbia fatto per farlo arrabbiare.

Lascio di proposito che uno sbuffo rumoroso esca dalle mie labbra, prima di aprire il cartone, afferrare una fetta di pizza e addentarlo.

Mangio tre fette, in rigoroso silenzio, fino a quando stufa del suo mutismo mi volto a guardarlo, rivolgendogli la domanda che aleggia nella mia testa da fin troppo tempo.

"Cosa ho detto di sbagliato?" chiedo aspettando una sua reazione.

"Hai detto quello che le mie orecchie non avrebbero mai voluto sentire" dice come se nulla fosse.

"Come scusa?" mi alzo sentendo la rabbia montarmi dentro.

È serio?

"Credi veramente ciò che hai detto?" mi scruta attentamente e forse per la prima volta posso vedere l'incertezza nei suoi smeraldi verdi.

Pensava forse che scherzassi?

Lascio che un sorriso si apra sulle mie labbra, avvicinandomi di poco a lui.

Mi beo del suo profumo muschiato, prima di annuire.

"Lo penso davvero. Christopher Collins tu sei una bella persona" affermo ora seria poggiandogli una mano sulla guancia.

Conosco i suoi pensieri e so che lui non pensa questo di sé. Per lui è solo un mostro, macchiato da tutte le azioni brutte che ha commesso nella sua vita. Azioni che porta dietro come un macigno sulle spalle.

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