Tre, due, uno..."Perfetto" farfuglio, nel momento in cui la lucina verde della macchina del caffè inizia a lampeggiare.
Con un movimento meccanico mi affretto ad afferrare la tazzina piena di caffè bollente.
Abbasso lo sguardo su di essa, osservando attentamente il liquido scuro al suo interno. Il fumo caldo, intriso di quell'odore acre, tipico del caffè, risale fino al mio naso, causandomi un'ondata di nausea.
Sbuffo, arricciando le labbra in una smorfia di disgusto, di fronte alla bevanda che ora tengo stretta tra le mie mani.
Ho sempre detestato il caffè.
Odio il suo sapore amaro, così come il suo odore forte e persistente.Ad una tazza colma di caffè ne ho sempre preferita una piena di succo alla mela, non a caso, io, non ho mai fatto colazione con una tazza che non fosse riempita da qualche strano succo colorato, ma stamattina, quando dopo una notte insonne e solitaria, nel buio della casa sono scesa giù in cucina, prendere una capsula e inserirla nella macchinetta è stata la prima cosa che ho fatto.
Ho pensato a lui.
Come spesso succede ultimamente ho pensato prima a lui, che a me.
Ho pensato prima al ragazzo che tra poco si sveglierà e si troverà davanti una tazza di caffè fumante, nonostante tutto.E so che tutto questo è stupido.
Dannatamente stupido ma io sono fatta così. È più forte di me.Perché nonostante quello che è successo ieri sera, nonostante il suo essersi allontanato fisicamente e il suo avermi lasciata fuori dal caus che è il suo mondo io sto pensando ancora a lui, e a come lui possa stare.
Lo penso e basta però, perché non posso chiederglielo. E so che è buffo, dato che ci sono solo pochi metri di distanza a dividerci. Fa ridere sì, ma allo stesso tempo fa anche male al cuore pensare che in questo momento è un imponente muro di delusione e rancore ad ostacolarci.
A renderci due estranei in queste quattro mura."Chris... " sussurro, osservando la tazza piena che ancora stringo tra le dita.
Soltanto poche ore fa ha lasciato che la notte si facesse più scura e solitaria sopra la mia testa. Che il freddo, dettato dalla sua assenza, creasse in me un vuoto incredibile al centro del mio petto, lì, dove avrei tanto voluto percepire il suo respiro caldo. Lì, dove avrei voluto sentirlo ma...
Lui non c'è. Non è qui e non berrà il mio caffè penso, e come presa da una consapevolezza improvvisa mista alla rabbia mi ritrovo a lanciare la tazza nel lavandino. Guardo il caffè spargersi e macchiare di nero il marmo chiaro del lavello.
"Che ti ha fatto?"
Sussulto, nel momento in cui una voce ancora assonnata fa capolino tra le mura della cucina, risvegliandomi dai miei pensieri.
"Mi hai fatto spaventare" ammetto, portando una mano sul petto, sul punto in cui il cuore batte all'impazzata.
Socchiudo gli occhi, cercando di regolarizzare il respiro corto, prima di voltarmi lentamente, incontrando gli occhi divertiti di Isaac.
"Scusa non era mia intenzione" incalza, abbozzando un sorriso buffo, nel mentre che con fare disinvolto si avvicina al grande frigo in acciaio, per poi piegarsi leggermente in avanti a prendere il cartone del latte.
Senza rendermene conto lascio che gli occhi curiosi, si perdano ad osservare il suo fisico ben modellato. La schiena ampia, lasciata scoperta, è messa in evidenza dai muscoli ben allenati, che gli conferiscono un'aria molto più matura. Per non parlare poi del fondo schiena alto, coperto solo da un jeans nero.
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Heal Me
Romance* SOSPESA* Troppe volte si tende a giudicare una persona dall'apparenza, dal suo modo di fare ma anche da cose molto più stupide come per esempio dal modo di vestire, di parlare, di camminare. Certo tutte queste cose formano l'immagine di una person...