Capitolo 4

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La festa di fine estate era, per Moonlight, l'evento più importante dell'anno. L'unico capace di coinvolgere l'intera città, dalla periferia più remota alla piazza centrale. Celebrava i padri fondatori di quella piccola cittadina festeggiando, contemporaneamente, i nuovi studenti del Moonlight High School, che dopo una manciata di giorni avrebbero iniziato la loro nuova vita liceale. Durava due giorni interi, iniziando la mattina dell'ultimo venerdì di agosto, quando tutti i cittadini si ritrovavano nel parco comunale per addobbarlo con bancarelle e giostre. Nel frattempo, gli studenti ripetevano le loro parti per la parata, che partiva a pomeriggio inoltrato dal municipio e, dopo aver fatto il giro della città, arrivava al parco. Ogni studente vestiva i panni di qualcuno che aveva reso grande la città. Quella festa era un appuntamento imperdibile per chiunque, eccetto Colin Marshall che svogliatamente aveva seguito il padre fuori di casa, all'alba di quel venerdì, per prendere parte a quella tradizione noiosa e, secondo lui, priva di senso.

«La famiglia Marshall in città è famosa per una cosa, e una soltanto» gli aveva ripetuto il padre per giorni «e anche tu ne farai parte». Colin sbuffò, ricordando quelle parole mentre cercava di costruire una bancarella fatiscente. Sapeva bene per cosa fosse famosa la sua famiglia, ma non gli importava molto. Il padre mandava avanti la bottega a stento, e lui difficilmente riusciva a capire perché fosse tanto importante quel lavoro. Avrebbe potuto chiudere il negozio, mettere da parte la lavorazione del legno e trovarsi un vero impiego. Ma per Paul Marshall quello era un vero impiego. Intagliare il legno, costruire oggetti che ormai erano un simbolo di Moonlight era il suo retaggio, l'unico modo di rimanere ancorato a quei genitori che erano andati via troppo in fretta.

«Non ho idea di come si fissi questo affare» sbraitò Colin facendo cadere la tavola in legno. Il sole caldo di fine agosto gli illuminava gli occhi neri. I capelli, ormai bagnati, erano appiccicati alla fronte madida di sudore. Il padre lo osservò con un sorrisetto sghembo sul viso. Si avvicinò al figlio con fare sicuro, prendendo la tavola e posizionandola sul piedistallo.

«Devi solo trovare il baricentro, non è difficile» spiegò. Non era difficile, ma a Colin poco importava. Avrebbe preferito passare la giornata con Lip, o rimanere in casa col ventilatore puntato in faccia, piuttosto che sudare sotto il sole di agosto per una stupida tradizione che non sentiva sua.

«Quanto durerà? Dovrò stare qui tutto il giorno?» chiese annoiato, guardandosi un intorno. I cittadini sembravano adorare quel momento, nessuno era annoiato o stanco. Tutti sorridenti, mentre mettevano in piedi le loro bancarelle. La signora O'Connor girovagava nel parco in cerca di qualcuno che volesse la sua rinomata limonata, i giostrai erano all'opera da giorni per riuscire a mettere le giostre in funzione all'orario stabilito. L'unico ad essere nervoso era lui, e questa consapevolezza lo agitò ancora di più.

«Nei giorni della festa di fine estate non c'è altro da fare in città» spiegò il padre con calma, mentre assicurava la bancarella e cominciava a sistemare gli oggetti che avrebbe, dopo qualche ora, messo in vendita. «Sono tutti impegnati con la festa. Quelli che non vedi qui sono a scuola a preparare la parata, o alla villa estiva del Mirror a preparare la festa di domani. Moonlight si ferma, in questi due giorni, non fa altro» aggiunse, e il figlio sospirò sconfitto, cominciando a sistemare tutti quegli oggetti che il padre aveva creato con tanta cura. Erano belli, ammise a se stesso. Non li aveva mai guardati davvero e, forse per la prima volta, iniziava a capire come mai l'uomo ne andasse tanto fiero.

***

L'ora di pranzo arrivò in fretta. Le bancarelle erano pronte, avrebbero aperto al pubblico dopo qualche ora e i commercianti si riunirono intorno alla fontana centrale per mangiare insieme. Il parco di Moonlight era enorme e ben curato. Alberi maestosi circondavano l'intero perimetro, creando giochi di luci e ombre con i raggi del sole. Il lato ovest era per i bambini: scivoli, altalene, un piccolo quadrato di sabbia e qualche fontanella sparsa. Quelle erano un po' ovunque, nel parco, non essendoci bar all'interno. A est, dove ora si ergevano maestose le giostre, solitamente non c'era nulla se non erba. Gli abitanti erano soliti fare i picnic lì, la domenica o in estate. Al centro del parco, una maestosa fontana.

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