Capitolo 29

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"Allora?" insiste incrociando le sue possenti braccia al petto.

Posso vedere i muscoli flettersi da sotto il suo giubbotto di pelle borchiato.

"Io..." mormoro cercando di prendere tempo. Un tempo che però non mi concede.

"Tu cosa Clare? Non dovevi essere con Madison e la stronza?" sbotta puntando i suoi occhioni verdi nei miei.

"Si chiama Kate" ribadisco stizzita.

"E a me non fotte un cazzo" sputa velenoso prima di sfilare una sigaretta dal pacchetto e portarla alle labbra. "Ti rifaccio la domanda per l'ultima volta: che cazzo fai qui, alle otto di sera, da sola?" sibila per poi accendere la sigaretta.

"Ho aiutato Brandon a fare un regalo oggi pomeriggio" ammetto sapendo che ormai sono in trappola; o parlo o parlo. Non ho molte opzioni.

"Tu cosa?"

Si avvicina.
Sento il suo profumo nell'aria, quel profumo speziato che mi fa impazzire.

"Non è come pensi" inizio a dire "Sono stata veramente al centro commerciale con Madison e Kate è solo che quando stavamo andando via , abbiamo incontrato Brandon e lui mi ha spiegato che doveva fare un regalo alla mamma, ma non..."

"Smettila" dice facendo il giro della macchina ed entrando nel lato del guidatore.

Lo guardo fare l'ultimo tiro della sigaretta prima di abbassare il finestrino e buttare fuori la cicca.

"Entra" sibila accedendo il motore.

Senza farmelo ripetere due volte mi siedo al lato del passeggero, poso la busta con il costume ai miei piedi e mi allaccio la cintura.

Non mi pare il caso di farlo arrabbiare ancora di più penso vedendo come le sue mani si serrano sul volante con forza.

Rimaniamo fermi, per qualche minuto, quando senza preavviso preme sull'acceleratore facendomi letteralmente incollare al sedile.

"Sei impazzito?" urlo portandomi una mano allo stomaco dove sento ancora le traveggole a causa dello spavento.

Vedendo che non ricevo risposta mi volto a guardarlo.

Le sopracciglia inarcate, la mascella tesa, le dita serrate sul volante.

Cavoli è veramente arrabbiato.

Capisco che non è stato prudente da parte mia acconsentire a farmi lasciare in mezzo alla strada, da sola, alle otto di sera, ma ho come la sensazione che lui non sia arrabbiato solo per questo.

"Mi dispiace" dico incrociando nervosa le mani in grembo "Ho aiutato Brandon con il regalo perché era in difficoltà. Non sapeva cosa prendere alla madre così lo ho aiutato" cerco di spiegargli come sono andate le cose.

"E poi che è successo? Una volta fatto il regalo ti ha sbattuta in mezzo alla strada come una puttana che cerca qualche lavoretto da fare?" sputa con cattiveria lasciandomi senza parole.

È questo quello che pensa?

"Ma che dici... Ha avuto un imprevisto e quindi non mi ha potuta riaccompagnare ai dormitori" affermo non togliendogli gli occhi di dosso.

"In realtà tu hai dormitori saresti dovuta tornare con Madison" dice serio guardando la strada. Solo ed esclusivamente la strada, come se io non fossi qui al suo fianco.

"Ho voluto aiutare Brandon ok? Un tuo amico" sbotto iniziando ad innervosirmi.

"Brandon non è mio amico" alza le spalle indifferente.

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