Capitolo 26

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Apro gli occhi di scatto quando un gran rumore al piano di sotto mi fa svegliare.

Mi guardo intorno ancora spaesata per il risveglio improvviso, le pareti rosa della mia cameretta però  mi fanno tranquillizzare immediatamente.
Guardo tutti i peluche delle principesse poggiati sulle mensole e inevitabilmente mi spunta un sorriso.

Adoro le principesse, ognuna di loro per un motivo; cenerentola per la storia della scarpetta di cristallo, biancanrve per il fatto che vive con i sette nani, rapunzel per i suoi capelli lunghi e lucenti.

Cosi come i miei penso mentre mi guardo allo specchio.

I miei lunghi capelli castani arrivano fino a metà schiena e di questo ne sono estremamente felice.

A scuola tutte le mie amiche mi invidiano per questo anche se loro non sanno che in realtà sono io che le  invidio; le invidio quando all'uscita vedo il loro papà salutarle e poi prenderle in braccio e farle volare in aria, in alto, fino a farlgli toccare il cielo. Azzurro e infinito come il mare. Le invidio quando alla festa del papà realizzano il loro lavoretto con tanto amore e dedizione per quel padre che io desidero così tanto, ma che sfortunatamente non ho.

"Buon compleanno bambina mia"

La mamma sulla soglia della porta tiene in mano una torta rosa e bianca esattamente come la mia stanza, con sopra le stampe delle mie principesse preferite:

Aurora della bella addormentata nel bosco e Cenerentola.

Mi viene incontro e dopo aver poggiato la torta sul piccolo tavolino al centro della stanza, dove pennarelli colorati e fogli bianchi giaciono lì dalla sera precedente, mi stringe in un forte abbraccio.

"La mia principessa oggi compie nove anni" mormora al mio orecchio prima di strizzarmi le guance.

"Smettila mamma" dico infastidita staccandomi da lei "Se sono grande non devi più strizzarmi le guance" incrocio le braccia al petto.

"Hai ragione tesoro ormai sei grande per queste cose. A nove anni ormai sei una donna matura" mi fa l'occhiolino sorridendomi.

"Davvero?" chiedo felice.

"Ma certo" mi stritola in un abbraccio "Ora spegni le candeline ed esprimi un desiderio" afferma prendendo in mano la torta e mettendomela sotto il naso.

"Se esprimo un desiderio quello si avvera?" domando emozionata dal mio desiderio. È lo stesso che esprimo ogni anno, ma ogni anno non si avvera mai.

"Se lo desideri tanto tanto sì, ed ora forza, spegni le candeline" mi incoraggia ed io lo faccio.

Soffio sulle candeline ed esprimo il mio desiderio:

Papà torna a casa.

Ed è sempre lo stesso da anni perché è questo quello che voglio; voglio che papà torni da me e dalla mamma, voglio che mi accompagni a scuola e che mi porti a prendere il gelato, voglio che mi legga la favola della buonanotte prima di andare a dormire, questo è quello che voglio, questo è quello che desidero; solo ed esclusivamente che il mio papà torni a casa.

Sento le palpebre pesanti quando lentamente provo ad aprire gli occhi. La testa mi scoppia, come ogni volta che un frammento della mia infanzia, torna a farmi visita durante la notte.

Ancora priva di forze mi tiro a sedere, scorgendo la sagoma di Kate, che mi fissa attentamente.

"Buongiorno dormigliona" mi sorride per poi alzarsi dalla cassapanca e aprire le tende.

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