[30]

494 32 4
                                    

Kim Seokjin.

Mi fiondo tra le sue braccia, non rispondendo alla sua domanda e seguendo, per una volta, il mio istinto. Poso il viso nell'incavo del suo collo e trattengo più che posso le lacrime, chiudendo gli occhi e respirando il suo profumo.

Che buon odore...

All'inizio non ricambia, ma dopo poco sento le sue braccia stringermi a sé, forse come mai nessuno ha fatto. Con una mano mi accarezza la schiena, con l'altra la testa. Le mie braccia sono attorno al suo collo e sinceramente, non mi voglio separare da lui.

Tiro su col naso e a malincuore mi tiro leggermente indietro, sorridendogli il giusto e guardandolo negli occhi «Scusami, Joonie, ne avevo bisogno.»

Mi mostra le fossette e mi prende una mano, stringendola tra le sue «Hyung, puoi abbracciarmi quando e per quanto tempo vuoi, ok?»

Annuisco piano, iniziando a sentire le mie orecchie andare a fuoco «Anche davanti ai tuoi studenti?»

«Perché no? L'importante è che tu stia bene.»

Abbasso il viso «E tu?»

«Io cosa?»

«Tu stai bene se ti abbraccio?» alzo di nuovo il volto e ripunto i miei occhi nei suoi.

Mi sento tirare in avanti e mi rendo conto che mi sta stringendo più forte di prima, senza farmi male, tra le sue braccia calde. Il mio cuore sta impazzendo, lo sento battere così dannatamente forte che mi spaventa.

«Amo quando mi abbracci, Seokjin hyung.» si allontana solo con la sua bella faccia tonda e mi lascia un bacio sulla fronte. Spalanco gli occhi, non aspettandomi niente di tutto questo.

Forse Yoongi aveva ragione: mi piace Namjoon.

Lo guardo, rosso in volto e mi rimetto comodo tra le sue braccia «Joonie?»

«Si?»

«Posso stare da te per questa notte?»

§

Kim Namjoon.

C-cosa?!

Mi irrigidisco visibilmente, interrompendo le mie dolci carezze sulla sua testa «C-certo...» deglutisco, leggermente a disagio. Lo sento sorridere lievemente sul mio collo.

Non pensare Namjoon, non pensare, non pensare!

«Hyung?»

«Hm?»

«Cosa mangiamo?»

Si separa da me e sento freddo.

Non mi piace questa sensazione.

«Ordiniamo qualcosa?»

Annuisco e prendo il telefono per poi chiamare un negozio di pollo fritto, richiedendo anche della birra; io non ne tengo in casa.

«Un uomo della tua stazza non ha alcolici in casa propria?» mi prende in giro mentre aspettiamo e io non posso non ridere «Non posso tenerne in casa o finirei in coma etilico ogni mese. Anzi, settimana.»

Sentirlo ridere mi scalda il cuore.

«Joonie, dov'è il bagno?»

«L'ultima porta sulla sinistra. Attento che il lavandino è rotto.»

«Come hai fatto a romperlo?»

Faccio il finto innocente «Come puoi dire che sia stato io a romperlo? Si è distrutto da solo...»

The Pink BakeryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora