21 Marzo 2020

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21 Marzo 2020

Cari ragazzi di gruppo ed animatori,

vi ho proposto questo tema per i nostri incontri di gruppo, perché bisogna focalizzarsi solo sulle cose positive.

Quindi -mi sono detta- perché non pensare ai momenti-chiave positivi della nostra vita?

Il ricordo positivo della mia infanzia che vi riporto è questo: la mia famiglia si era appena trasferita nella nostra casa odierna e mia madre mi ha fatto iniziare la materna qui per permettermi di socializzare maggiormente cogli altri bimbi. Un giorno venne a prendermi in classe portando con sé anche la nostra cagnolina Pippi, che all'epoca aveva pochi mesi e stava tutta in una borsa media; tutti i miei compagni di classe si alzarono per accarezzare questa palla di pelo bianca che aveva una sola macchia nera, sulla schiena. Non mi sono mai sentita così apprezzata in tutta la mia vita.

Invece dalla pre-pubertà porto ben due episodi molto simili: uno avvenuto in quinta elementare e l'altro in terza media, tutti e due momenti conclusivi dei miei cicli scolastici. In entrambi i casi, ci troviamo ad una recita scolastica, la prima ambientata ne "l'Aulularia" di Tito Maccio Plauto e la seconda in una semplice classe. Ma ciò che accomuna queste due avventure è il mio personaggio in scena, nulla di troppo speciale, una semplice Fedria che dice un totale di 9 righe (ovviamente in questa versione non sono stata violentata, quando ho scoperto il copione reale sono rimasta shockata) ed una semplice professoressa che interroga i suoi allievi per un totale di 15 minuti neanche; ma non per questo sono fiera bensì di come si era scelto il personaggio: in massima libertà e senza dover "tappare" buchi di altre parti. Ero felice di aver ottenuto il ruolo a cui aspiravo e sul palco avrò fatto ridere un paio di volte tutte e due le platee, modestamente non sono mancati i complimenti per le mie parole dette una dopo l'altra.

L'ultimo momento-chiave, viene dalla mia adolescenza -so perfettamente che ho ancora mille esperienze da fare- sono successe molte cose in pochissimi mesi e ciò che mi ricorderò per sempre è stato il primo bacio che ci siamo dati: per il primo appuntamento siamo andati alla GAM a vedere una mostra sui Macchiaioli, mi aveva riaccompagnata a casa ed eravamo davanti al cancello di casa mia, mi ha sfiorato la fronte, abbiamo avvicinato le nostre guance, qualche tocco col naso, mani sui fianchi, braccia intorno al collo, il mio vicino di casa che mi chiede se deve lasciare aperto anche per me, grazie, sguardo dritto negli occhi, farfalle nello stomaco, respiri vicini, più vicini, quasi fievoli, labbra che si solleticano, il suo sapore, io in punta di piedi, il suo profumo ovunque.

Spero sia una buona idea la mia.

E non vedo l'ora di rivedervi tutti in parrocchia.

La vostra dancing queen

Lettere dalla quarantenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora