Capitolo 35

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Ho sempre pensato che la felicità si trovi nelle piccole cose, nelle piccole attenzioni che si ricevono dalle persone a cui si vuole bene, da uno sguardo ricevuto al momento giusto, da una parola detta nel momento del bisogno, da un gesto fatto con il cuore.

Ed è per questo, che ora sorrido di fronte a quello che ho davanti.

Un'immensa distesa azzurra, dove puoi lasciare che lo sguardo vaghi libero da ogni confine, da ogni barriera, da ogni paura.

Il mare.

Christopher mi ha portata al mare.

Un'ora e mezza seduta sulla sella di una moto, stretta a lui, con il il suo profumo nelle testa mi hanno portata a questo; il dipinto spettacolare che ci offre la natura.

"Grazie" mormoro felice.

Le piccole cose per me fanno la felicità, i gesti fatti con il cuore e non so perché, ma ho la sensazione che il suo sia fatto con il cuore. Con quel cuore che lui si ostina ad ammettere di avere, ma che io riesco a vedere oltre tutti gli strati di acciaio che lo riscoprono.

Un giorno mi disse che io non voglio vederlo per quello che è, ma in realtà non è così. Io lo vedo, in tutta la sua genuinità, in tutta la sua bontà d'animo. Io lo vedo per la bellissima persona che è e forse lo inizia a capire anche lui.

"Ti avevo promesso un tramonto insieme" mi sorride prima di sfilarmi il casco.

Il suo casco. Quello che ha preferito dare a me piuttosto che tenere.

"E tu mantieni le promesse" sorrido a mia volta stringendo la sua mano tatuata nella mia.

"Sempre" afferma prima di incamminarsi verso gli scogli. Quelli su cui siamo stati la prima volta che siamo venuti qui.

Appena i nostri piedi iniziano ad affondare nella sabbia, mi affretto a togliermi i stivaletti.

Adoro sentire la sabbia tra le dita dei piedi. Mi piace la sensazione che si prova quando senti la superficie morbida, ma allo stesso tempo ruvida della sabbia solletticarti i piedi. Mi piace la natura, la forma d'arte più bella che il mondo ci ha donato e il mare secondo me è il capolavoro per eccellenza.

"Sei buffa sai" dice guardandomi con uno strano sorriso sulle labbra.

"Fiera di esserlo" scherzo prima di puntare i mio occhi proprio lì.

Sulla linea dell'orizzonte.
Sul punto preciso in cui avviene la magia. Sul punto preciso in cui si uniscono i due mondi; quello reale e quello fatto per sognare.

"Sediamoci" dice il tatuato al mio fianco, prima di sedersi sul grande scoglio nero poggiandoci sopra il casco, facendo attenzione a non farlo cadere a causa della scivolosità del masso.

Facendo anch'io molta attenzione a dove metto i piedi, mi accomodo accanto a lui, poggiando i stivaletti di lato.

"La vedi quella?" chiede indicando qualcosa nel tramonto dopo un attimi di silenzio in cui abbiamo lasciato che fossero i pensieri a colmare il silenzio tra noi.

"Cosa?" assottiglio lo sguardo in cerca della cosa che ha attirato la sua attenzione.

"La linea verde proprio lì" indica un punto preciso e la vedo.

Una piccola linea verde che mi appare sotto gli occhi pochi secondi, giusto un battito di ciglia.

"Cos'era?" chiedo sapendo bene che non si tratti di una casualità.

Se Christopher ma l'ha fatta notare significa che c'è qualcosa sotto. Non fa mai niente a caso, quando è razionale come in queste ore.

"Un raggio verde" mormora tenendo lo sguardo fisso in quel punto in cui poco fa, come per magia è apparsa quella liena "Quello che hai visto è un raggio verde"

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