Capitolo 10

5K 245 189
                                    

La mattina quando mi sveglio il mal di testa fortunatamente è passato, così com'è passata la mia voglia di alzarmi e andare a lezione.

"Clare alzati o faremo tardi" sento Mad rovistare nell'armadio.

"Io salto la prima ora" dico nascondendo la testa sotto il cuscino.

"Io non posso saltarla" sbuffa "Ho la cogliona d'italiano. La Mc"

"La Mc?"

"Si è una che spara tante di quelle cazzate che tu nemmeno immagini"

Rido pensando a che strano cognome abbia.

"Trovato. Guarda dove si era infilato questa maledetta maglietta" urla la mora con mezzo corpo nell'armadio.

"Ok ora posso andare. Se tu non vieni esco ora, devo parlare con Hunter" mi dice prima di lanciarmi un bacio volante per poi uscire dalla porta.

Guardo l'ora sul telefono: 8.30

Decido di farmi una doccia veloce e dopo aver indossato un paio di skinny jeans bianchi, un maglioncino color rosa carne e le mie convers bianche, prendo la mia borsa ed esco per andare a fare colazione.

Cammino per le strade super trafficate di New York con le cuffie alle orecchie.

Appena ne ho la possibilità le indosso sempre. La musica riesce a darmi tranquillità, quando suona nelle mie orecchie riesco a sentirmi più protetta, più sicura, ma soprattutto capita.

È una sensazione che non riesco a spiegare a parole, c'è e basta.

Una volta arrivata davanti ad una piccola caffetteria, con un'insegna carina con su scritto Caffee Home decido di entrare.

Oggi non avevo voglia di andare alla solita caffetteria vicino al campus. Quella è sempre piena di studenti ed oggi ho bisogno della mia tranquillità.

Mi tolgo le cuffie e mi avvio al bancone per ordinare.

Le pareti sono di un rosa cipria mentre i piccoli tavoli sono rotondi e le sedie bianche.

È davvero un posto molto carino e tranquillo. Ci sono solo una coppia seduta ad un tavolo vicino la finestra e un signore intento a leggere il giornale.

"Cosa posso servirle signorina?"

Una donna sulla sessantina, con indosso un grembiule a fiori mi sorride mentre aspetta la mia ordinanzione.

"Un succo di mela e..." guardo la vetrina con i dolci esposti "E uno di quei muffin al caramello"

Afferra un bicchiere per poi versarci il mio adorato succo di mela.

"Come si chiama?" dice porgendomi il bicchiere.

"Clare... E comunque non mi dia del lei. Ho solo diciannove anni"

Il fatto che mi dia del lei mi mette abbastanza in imbarazzo.

"Ho capito Clare e la stessa cosa vale per te e dimenticavo io sono Rosmery"

Addento il muffin gustandomi il suo buonissimo sapore.

"Li hai fatti tu?" domando continuando a masticare questa delizia.

"Si. Tutti i dolci che vedi in vetrina li faccio io con le miei mani"

"È molto buono"

"Era la ricetta segreta di mia nonna. Viene tramandata da generazione in generazione"

Annuisco continuando a mangiare silenziosamente, finché il mio cellulare vibra.

Ho parlato con il professor Forbs. Il nostro argomento è il DNA

Heal MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora