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Kim Namjoon.

La testa mi sta scoppiando e non riesco ad alzarmi dal letto. Di fianco a me, Jackson dorme sotto le coperte. Sospiro e mi convinco che prendere un'aspirina o una qualsiasi altra medicina mi possa aiutare a riprendermi velocemente; mi alzo dal letto e mi avvio in bagno, necessitando di espellere liquidi. Mi posiziono in piedi davanti al gabinetto, sollevo la tavoletta e mi libero. Tiro l'acqua, mi lavo le mani e mi dirigo in cucina, ma c'è qualcosa che non quadra. Prendo un bicchiere d'acqua e la sorseggio lentamente, riflettendo su cosa non mi convince questa mattina. Il campanello suona e mi chiedo chi possa essere a quest'ora. Chiedo chi è dopo essermi avvicinato alla porta, la voce di Jimin mi perfora i timpani. Sempre più confuso la apro e lui fa vagare il suo sguardo sul mio corpo, poi si copre gli occhi con le mani e si volta, dandomi le spalle. Giurerei di averlo visto arrossire. Sempre con più confusione abbasso il capo, potendo notare come io non indossi assolutamente niente. Sbianco e mi precipito correndo in camera da letto, apro l'armadio e prendo i primi vestiti che mi capitano sotto tiro. Jackson dorme ancora beato come se nulla fosse. Nel mio letto.

E se...no!

Mi affretto a scostare le coperte dal corpo del mio amico e lo trovo nudo. Entro nel panico.

Ok, calma Namjoon. C'è Jimin di là, occupati prima di lui, poi quando Jackie si sveglierà ne parlerete e cercherete di capire cosa è successo.

Annuisco a me stesso e alla mia coscienza, mentre mi avvio in salotto, dove trovo Jimin che gira intorno al divano mordendosi le unghie.

«Jiminie...»

Mi da le spalle e parla senza neanche guardarmi «Ti prego, dimmi che ti sei messo qualcosa addosso!»

«Mi sono interamente vestito, Jimin. Scusa se ti ho accolto in quello stato, ma-»

«Ieri sera ti sei ubriacato, lo so. Sono qui per questo.» si volta verso di me, andando poi in cucina e sedendosi su una sedia del mio tavolo rotondo. Mi accomodo di fronte a lui e aspetto che continui. Mi osserva con quegli occhietti neri e piccoli; mi fa quasi paura «Hai chiesto a Seokjin di fare un bambino, ieri sera.»

«Cosa!?»

«L'hai chiamato e gli hai detto che volevi un bambino. Se non te lo dava lui, lo avresti fatto con Jackson, cosa alquanto impossibile visto che siete due maschi.»

«Oh mio Dio...come sta Seokjin? Devo chiamarlo, devo-»

«Forse prima dovresti capire cosa è successo ieri sera con quel tuo amico.»

«Io...non mi ricordo. Ma eravamo entrambi nudi nel letto e io spero vivamente di non aver fatto niente.»

«Non abbiamo fatto nulla Nam, non agitarti per niente.»

Mi volto di scatto verso Jackson, che si siede tra me e Jimin.

«Coma fai a saperlo? Eravamo entrambi nudi e-»

«Lo so perché ero ubriaco, ma non quanto te. E poi, ho una cotta per Mark da anni e tu quando hai chiuso la telefonata col tuo ragazzo sei scoppiato a piangere dicendo che volevi un figlio.»

Oh...

«Comunque piacere, Wang Jackson.» si rivolge a Jimin, inchinando la testa di poco ma sorridendo come sempre.

«Park Jimin...»

Quindi, ricapitolando: ieri ho chiamato Seokjin, gli ho detto che volevo un bambino, se lui non lo voleva lo avrei chiesto a Jackson, ma quando ho chiuso la chiamata mi sono messo a piangere perché volevo avere un bambino subito, siamo andati a letto, ci siamo spogliati e abbiamo dormito. Jackson non ha fatto niente con me perché era un po' più sobrio e perché ha una cotta per Mark da...aspetta un momento... «Ti piace Mark!?»

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