27 Febbraio 2020

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27 Febbraio 2020

Cara Viola,

avevo paura quando ti ho chiesto di venire al maneggio con me: temevo che tu fossi più brava di me, fatto che è stato constatato ufficialmente.

Allo stesso modo è stato tranquillizzante avere una compagna con cui poter ridere dopo che il cavallo ha deciso di fermarsi per defecare in mezzo alla pista, oppure qualcuno che non ti guardasse male durante le sgridate dell'istruttrice.

Come ti avevo già scritto una volta, tu sei un bocciolo che, per sbocciare anche un solo giorno di primavera, deve affrontare tutte le precipitazioni possibili, i bimbi che corrono nel prato ed i cani che annusano tutto. Tu però sei ancora più speciale perché nonostante quel petalo un po' più piegato rispetto agli altri, ci sorprendi tutti.

Di te invidio tutta l'energia che hai in corpo e tutta la fantasia che metti in ciò che fai: solo tu riesci a rendere figo uno zaino arancione fluo.

Risate a parte, vorrei essere come te a volte, non ti spaventa mostrare chi sei ed avere idee completamente diverse dagli altri urlandole convinta che anche la tua voce sia da ascoltare. Al giorno d'oggi chi urla le proprie idee lo fa solo per avere attenzioni ed approvazione, invece tu lo fai perché è un tuo diritto e non cerchi neanche di sovrastare gli altri, la delicatezza di quando ti esprimi è tale da far cambiare punto di vista.

Non voglio che sia una lettera commovente o da lecchina, volevo solo essere sincera ed assicurarmi di avere sempre qualcuno pronto a scattarmi qualche foto con Maurizio nel caso in cui i miei capelli sudati fossero decenti.

Per il bene di tutti devi rimanere trasparente così come sei perché nel mondo servono più punti di vista.

La tua amazzone che non sa stare seduta in sella

Lettere dalla quarantenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora