Capitolo 4

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"Merda farò tardi il mio secondo giorno di college"

È questa la frase che mi ripeto da quando venti minuti fa, mi sono alzata dopo aver sentito il fastidioso suono della sveglia. Il problema è che suonava già da quaranta minuti e né io né Mad l'abbiamo sentita.

La morale della favola è che adesso, sto correndo da una parte all'altra della stanza in cerca della mia All stars bianca, poiché al momento ne indosso solo una, mentre Mad, che ha già finito di prepararsi sta cercando di domare Kate dall'altro lato del telefono.

Okay ho appena capito che la rossa non è una persona paziente.

"Sta arrivando" non faccio in tempo a chiedere chi, che la porta si spalanca rivelando la nostra amica con gli occhi ridotti a due fessure.

"Adesso voi" ci indica. "Mi dovete spiegare come avete fatto a non sentire la sveglia" scuote la testa.

"Come ha fatto quell'aggeggio infernale a non interrompere il vostro sonno?" domanda mentre si siede sul mio letto, aspettando una risposta.

"Non lo so... Forse stavamo dormendo troppo profondamente" mi azzardo a dire beccandomi uno sguardo sconsolato da parte sua.

"O forse ora che ci penso il volume era più basso" fa finta di pensarci Mad. "Sì era più basso, ecco il perché non l'abbiamo sentita" conferma alla fine in maniera più convincente possibile.

"Non penserai mica che io ti creda vero?" la scruta con attenzione.

"Io ci ho provato" alza le spalle sconfitta Mad.

"Andiamo o faremo veramente tardi" afferma a quel punto guardando l'ora sul telefono. "Se ci sbrighiamo possiamo ancora arrivare in tempo alla prima lezione"

"Aspettate datemi ancora due minuti" dico afferrando la tracolla e mettendoci dentro i libri delle lezioni di oggi.

Mi osservo un'ultima volta allo specchio e mi sistemo una ciocca di capelli che mi ricade sull'occhio sinistro, prima di avviarmi verso la porta.

"Comunque stasera mi accerteró personalmente che il volume della vostra sveglia sia al massimo" ci sfotte Kate marcando di proposito la parola volume.

"Sei la nostra salvatrice" la prende a braccetto Mad.

"Lo so, lo so" finge di guardarsi le unghie con fare altezzoso.

"Ora però andiamo, perché nemmeno tu ci potrai salvare dalla strillata del professore nel caso facessimo ritardo" dico seria ottenendo i loro segni di assenso.

Mentre attraversiamo il giardino del campus non posso fare a meno di pensare a quel ragazzo, Christopher.

Vederlo ancora una volta sotto quell'albero ieri, mi ha incuriosita molto.
Lui ha qualcosa che mi incuriosisce.
Non posso negare che sia un bellissimo ragazzo, però no, non è questo quello che mi attira di lui.
Forse è il suo essere così solitario o forse sono le parole che hanno usato Mad e Hunter per parlare di lui. Lo hanno definito strano e quella parola è da ieri che mi ronza in testa.
Quella strana.
Così mi chiamavano al liceo e non so perché, sentire associare quel termine a lui, mi ha fatto pensare che forse noi due abbiamo qualcosa in comune.
Che forse noi siamo quelli strani per la gente e probabilmente è proprio questo, che mi fa provare una curiosità nei suoi confronti, dal momento in cui di lui non so praticamente niente.

Non so quanti anni abbia, non so che corsi, ma soprattutto quale anno frequenti.
Niente.
Di lui non so niente, però credo sia più grande di me e poi da come ne ha parlato Mad ho potuto capire che non è una matricola...

Frequenterà forse qualcuno dei suoi corsi? Oppure è del terzo anno e frequenta i corsi di Hunter?

"Ci vediamo a mensa" ci saluta Mad sparendo tra i corridoi, non riuscendo ancora a spiegarmi come faccia a non perdersi.

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