CLARE'S POV
Allungo una mano, fuori dalle lenzuola, cercando di afferrare il telefono che continua a vibrare sul comodino.
Tasto la superficie rigida con le dita per un po', prima che riesco a trovare ciò che cerco.
Non so che ore siano e non so nemmeno chi possa essere a chiamare, ma dato che ormai sono sveglia tanto vale rispondere. D'altronde se uno chiama vuol dire che ha bisogno di qualcosa quindi non è mai un bene ignorarlo.
Mi tiro a sedere sbattendo più volte le palpebre infastidita dalla luce del display, sul quale leggo essere l'una e mezza di notte.
"Pronto chi è?" dico con la voce impastata dal sonno, prima di sbadigliare silenziosamente.
Resto in attesa di una risposta che non arriva, così stacco il telefono dall'orecchio per vedere se chiunque sia che chiami a quest'ora sia ancora in linea.
"Chi è?" chiedo di nuovo, prendendo a giocare con il bordo del lenzuolo per qualche secondo, prima che una voce dall'altra parte mi fa drizzare i nervi.
"Lentiggini"
La sua voce è rauca e spezzata come se avesse appena corso una maratona infinita o come se avesse appena pianto per ore.
"Christopher?" sussurro avvertendo improvvisamente una strana sensazione allo stomaco.
Paura forse.
"Dove sei?" chiedo ancora, affrettandomi a togliere il lenzuolo di dosso pronta a scendere e dirigermi non so dove.
"Sono all'ingresso dell'inferno" mormora trascinando le parole, le quali mi giungono così cariche di dolore che mi costringo a chiudere gli occhi per cercare di mantenere la calma e non lasciare che le emozioni abbiano la meglio su di me.
"Cosa intendi dire?"
Mi alzo dirigendomi in bagno, per evitare di svegliare Madison.
"Nella divina commedia di Dante cosa precede le porte dell'inferno?" chiede abbassando la voce come a non voler farsi sentire da altri.
"Con chi sei? Christopher mi sto spaventando" ammetto, stringendo con forza il bordo in marmo del lavandino, sentendo la preoccupazione farmi tremare le gambe.
"Sono al fiume" dice freddo. "E sono solo. Nel vero senso della parola"
"Cosa intendi dire? È tardi cosa ci fai lì?" mi mordo il labbro inferiore, puntando lo sguardo sul mio riflesso proiettato all'interno dello specchio.
Stamattina non è venuto a lezione, ed ho visto Hunter strano con me. Mi osservava e poi quando mi voltavo nella sua direzione, lui mi sorrideva in maniera forzata, prima di abbassare lo sguardo e scuotere la testa, come se si stesse trattenendo. Come se si stesse mordendo la lingua, pur di non dirmi ciò che gli frullava per la testa.
Ho pensato si trattasse di qualcosa che riguardasse lui; ultimamente Hunter si è comportato in modo strano quindi pensavo volesse trovare il coraggio per dirmi qualcosa che riguardasse se stesso, ma forse mi sbagliavo.
Forse il centro dei suoi pensieri era Christopher.
Forse aveva qualcosa da dirmi riguardante il tatuato.Non l'ho visto per niente.
Dopo le lezioni ho passato il pomeriggio a studiare per poi vedere un film con le ragazze, ed ora mi sento terribilmente in colpa perché forse mentre io mi divertivo lui si trovava nei guai.
Forse aveva bisogno del mio aiuto.
Forse si sentiva solo."Avevo bisogno di pensare"
La sua voce d'altro capo del telefono mi fa tornare alla realtà.
"Perché sei lì da solo? Non ti farebbe piacere un po' di compagnia?" chiedo volendolo stringere tra le mie braccia e dirgli che andrà tutto bene.
STAI LEGGENDO
Heal Me
Romance* SOSPESA* Troppe volte si tende a giudicare una persona dall'apparenza, dal suo modo di fare ma anche da cose molto più stupide come per esempio dal modo di vestire, di parlare, di camminare. Certo tutte queste cose formano l'immagine di una person...