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Kim Seokjin.

Il telefono di Namjoon squilla dopo circa dieci minuti dalla chiamata con la segretaria del fratello di Jungkook. Il biondo tinto risponde subito «Jeon Junghyun?»

«Si, parlo con Kim Namjoon? Che è successo a mio fratello? Perché mi ha chiamato con urgenza?» lo sentiamo tutti in quanto è in viva voce.

«Ascolta, non so se ne sei al corrente, ma i tuoi genitori hanno scoperto che Kook è gay e lo vogliono portare a Londra. Hanno anticipato il matrimonio a domani e crediamo partano appena le condizioni atmosferiche lo permettano.»

«Uscite tutti da casa mia! La festa è finita!» si sentono delle voci, poi il nulla e il motore di una macchina schiacciata dalla pioggia intensa di questa tempesta che ha colpito tutta la nostra penisola «Non sapevo niente. Quando è successo? Mio fratello sta bene? E quel ragazzo dai capelli grigi che gli piace tanto?»

Namjoon prende un respiro profondo «Ti mando l'indirizzo della casa di un amico in cui siamo tutti radunati per portare via Jungkook dalle grinfie dei tuoi genitori. E' successo venerdì in tarda serata. Hanno beccato Taehyung e tuo fratello baciarsi in macchina e ora siamo a questo punto.»

Si sente un lieve e tremante sbuffo «Hai un piano, non è così?»

«Si: volevamo irrompere al matrimonio e portare entrambi gli sposi al sicuro da tutta questa storia, ma sarebbe impossibile aggirare tutte le guardie che sicuramente metteranno i vostri genitori.»

«Conoscendo mio padre richiederà persino dei militari per non far scappare Jungkook. L'ha già fatto una volta e se non è ancora arrivato da voi è perché quell'uomo gli ha bloccato tutte le vie di fuga con persone e oggetti.»

Non voglio sapere a cosa si sta riferendo.

«Comunque, abbiamo un'alternativa, ma te la spiegheremo quando arriverai qui. Fa' attenzione con questo tempo. Ti aspettiamo.»

«Va bene, grazie Namjoon. A dopo.»

Ci siamo sparsi un po' ovunque per la casa di Yoongi, che si tiene stretto Jimin sulle sue gambe, dandogli ogni tanto qualche bacio sulle guance, sul collo, sulle labbra, non togliendo mai le mani dalle sue, cercando di farlo rilassare e dormire un po'.

E' così premuroso. Chissà se Namjoon farebbe così con me...EH!? Cosa sto pensando in un momento come questo?! Aish Seokjin!

Sospiro.

Però non abbiamo ancora parlato di quel bacio di ieri sera...e se si fosse pentito? Se non gli fosse piaciuto? Uff...

Sbuffo, alzandomi dal divano comodo del mio migliore amico, abbandonando un Hoseok addormentato e mia cugina che messaggia con la sua ragazza.

Mi avvio verso la cucina gigante di questo attico, per poi uscire sul grande balcone che si affaccia su tutta la città. Prendo dei bei respiri profondi, fino a quando non mi sento chiamare. Mi volto nella direzione da cui è provenuto il mio nome, constatando che Namjoon mi ha seguito.

«Come stai?» chiede.

«Potrei stare meglio, tu?»

«Sopravvivo.»

Mi ricordo di quella frase che mi ha detto in cucina al The Pink Bakery questa mattina: restami vicino, tienimi la mano, abbracciami. Mi faccio coraggio e allungo la mia mano verso la sua, stringendola, per poi guardarlo negli occhi «Stai andando benissimo, Joonie.»

Mi sorride dolcemente, facendo spuntare quelle fossette che tanto adoro «Grazie hyung.»

Lo guardo un po' confuso «Per cosa?»

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