Capitolo 41

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Lascio che il vento mi scompigli i capelli, mentre spingo le mie gambe a spingere più forte, mentre con le airpord alle orecchie percorro quello che per me è un locus amenus, il posto in cui vengo per mettere ordine ai miei pensieri, il luogo in cui cerco da quando sono qui, di trovare quella tranquillità, quella sensazione che mi faccia dire di sentirmi a casa: Center Park.

La natura, lo stare all'aria aperta mi ha sempre trasmesso un senso di pace, di benessere. Da quando sono qui, ho scoperto tanti paesaggi meravigliosi e questo soltanto grazie a Christopher.

Sorrido pensando a lui.
Quel ragazzo sta diventando ogni giorno più importante per me, e mentre prima ero spaventa da tutto ciò, da quello che iniziavo a provare nei suoi confronti, ora non più, perché ho capito che le emozioni, i sentimenti sono qualcosa che non si possono controllare. Tutto ciò che di bello provo per lui, non lo posso cambiare in nussuno modo. Lui significa molto per me, ormai ne sono convinta.

So quanto sarà difficile stare al suo fianco. Quando ho pronunciato quelle parole la prima volta, se devo essere sincera non credevo che sarebbe stato così difficile. I suoi problemi, la sua borderline influiscono molto su quello che potrebbe esserci tra noi. I suoi sbalzi d'umore improvvisi sono qualcosa a cui ancora non sono abituata, ma lo farò. Non andrò via, e dopo aver sofferto a causa dell'abbandono ne sono ancora più sicura. Io non me ne vado, resto.

Non mi faccio problemi a ripetergli questa frase, perché so quanto possa far piacere sentirsela dire.

Avrei fatto i salti di gioia se mio padre, lo avesse fatto. Avrei pianto per ore se un giorno avesse varcato la porta di casa nostra, avesse spalancato le braccia, mi avesse stretto a lui e mi avesse detto: stai tranquilla Clare. Questa volta non me ne vado. Resto.

Rallento il passo quando sento la famigliare stretta al petto fare la sua comparsa.

È inevitabile per me pensare all'uomo che mi ha messo al mondo, ma che ha deciso di abbandonarmi senza lasciarmi sopraffare dall'emozioni.

Ogni volta mi prometto che non ci starò più male. Prometto che sarò forte, anche senza di lui, mi ripeto che ormai alla sua mancanza ci sono abituata, ma poi basta poco per farmi ricadere nello sconforto più totale.

So di non averla superata, ne sono consapevole. Perché una ragazza di diciannove anni, che scoppia a piangere di fronte ad una bambina, che al parco tiene la sua piccola mano in quella del padre, pensando a come sarebbe stato tenere quella del suo è evidente che non l'ha superata.

Prendo dei respiri profondi, concentrandomi sulla voce di Christina Aguilera, che in say something esprime tutta la tristezza che sto provando in questo momento.

Say something, I'm giving up on you
I'm sorry that I couldn't get to you
Anywhere, I would've followed you

"Io lo avrei fatto papà... Ti avrei seguito ovunque" mormoro alzando gli occhi verso il cielo.

Fin da piccola ho sempre pensato che il cielo fosse qualcosa di immenso, ma soprattutto di uguale per tutti. Il cielo è uno, quindi è per questo che mi piaceva e mi piace ancora pensare che quando ti manca una persona, quando questa è lontana basta guardare il cielo, perché ovunque lei sia, saremo sotto lo stesso cielo. È una cosa stupida lo so, ma ingenuamente mi piace pensarla così.

Chiudo gli occhi cercando di riprendere il controllo di me stessa.
Christopher, in a questo momento avrei bisogno di lui qui, al mio fianco che con le sue braccia forti mi stringa al suo petto e mi sussurri che andrà tutto bene. Perché anche se so che non è vero, che il vuoto che sento al centro del petto forse non sparirà mai, io gli crederei. Semplicemente perché è lui. Il ragazzo che nonostante tutto mi fa stare bene, mi fa dimenticare il passato, vivere il presente e sperare nel futuro.

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