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Jeon Jungkook.

«Ehi Kookie, chi stai spiando?»

A causa dello spavento finisco dentro la siepe che separa il cortile scolastico dalla strada. Qualcuno dietro di me ride, qualcuno che vorrei tirare nella siepe con me e baciare come si deve. Da quando ci siamo dichiarati quel giorno ci vediamo sempre, a prescindere dai vari impegni. La scuola sta per finire e tra poco io dovrò dare gli esami, ma nonostante quella lieve ansia per il voto finale, sono sempre più nervoso e irascibile con chiunque per il fatto di dovermi sposare. Ancora non so né la data né ho mai visto il viso di quella tizia che diventerà mia moglie. Tae mi sta sempre più vicino e non se la prende quando gli rispondo a tono, perché sa che non è mia intenzione. Dico più parolacce del solito, ricevendomi pugni da tutti i miei amici tranne che da Yoongi; lui mi incoraggia a fare di peggio. In questa settimana mi sono aperto agli altri, rivelando il mio segreto con l'aiuto di Namjoon e del grigio che proprio ora mi sta porgendo la mano per riemergere dalle foglie inesistenti e dai rami spogli che si impigliano nella divisa. Afferro il suo arto, sorridendo leggermente «Grazie...»

Mi scompiglia i capelli e si trattiene, visibilmente, dall'abbracciarmi «Che stavi facendo? Ho anche imprecato perché sono slittato sul ghiaccio che c'è appena lì dietro e non mi hai neanche sentito.»

«Scusa Tae...ma Namjoon oggi mi preoccupa. Era più goffo del solito e non riusciva a formare una frase di senso compiuto. Sarà andato in bagno circa cinque volte in un'ora e mi è giunta voce che si è pure fatto sostituire nelle altre classi.»

«Strano; si sa in tutto il quartiere che è il miglior insegnante che sia mai capitato in questa scuola.»

Sospiro «Sono preoccupato per lui.» abbasso il viso con le labbra piegate in un broncio.

Sento le sue lunghe e delicate dita accarezzarmi la guancia, finendo con l'indice e il medio sotto al mio mento, costringendomi a incatenare i nostri occhi. Deglutisco quando si lecca le labbra guardando per un millesimo di secondo le mie; il mio cuore batte fortissimo e vorrei davvero baciarlo, farmi baciare.

«Dimmi che non c'è nessuno a prenderti e puoi venire con me a lavoro.» sussurra, posando la fronte sulla mia e chiudendo gli occhi.

So cosa provi hyung...provo le stesse cose. La stessa paura e la stessa rabbia.

«Giurami di baciarmi in quel dannato bagno fino a farmi diventare le labbra viola, Taehyung hyung.»

«Sto aspettando solo questo.»

«Aspettami da Jin. Avviso l'autista di mio padre che torno più tardi a casa. Tu avvisa Seokjin però, non voglio che succeda come l'altro giorno.»

Ride; questa è la forza di cui ho bisogno per affrontare un no secco da parte dello schiavo del Jeon più vecchio «Va bene Kookie, ti aspetto e lo informo. Effettivamente è stato imbarazzante quando Jin hyung ci ha scoperti nello sgabuzzino.»

Sorrido e subito dopo ci separiamo. Mi dirigo verso la limousine che detesto sempre di più e salgo, pronto a rifiutarmi di tornare in prigione così presto, ma la figura di mio padre in giacca e cravatta e di mia madre con un vestito fin troppo elegante mi fanno spalancare gli occhi.

«Chiudi la portiera, Jungkook.»

Perché deve sempre ordinarmele le cose? Non può chiedere per favore ogni tanto? Lo odio. Lo odio davvero tanto.

Mi guardo indietro, notando il grigio entrare in pasticceria «Stavo per dire a Youngjae di non poter rientrare a causa di un lavoro di gruppo e che avrei fatto ta-»

«Jungkook, dobbiamo parlarti. La scuola può aspettare per oggi. Manderemo dei cesti di frutta ai tuoi compagni per la tua assenza e gli chiederemo di mettere il tuo nome nel lavoro.»

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