Capitolo 25

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"Che fai piccola continui a voler giocare al gatto e il topo?" domanda Derek avanzando di un passo.

"Stai alla larga da lei stronzo"

Christopher lo spintona, provocando in lui una reazione inaspettata visto che, scoppia a ridere davanti ai nostri occhi.

"Sennò che mi fai eh?" lo provoca con un sorriso beffardo ad incorniciargli il volto "Mi massacri di botte come l'ultima volta che ci siamo visti?"

"No" un ghigno spunta sulle labbra del tatuato "Questa volta ti ammazzo proprio" dice rabbioso.

Ed io sussulto al suono di quelle parole.
Non so cosa c'entri Derek con Madison, ma sono certa che le parole di Christopher mi hanno lasciato un senso di inquietudine sotto pelle, perché non posso fare a meno di domandarmi se sono parole dette così per intimorirlo o se ne sarebbe veramente capace.

"I pezzi di merda come te andrebbero rinchiusi" sputa fuori Derek restituendogli lo spintone, che lo fa retrocedere e solo ora noto che in realtà Derek è ben piazzato.

È qualche centimetro più basso di Christopher, ma per quanto riguarda la muscolatura è ben messo, per non parlare dei bicipiti che sembrano sul punto di esplodere sotto la maglietta grigia che indossa.

Mi risveglio dai miei pensieri quando sento Madison poggiarsi a me.

"Hey" le chiedo preoccupata non potendo fare a meno di notare il suo viso pallidissimo.

"Mi gira la testa" mormora e posso vedere la paura mista alla confusione aleggiare nei suoi occhi.

"Cavoli" esclamo poco prima che mi ritrovo a dover sorreggere la sua figura esile.

"Christopher" lo chiamo cercando in qualche modo di farmi aiutare.

La dobbiamo portare via da qui. Subito.

"Merda" impreca prendendola in braccio "Andiamo via" mi guarda prima di incamminarsi verso la sua macchina.

"Me la riprenderò sappilo" urla alle nostre spalle Derek e non so perché lo faccio, ma mi giro e lo guardo.

Mi regala un sorriso, ma uno di quelli che mettono i brividi, uno di quelli che fanno accapponare la pelle, perché so che sotto quel sorriso si nasconde il marcio.

"Aiutami" afferma duro per poi premere il pulsante sul telecomando ed aprire la sua mustang.

Annuisco e mi affretto ad aprire la portiera.

Lo guardo mentre con delicatezza sdraia Madison sui sedili posteriori. Le sposta una ciocca di capelli dalla fronte per poi portargliela dietro l'orecchio destro.

"Andrà tutto bene angelo"

La osserva come si guarderebbe una cosa preziosa, con devozione e quasi mi viene da piangere nel vederlo così. Io ho conosciuto il Christopher stronzo, quello che si nasconde dietro una maschera di indifferenza e menefreghismo; una maschera che cade, che si frantuma quando si tratta di Madison e questo mi rende felice, perché mi fa capire che dentro di lui un cuore che batte c'è, ed oggi ancora una volta me lo ha dimostrato.

"La porto a casa mia" afferma alzandosi e mettendosi al posto di guida.

Mi affretto a salire sul sedile del passeggero, mi allaccio la cintura giusto in tempo, prima che innesti la retromarcia e esca dal parcheggio del campus.

Rimango in silenzio capendo bene che non è il momento giusto per intavolare una conversazione. Il modo in cui stringe il volante, la mascella tesa e la fronte corrucciata dimostrano che è teso e quindi, in questo momento non posso fare niente, se non stare in silenzio ed aspettare che sia lui a cercarmi.

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