Ricordo di aver letto un libro, una volta, trovato per caso.
Quel giorno giravo tra gli scaffali della biblioteca, con fare curioso. Osservavo attentamente tutti i titoli che mi passavano sott'occhio. Non cercavo nulla in particolare. Ero entrata lì per ripararmi dalla pioggia, che senza preavviso, aveva iniziato ad abbattersi sulle strade del Queens.
Vagavo tra le corsie non riuscendo a distogliere gli occhi da tutte quelle copertine colorate. Ognuna catturava la mia attenzione per un determinato particolare; dal carattere scelto per imprimere su carta il titolo al colore con il quale le parole erano impresse. Lasciavo che gli occhi, carichi di velata emozione, si posassero su tutti quei piccoli dettagli. Quelli che agli occhi degli altri forse non rappresentavano niente, ma che ai miei significavano e significano ancora tanto. Ogni piccolo dettaglio presente in un libro, non è lì per caso; è solo una delle tante chiavi del mazzo. È solo una delle chiavi che servono ad aprire la serratura della porta in grado di trasportarti ovunque; perché oltre quella porta, c'è sempre un fantastico mondo in cui tutti possono perdersi.
Fu proprio in quel momento, mentre cercavo una porta da attraversare, mentre scrutavo l'ambiente alla ricerca di quel turbine che mi avrebbe risucchiata e fatta sua, che i miei occhi si posarono su quella copertina blu. Era di un blu vivo, brillante. Blu zaffiro pensai mentre, come impnotizzata, lo afferrai con delicatezza dallo scaffale.
Non avevo la minima idea di cosa si trattasse. Non avevo letto il titolo, non avevo letto la sezione della biblioteca in cui mi trovavo e di conseguenza non sapevo che argomento trattasse, ma nonostante ciò lo afferrai, e poi dopo aver letto il titolo iniziai a dargli un'occhiata.
Era un libro particolare. Trattava un argomento importante, qualcosa che andava preso con le pinze.
Sfogliai una pagina dopo l'altra, cercando di non farmi catturare dalle tante scritte che, come le sirene con i marinai, richiamavano la mia attenzione.
Sfogliai attentamente fino a quando i miei occhi furono catturati dal sottotitolo in neretto che riportava un capitolo: le cinque fasi del lutto.
Avevo perso i miei nonni materni tempo prima. Era stato un duro colpo per me. Avevo attraversato per un po' alti e bassi, ma ne ero uscita. Con l'aiuto della mamma e con il tempo alla fine ne ero uscita.
Quando però quel giorno vidi quelle parole, senti la necessità di leggere e comprendere. Volevo vedere quanto la mente umana possa essere fragile. Senza volerlo mi ero imbattuta in un libro di psicologia post traumatica. Avevo preso tra le mani un libro che trattasse disturbi mentali causati da un qualsiasi evento doloroso.
Il capitolo, in particolare, parlava delle cinque fasi di elaborazione del lutto. Queste fasi erano elencate e spiegate in maniera sintetica ma precisa.
Con occhi curiosi iniziai a leggere ciò che mi si presentava davanti. Lessi ogni fase: quella della negazione in cui la persona tende a negare l'accaduto, quella della rabbia in cui l'individuo sperimenta la rabbia della perdita vissuta come un'ingiustizia, quella della contrattazione dove la persona tende a prendere atto dell'irreversibilità della perdita, quella della depressione; fase in cui il soggetto si rende conto di tutto ciò che non potrà più condividere con la persona venuta a mancare e infine quella dell'accettazione, fase in cui la persona è ora pronta a dare un senso a quanto successo, ad inserirlo nell'ordine naturale delle cose ed ad accettare finalmente la perdita.
Le avevo lette tutte, una ad una, con il cuore in gola rispecchiandomi in ognuna di essa. Le avevo provate tutte. Ognuna aveva lasciato un segno dentro di me, ma avevo sorriso quando nel momento in cui arrivai a leggere l'ultima mi resi conto che ne ero uscita. Ce l'avevo fatta. Ero arrivata al traguardo. Avevo imparato a lasciarli andare. I nonni ormai non c'erano più, ma nonostante quello non stavo e non sto più male perché so che si troveranno sempre al mio fianco. Perché quando una persona occupa un posto nel tuo cuore non la si può lasciare andare.
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Heal Me
Romance* SOSPESA* Troppe volte si tende a giudicare una persona dall'apparenza, dal suo modo di fare ma anche da cose molto più stupide come per esempio dal modo di vestire, di parlare, di camminare. Certo tutte queste cose formano l'immagine di una person...