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Kim Namjoon.

Lo guardo, voltandomi di scatto verso di lui, tenendolo ancora per mano, irrigidendomi.

«Vuoi...a-adesso?»

Annuisce e io deglutisco, tirandolo tra le mie braccia e facendo finire i nostri petti l'uno contro l'altro. Poso i miei occhi nei suoi, prima di fiondarmi sulle sue labbra e baciarlo in modo casto, anche se vorrei di più. Come se mi capisse, schiude le labbra, chiedendo esattamente quello che volevo ottenere. La mia lingua si infila nella sua bocca e si mette a giocare con la sua e la mia mano libera si posa sul fianco, in modo da tirarmelo ancora più vicino. Poggio la schiena alla parete dell'ascensore e lui infila entrambe le mani nei miei capelli, spingendomi maggiormente verso di sé. Entrambe le mie mani lo stringono, non lasciandolo andare e vorrei farle vagare sul suo corpo, ma neanche il tempo di pensare ad una cosa del genere che le porte si aprono, costringendoci a separarci. Ha le guance e le orecchie rosse e io non posso fare a meno di sorridere, prenderlo per mano e trascinarlo fuori dalla sua agenzia, ripercorrendo la strada verso la metro per raggiungere la sua pasticceria.

«Joonie?»

«Si?»

«Ho la macchina.»

Dopo questa figuraccia ci avviamo alla sua vettura, per poi salire e partire finalmente verso il The Pink Bakery. Il breve viaggio è stato silenzioso: Seokjin concentrato a guardare la strada e io concentrato a guardare lui. Il suo capo ci ha dato il via libera e ora, se voglio, posso abbracciarlo in pubblico, tenergli la mano e magari anche baciarlo. Posso corteggiarlo alla luce del sole e non potrei essere più felice; nessuno potrà rovinarmi questo momento della mia vita.

Appena arriviamo a destinazione spegne la macchina, scendiamo e ci avviamo dentro al negozio, notando la pace e l'armonia con cui lavorano quei due pazzi, mentre Jungkook sta dietro al bancone e lava le tazzine e tutto quello che c'è da lavare.

«Ehi, sono tornati Seokjin hyung e Namjoon hyung!» urla il piccolo, avvisando gli altri, che si avvicinano a noi sorridenti.

«Perché è lui che sta lavorando e non voi?» Jin li guarda male e va verso il bancone, affiancando Kook.

«Non prendertela con loro hyung. Ho costretto io Tae a lasciarmi fare qualcosa. Mi annoiavo a non fare niente mentre loro erano impegnati. Prima è arrivata una squadra di pallacanestro per fare merenda e hanno fatto una strage.»

«Spero che nessuno passi a fare i controlli o mi toccherà chiudere tutto.»

«Hyung, non rovinarti da solo la giornata con questi pensieri.» mi avvicino a lui, poggiandomi al bancone con i gomiti e guardandolo con un sorriso a contornarmi la faccia.

«Perché mi guardi così?»

«Mi fai un caffè?»

«Quanti ne hai bevuti in tutto oggi?»

Faccio un calcolo mentale, contando con le dita «Quattro?»

«Allora scordatelo. E poi tra poco è ora di cena, quindi no.»

«Dai hyung! Per favore! Ne ho bisogno!» provo a mettere un tenero broncio.

«Joonie, no. E non fare quella faccia. Vado a cambiarmi che è meglio.» si allontana, sparendo nella cucina.

Sbuffo, voltandomi verso gli altri, che mi stanno guardando confusi «Che c'è?»

«Hyung, potremmo avere delle spiegazioni? Voglio dire, mi hai abbandonato qua dopo che Seokjin ti ha chiamato, sei corso da lui e ora ci stavi provando spudoratamente nonostante i clienti. Che sta succedendo?»

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