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Park Jimin.

«Devo andare in bagno. Jimin, aiutami.»

Quasi mi strozzo bevendo l'ultimo sorso di spremuta d'arancia che mi ha fatto Jin. Nonostante questo, mi alzo in silenzio e aiuto il mio hyung dai capelli verdi a compiere la mia stessa azione. Lo porto al bagno sentendo gli altri sussurrare sul nostro conto, mentre ripenso a ieri e a questa mattina.

«H-hyung io...»

«Sh, Jiminie. Dai, aiutami con questi lividi che mi fanno male.» mi sorride e se ne va, andando in quello che deduco sia il bagno, tornando con una cassetta bianca con una croce rossa sul coperchio. Mi avvicino a lui quando con la mano picchietta sullo spazio vuoto al suo fianco, sul divano. Mi accomodo con la sicurezza e il coraggio di prima che mi salutano augurando buona fortuna al mio imbarazzo e alla mia timidezza.

Cerco del disinfettante e inumidisco il dischetto di ovatta per poi avvicinarmi al suo viso, forse fin troppo. Deglutisco e il più delicatamente possibile poso quel batuffolo bianco sul suo labbro. Si tira indietro subito con uno scatto che mi fa sobbalzare «S-scusa...» sussurro non sostenendo il suo sguardo.

«Avvicinati.» usa un tono davvero troppo basso, ma faccio come ha chiesto, come se fossi sotto un incantesimo e trovo la forza di guardarlo negli occhi. Torno a disinfettare il suo labbro, mordicchiandomi il mio muscolo inferiore con i denti, cercando di non fargli male e di non baciarlo di nuovo. La tentazione è tanta.

«Baciami, se vuoi farlo. Non mi tirerò di certo indietro.»

Mi scivola il dischetto dalle mani sul suo divano e lo guardo, credendo di aver capito male «C-cosa?»

«Aish...sei così innocente ma allo stesso tempo sexy...cazzo.»

Deglutisco a vuoto e non ho il tempo di chiedergli quale parte di me trova attraente che mi sento schiacciato dal suo peso e la mia schiena è contro il divano. Sento il cuore uscirmi dal petto quando posa, di nuovo, le sue labbra sulle mie. Nonostante sia un bacio più intenso e duraturo di quello di prima, non c'è niente di perverso o spinto. Si stacca dopo quelli che sembrano ore e il mio respiro non è per niente regolare. Ingoio saliva inesistente a causa della mia gola secca e lo guardo dal basso, mentre la sua fronte si posa delicatamente sulla mia «Perdonami, Jiminie, non ho resistito...non so cosa mi stia succedendo.» si alza lentamente «Forse è meglio se vado a dormire. Tu puoi prendere la camera degli ospiti, o dormire sul divano.» esita nel dire altro.

Non vuole stare con me...

«Buona notte J-»

Lo prendo per un polso, alzandomi a sedere sul suo divano e dico una cosa che non avrei mai pensato di dire a, praticamente, uno sconosciuto «Dormiamo insieme.»

Lo vedo diventare più pallido di quanto già sia «Jimin, non credo che sia una buona idea. Non dopo che me lo hai fatto venire duro con un bacio.»

Sussulto alla sua schiettezza, ma stringo di più la mia mano sul suo esile polso, senza fargli male e con tutto il coraggio che ho in corpo mi alzo, arrivando quasi alla sua altezza «Ti prego, hyung.»

Tentenna e dai suoi occhi riesco a leggere che ci sta pensando. Sfiora la mia mano sul suo polso con la sua altra, scostandomi, dandomi le spalle e dirigendosi verso quella che credo sia la sua stanza. Abbasso il viso, sentendo gli occhi farsi lucidi.

Dovevo aspettarmelo. Lui è il freddo, apatico e insensibile Min Yoongi.

La sua voce bassa interrompe i miei pensieri «Vieni o no?»

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