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«Scordatelo.»

«Hyung, è l'unico disponibile ora. Cos'ha che non va? E' piccolo, ha una camera da letto, un bagno, un salone con cucina.»

«C-Cos'ha che non va? Apri quegli occhietti e guardati in giro: ti sembra un posto in cui può alloggiare Kim Seokjin?»

«Per me, Kim Seokjin, può anche vivere sotto un ponte a patto che non si faccia scoprire dai suoi fan.»

Sbuffo.

Quantomeno è economico e posso spendere i soldi per la pasticceria.

«Scusa Yoongi. Grazie per l'appartamento...però, in questo condominio non pensi ci siano dei fan?»

«Ho già pensato a tutto io hyung.»

Alzo le sopracciglia poco convinto.

«Ho semplicemente mandato un ordine restrittivo. Chiunque provi ad avvicinarsi a te per importunarti verrà segnalato e gli verrà spedita una bella multa a casa.» ghigna.

Sorrido e lo abbraccio, schiacciando il suo viso nel mio petto.

«Hyung, se non ti levi di dosso, giuro sulla mia carriera che ti faccio stuprare da un barbone con tutti i tuoi attrezzi da cucina rosa.»

«Min Yoongi!» mi allontano da lui, schifato.

«Bene, ora vado hyung. Ci sentiamo domani.»

Ed ecco che resto solo in questa casa nuova e...dannatamente piccola.

Forse è meglio dormire Seokjin...sistemerai tutto domani quando tornerai dalla pasticceria. Che bello domani vado a lavorare!

Con questo bel pensiero mi addormento felicemente.

§

Alle cinque del mattino mi suona la sveglia intonando "Yes, I am" delle Mamamoo. Amo quel gruppo musicale e una di loro è pure mia amica. Eravamo nella stessa classe alle superiori.

Mi manca Byulyi*...

Inizio a ballare per quel buco di casa in cui mi ritrovo, tenendo ovviamente la musica bassa per non disturbare i miei nuovi vicini. Nel mentre mi preparo e per le sei sono davanti all'insegna della mia pasticceria: The Pink Bakery.

Inizio subito a lavorare e fare tutto quello che devo fare, pulizie comprese, mentre aspetto i miei dipendenti. Come ogni sabato mattina mi ritrovo ad accudire quei due pazzi di Kim Taehyung** e Park Jimin*** che fanno il turno insieme. Vorrei strangolarli. Ovviamente, io sto nel retro a fare tutti i dolci e le varie brioche per le colazioni e loro dovrebbero servire ai tavoli e fare cassa. Li pago per questo, in teoria.

«Jin hyung! Tae ha messo le tazzine del caffè in alto e non ci arrivo!»

«E Jiminie mi ha chiamato ancora Alieno!»

Esco dalla cucina e li guardo male, notando poi un ragazzino entrare nel negozio. La pasticceria è proprio di fianco allo scuola superiore del quartiere e ogni mattina ci sono parecchi studenti che vengono o a prendere un muffin per l'intervallo o, semplicemente, per fare una bella colazione. Ma oggi non c'è scuola; strano.

Li trascino in cucina prendendoli per le orecchie. Ormai abbiamo questa confidenza. Venivano sempre qui quando decisi di aprire e appena notai il loro curriculum da novelli universitari li accettai, riconoscendoli. Hanno fatto tutte le superiori insieme e si definiscono migliori amici, se solo non litigassero nel mio locale tutti i pomeriggi durante la settimana e le mattine dei weekend.

Si tengono le mani sulle orecchie doloranti.

«Smettetela di litigare o mi costringete a scambiarvi di turno. Uno alla mattina e l'altro al pomeriggio. Una settimana a testa, così perdete anche le lezioni universitarie in modo equo. Ci siamo intesi?» annuiscono guardandosi le scarpe «Bene. Ora, Jiminie vai a servire quel ragazzo che non ho mai visto e tu Taehyungie prepara quanto chiesto. Io devo finire i biscotti.»

The Pink BakeryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora