Kim Seokjin.
Poggio la testa contro il finestrino dell'aereo, sospirando. Sono passate due ore e io già non ne posso più. Sentire Jimin urlare disperato per poter venire con noi e vedere lo sguardo triste di Namjoon che cerca di dare forza agli altri, be', è stato straziante.
«Smettila di sbuffare e goditi il viaggio, hyung.»
Mi volto verso il mio migliore amico e sospiro di nuovo, tornando poi a guardare fuori dal finestrino «Non sei neanche un minimo dispiaciuto di aver lasciato Chim da solo per due mesi?»
«Il lavoro è lavoro, hyung. Quando smetterà di essere un tuo dipendente non potrà fare quello che vuole. Imparerà anche lui.»
«Farò finta di crederti.»
§
Il viaggio in taxi è durato molto ma la ragazza della reception dell'albergo è davvero molto disponibile. Il fattore negativo è che siamo atterrati alle tre di questo pomeriggio ma a causa del traffico siamo arrivati in albergo con un ritardo di quattro ore. Yoongi ha richiesto le chiavi della nostra suite e lo ringrazio di aver scelto una camera del genere, almeno possiamo stare insieme ma separati. La stanza ha due camere da letto identiche, con entrambe delle portefinestre che si affacciano sulla spiaggia, poco distante dall'albergo; entrambe le camere sono comprese di bagno privato con vasca idromassaggio; c'è un salotto con un televisore gigante e un divano, anch'esso di grandi dimensioni; in più, c'è la finestra che ti porta sul balcone, collegandoti alle due stanze. Mi piace, ma ora che sono abituato agli spazi piccoli, non so cosa farmene di tutti questi cassetti inutili.
Mi avvicino alla finestra e ci poggio sopra la testa, sospirando.
Al mio Joonie tutto questo piacerebbe.
«Hyung?»
«Hm?»
Yoongi mi distrae dai miei pensieri, ma continuo a dare la mia attenzione alla spiaggia «E' ora di cena. Ci facciamo portare qualcosa qui?»
Annuisco e non mi rendo nemmeno conto del suo tono. Appena realizzo, mi volto di scatto verso di lui, trovandolo sdraiato sul divano con gli occhi chiusi «Come?»
«Cosa?» apre un occhio e mi guarda.
Sposto le sue gambe e mi siedo di fianco a lui «Parla di nuovo con quella voce.»
«Che voce?»
«Quella voce tenera che scommetto usi solo con Jimin. Parlami di nuovo in quel modo Yoon-»
Il suo telefono squilla, interrompendomi. Si alza e risponde, alzando le spalle e sorridendomi furbo.
Maledetto.
Ne approfitto per ordinare qualcosa da mangiare per entrambi e poi mi dirigo in quella che sarà la mia camera per due mesi a partire da ora. Sistemo i miei vestiti nell'armadio e sorrido, notando una maglia di Namjoon tra le mie, proprio quella che mi diede la prima volta che dormì a casa sua. Quella sera gli raccontai del mio rapporto del tutto inesistente con i miei genitori e lui mi raccontò di sua sorella, di come le ha rotto il braccio il giorno prima del suo undicesimo compleanno. Rido al ricordo e annuso quel pezzo di stoffa bianca, constatando che c'è il suo profumo impregnato sopra.
Tu, amica mia, diventerai il mio pigiama per due interi mesi.
La lascio nella valigia, per paura che si sporchi e prendo il mio cellulare, facendo un breve calcolo su quante ore di fuso orario ci sono e che ore possono essere in Corea «Allora: se Seoul è più avanti di Los Angeles di sedici ore, significa che se qui sono le otto di sera, da Nam sono...aish è mezzogiorno di lunedì, sarà a lezione.»
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The Pink Bakery
FanfictionMi sento tirare in avanti e mi rendo conto che mi sta stringendo più forte di prima, senza farmi male, tra le sue braccia calde. Il mio cuore sta impazzendo, lo sento battere così dannatamente forte che mi spaventa. «Amo quando mi abbracci.» si allo...