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Kim Seokjin.

Deglutisco, non sapendo nemmeno io come mi sento. Desidero così tanto le sue labbra, ma ho dannatamente paura. Paura di non essere abbastanza, paura di tornare a provare quell'emozione che mi ha fatto soffrire così tanto in passato, paura di poter essere felice di nuovo per poi vedermi portare via qualsiasi cosa. Non voglio illuderlo, ma lo desidero. Come desidero poter vivere una vita semplice, lavorando nella mia pasticceria senza dover pensare a come poter evitare i giornalisti durante una semplice passeggiata, desidero poter andare al mare con i miei amici e divertirmi senza dover pensare che se faccio qualcosa di sbagliato tutti lo sapranno in meno di ventiquattro ore. Amo essere famoso, ma forse non fa per me. In due anni ho fatto molto: ho creato ricette, le ho condivise con chi mi segue e mi adora, ho partecipato a degli spot televisivi, ho aperto il mio amato negozio, ho progettato tutto io nei minimi dettagli, acquisendo competenze anche come geometra nonostante tutte quelle cose matematiche non facciano proprio per me; sono diventato ricco, ho stretto amicizia con quel ghiacciolo di Min Yoongi, ma mi sono sempre sentito vuoto. Come se ci fosse sempre stato qualcosa che mancava a riempire le mie giornate monotone. Era così fino a due mesi fa, poi è apparso lui, rompendomi la sedia, svegliandomi alle quattro e mezza della mattina perché ha rotto una valigia, è diventato il mio insegnante, mi ha rotto una matita alla prima lezione, i miei sogni poco casti su di lui, il suo sentirsi in colpa a causa del mio comportamento da menefreghista, come se tutto mi fosse dovuto, la nostra amicizia, il nostro "appuntamento", il nostro primo bacio in camera mia, la sua premura nei miei confronti, il suo accorrere subito ad aiutarmi quando ne avevo bisogno, la sua mezza dichiarazione, le sue carezze, i suoi sorrisi solo rivolti a me, quelle fossette che ancora non sono riuscito a toccare, quelle sue dolci attenzioni e quella sua strana tendenza a mettermi in imbarazzo. Queste sue labbra carnose così vicine alle mie, questi suoi occhi scuri che si alternano tra i miei occhi e la mia bocca.

«Posso davvero?» sussurra, sfiorandomi il muscolo carnoso, provocandomi una scossa che non credevo più possibile.

Annuisco, non riuscendo a parlare, facendo scontrare lievemente i nostri nasi.

Ti prego, Joonie, fammi innamorare di te.

Finalmente, si avvicina completamente, facendo collidere le nostre labbra in modo calmo e pacato, per qualche secondo. Si allontana di qualche millimetro per potermi guardare negli occhi, sguardo totalmente ricambiato. Torno a guardare quei boccioli così pieni e morbidi e appena riprende a baciarmi, chiudo i miei occhi, cercando di rilassare ogni mio muscolo teso, ovvero tutti e mi lascio andare. Una mia mano è ancora stretta nelle sue, ma con l'altra ne approfitto e la poso sul suo collo, cercando di tirarlo più vicino a me.

Ti prego, Joonie, rendimi capace di amarti.

Si alza leggermente, non interrompendo quel dolce bacio, spingendomi piano sul divano, facendomi aderire con la schiena al tessuto di pelle nero un po' rovinato, mettendosi tra le mie gambe. Sento la punta della sua lingua leccare il mio labbro inferiore e mi irrigidisco leggermente. Credo che l'abbia notato, in quanto mi accarezza una guancia con una mano, mentre l'altra presuppongo la stia usando per sorreggersi e non schiacciarmi. Mi rilasso a quel contatto e porto anche l'altro arto a raggiungere il suo collo, schiudendo lentamente la bocca, dandogli il permesso di andare oltre, per la seconda volta; ma questa volta è diverso. Percepisco il suo muscolo caldo e umido sfiorare il mio e ricambio il gesto, unendo le nostre lingue in una danza lenta ma passionale. Avverto, nel mio petto, un'esplosione: il mio cuore. Quel coso che batte, in questo momento sta pulsando in modo fin troppo esagerato, portandomi a tirare più vicino a me Namjoon e ad infilare le mani nei suoi capelli biondi, che nonostante la decolorazione sono davvero morbidi e setosi al tatto.

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