Capitolo 46

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Ho sempre saputo di essere una ragazza che pensa troppo.

La mia testa è sempre stata piena di pensieri. Vorticano, si muovono, fanno rumore, mi fanno capire che ci sono.

Fin da quando ero piccola mi fermavo a contemplare il nulla, cercando di trovare delle risposte a quelle tante domande che mi ponevo. Ero e sono tutt'ora una persona molto curiosa e probabilmente è proprio questo che mi spinge a domandare, sperando di ottenere risposte, ma molto spesso questo non avviene. Spesso le risposte non le trovi, non ti vengono date, soprattutto quando si tratta di Christopher.

Una domanda.
Gli ho fatto una semplice domanda, ma lui ha preferito darmi le spalle e fuggire, non so se da me o da quello che gli ho chiesto, fatto sta però che è fuggito. Se ne è andato, lasciando tanto rumore nella mia mente.

Ha sbagliato a scappare, perché io non volevo dargli contro anzi. Non so se quello che ha affermato Dan sia vero oppure no, ma so che Christopher tiene a Chanel più di quanto da a vedere. Non ho mai ben capito qual'è il rapporto che ci sia tra loro; non so se siano mai stati fidanzati, se si siano amati oppure odiati, ma sono sicura che qualcosa li ha legati in passato e li lega ancora oggi. Ecco perché non riesco a credere che abbia potuto dire una cosa del genere.

Anche questa volta io ero dalla sua parte, ma lui ha preferito rinchiudersi in sé stesso e lasciarmi fuori dai suoi pensieri.

Scuoto la testa, delusa dal suo comportamento, prima di andarmi a sedere sulla cassa panca davanti la finestra.

Sono sola.
Non so dove sia Madison.

Quando sono tornata in stanza, questa era immersa nel buio. La finestra era chiusa e le luci erano spente, segno che non vi era nessuno dentro, ma ancora scossa da quello che era appena avvenuto non ho pensato a dove potesse essere Mad, ma ora che ho riacquistato lucidità inizio ad avvertire la preoccupazione.

Dove sei?

Invio aspettando una risposta che non tarda ad arrivare.

Sono con Hunter. Va tutto bene. Torno tra qualche ora.

Leggo il suo messaggio tirando un sospiro di sollievo.

Non so perché io debba sempre pensare al peggio, ma è più forte di me.

Ogni volta che le cose rompono lo schema prestabilito, io tendo a preoccuparmi, iniziando ad avvertire un'ansia che non sparisce fino a quando non ricevo un qualcosa che mi dimostri che va tutto bene, come in questo caso il suo messaggio.

Va bene. Ci vediamo dopo.

Premo invio, lanciando poi il telefono sul cuscino al mio fianco.

Mi appoggio con la schiena al muro, fermandomi ad osservare il cielo  fuori dalla finestra.

Sembri una bimba mi ha detto poco fa Christopher mentre condividevo con lui la mia passione per le stelle e tutto ciò che riguarda il cielo, e forse ha ragione penso ora mentre circondata dal buio vorrei avere la mamma vicina, per non avere paura. Per sentirmi al sicuro. Forse ha ragione sono ancora la bimba spaventata che quando gli incubi le facevano visita correva nel lettone della mamma, per sentirsi protetta. Forse ha ragione sono una bimba, ma lui nonostante ciò mi ha lasciata sola.

Presa da un moto di nostalgia e tristezza afferro l'iphone e compongo il numero della mamma.

Mi porto le gambe al petto aspettando che risponda.

Continuo a tenere lo sguardo perso nel cielo scuro quando la sua voce giunge alle mie orecchie.

"Tesoro". Il suo timbro dolce, così famigliare mi fa sentire subito meglio.

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