2 Maggio 2020

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2 Maggio 2020

Questo è un tema che devo consegnare alla professoressa entro il 4 Maggio:

LA VITA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS:
COSA È CAMBIATO NELLE TUE ABITUDINI? COSA È DIVENTATO ESSENZIALE PER LA TUA VITA?

Ora mi trovo seduta in giardino, sono davanti al computer, è una soleggiata domenica di Maggio e sono dentro casa. Di sottofondo si sentono gli uccellini ed i miei vicini di casa che, coi proprio figli giocano a palla; tutto intorno a me è calmo, tranquillo e pacato ma due mesi fa il clima non era lo stesso...

Il 9 Marzo è iniziato lock down: nessuno poteva più uscire se non per motivi lavorativi, spesa o cause di un certo rilievo, tutti eravamo coscienti di dover patire una lunga quarantena, rinchiusi in casa e per questo motivo, le prime tre settimane sono state costellate di momenti di comunità (quasi eccessiva) come canti dai balconi, sbandierate nei giardini, concerti dei condomini e striscioni con arcobaleni. Poi, come ho potuto notare nel "micro ecosistema" della mia famiglia così come nel resto d'Italia, ognuno è riuscito pian piano ad acquisire un proprio equilibrio, uno spazio personale ed una routine ritagliata su misura.

Non commenterò tutti gli atti di trasgressione compiuti anche da persone a me vicine, mi limiterò a parlare di come io penso di essere riuscita ad adeguarmi alla situazione.
Tolte le videolezioni di mattina (è diventato inaccettabile svegliarsi alle otto, oramai), prima di pranzo non mi "attivo" assai; quando abbiamo finito di mangiare, a volte neanche tutt'insieme per colpa del telelavoro dei miei genitori, devo lavare i piatti. Nel pomeriggio cerco di fare un po' di ginnastica e talvolta leggo qualche libro o seguo delle videolezioni di LIS (lingua italiana dei segni): l'insegnante è sordomuto, si chiama Rocco, è un po' teatrale ma molto simpatico e se dovessi presentarmi (quindi "gesticolare" come mi chiamo, dove abito, hobby, colore preferito od età) lo saprei fare e ne vado molto fiera. La sera invece la famiglia è tutta riunita, durante certe cene guardiamo il telegiornale, solo per sapere cosa succede nel mondo fuori anche perché la maggior parte delle notizie non sono assai positive, e durante altre, io e mia sorella cuciniamo: potremmo aprire un ristornate, abbiamo preparato di tutto, dal sushi, al chimichanga, passando per il poke, arrivando al salame di cioccolato, proseguendo con le ciambelle (mi mancano veramente molto quelle di Robi) e concludendo con qualcosa di più sano come il gazpacho. Ma non è tutto: ho visto online una ragazza che proponeva dei dress code alla famiglia, io ho riciclato l'idea ed ecco che una volta i Vercelli si sono vestiti da personaggi Disney, da protagonisti dei film o da famosi cantanti; sono piccole cose che ti fanno stare meglio e non solo, a questa mia iniziativa si sono aggiunti anche tutti i miei parenti paterni e per vedere come ci siamo "conciati", ci videochiamiamo e ridiamo e scherziamo per ore. Per far comprendere meglio la situazione, ecco un esempio: io vestita da David Bowie che parlo con mio zio-Lucio Dalla, mia zia-Romina Power e mia nonna-Orietta Berti, che fa i complimenti a mia sorella per il suo vestito da Madonna, mentre mia madre-Gene Simmons sorride per i baffetti alla Freddie Mercury di mio padre.
Quindi nelle mie abitudini è ovvio che siano cambiate la frequenza delle mie uscite (da 6 a settimana a 0, in sostanza), le modalità degli incontri (ormai sono quasi sempre davanti ad uno schermo) e la quantità di tempo libero: prima del virus riuscivo poco a svolgere le attività che realmente potessero allentare la mia tensione scolastica, come leggere od allenarmi, ed adesso riesco a fare molto di più.

E per concludere, risponderò alla seconda domanda con due semplici parole: connessione e fantasia.
Connessione perché materialmente, senza un wi-fi né si possono seguire le videolezioni né videochiamare gli "affetti stabili", né ascoltare musica, guardare serie tv od addirittura leggere le notizie del mondo esterno. Per connessione, un po' meno materiale, intendo quella che ci lega socialmente tutti, che siano parenti, condomini, fidanzati, insegnanti e studenti, famiglie ed amici, per sentirci più vicini nel mio gruppo di amicizie abbiamo deciso di giocare ogni tanto su una piattaforma online (spiegato in parole povere, uno disegna e gli altri devono indovinare), oppure con alcuni giovani della parrocchia ci videochiamiamo per parlare di come vada la quarantena e anche se può sembrare poco, in realtà per me significa tantissimo.
Fantasia poiché senza di lei non riusciremmo ad immaginarci un futuro con il vaccino, dove tutti possiamo finalmente toglierci la mascherina ed abbracciarci e questo pensiero ci tiene in vita durante un periodo così secco e pieno di morte.

Lettere dalla quarantenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora