Saltare.
Ecco cosa vorrei fare in questo momento mentre mi avvio al campus perché sono talmente felice che si, mi metterei a saltare come una scema e ad urlare dalla felicità. Sapere che Christopher ha la borderline è stato un duro colpo, soprattutto all'inizio, ma adesso, dopo averci dormito sopra sento che questo non sarà un'ostacolo per noi.
"Noi" sussurro sorridendo pensando che finalmente posso definire me e lui un noi, un noi che lui mi ha dato la possibilità di creare, un noi che coltiverò giorno per giorno. So che questo non vuol dire che stiamo insieme, però a me questo basta. Stare al suo fianco e avere lui al mio.
Con passo felpato mi dirigo ai parcheggi dove lo vedo appoggiato alla sua moto in tutta la sua bellezza; il busto muscoloso è coperto da una maglietta nera mentre le gambe sono fasciate da dei jeans slavati. Tra le labbra tiene una sigaretta che getta a terra non appena i suoi occhi incontrano i miei, per poi sorridermi e avvicinarsi.
"Pentita?" domanda afferrandomi per un fianco e spalmandomi contro il suo petto.
"Per niente" sorrido.
"Sarà solo questione di tempo" alza le spalle prima di poggiare le sue labbra sulle mie in un bacio casto.
"Lo so che è da poco che ci conosciamo ma io voglio stare al tuo fianco. Io non scapperò ma ti prego non farlo nemmeno tu" ammetto sapendo quanto a lui costi tutto questo.
"Clare io voglio essere sincero con te" afferma serio mentre fianco a fianco ci avviamo verso l'entrata del campus.
Mi volto verso di lui in attesa che parli non capendo cosa voglia dire.
"Io non so se tu sai cos'è la borderline, non so se sai la merda che mi fa essere, non so se sai con cosa hai a che fare" dice fermandosi per puntare i suoi occhi nei miei.
Rimango in silenzio perché ha ragione lui. Io non so con cosa ho a che fare, non so di preciso cosa sia la borderline e quanto essa influisca nella sua vita, però di una cosa sono certa: io non voglio lasciarlo andare, non ora che finalmente si è aperto con me.
"Come immaginavo" sorride amaramente spettinandosi i capelli già di loro un disastro "Tu non conosci un cazzo di tutto questo vero?" sbotta infastidito forse dalla mia ignoranza riguardo l'argomento.
"Non mi interessa" provo a dire avanzando verso di lui che repentinamente retrocede.
"E invece sbagli e sai perché? Perché io voglio che tu sappia la merda che mi porto dietro da Dio solo sa quanto" sputa con rabbia.
"Se è questo che vuoi mi informerò allora" affermo sicura.
Se è questo che vuole lo farò.
Ieri sera una volta tornata in stanza ho evitato di proposito di cercare altre informazioni sul suo disturbo perché non voglio sapere, non voglio che questo diventi un'ostacolo per noi, e lo so che è una cosa stupida da parte mia, so che così facendo sto solo aggirando il problema, anche se ora il non aver fatto quelle ricerche sta diventando un problema per lui, e questo non va bene. Affatto.
"Vieni da me oggi, voglio essere io a parlartene" dice prima di riprendere a camminare.
Una volta dentro non posso fare a meno di notare le occhiate che molti studenti ci lanciano, alcuni sorpresi, altri semplicemente incuriositi.
"Fottitene" mi sussurra il tatuato al mio fianco.
"Perché ci fissano?" chiedo sentendo l'imbarazzo montare dentro di me.
Non mi piace stare al centro dell'attenzione e in questo momento, con tutti questi occhi puntati addosso non mi sento molto a mio agio.
"Perché è la prima volta che entro dentro queste mura al fianco di una ragazza come te" mi fa l'occhiolino ed io a quelle parole non posso fare a meno di stamparmi in faccia un sorriso a trentadue denti, cercando di non fare caso a quel come te.
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Heal Me
Romance* SOSPESA* Troppe volte si tende a giudicare una persona dall'apparenza, dal suo modo di fare ma anche da cose molto più stupide come per esempio dal modo di vestire, di parlare, di camminare. Certo tutte queste cose formano l'immagine di una person...